Un carattere complesso

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Al contrario di Albus, Gellert Grindelwald non aveva passato la notte in sogni concitati e portatori d'angoscia, ma nemmeno lui, per la verità, aveva dormito molto.

Dopo aver scritto quel biglietto per Albus e averci messo tutto l'impegno del mondo per renderlo quanto più pieno di suspense possibile, si era presto reso conto di non avere molto da fare, ma, soprattutto, di non sentirsi per niente invogliato a stendersi sul letto.

Perché lasciare in sospeso ciò che era scritto nel messaggio? Be', per lo stesso motivo per cui non aveva aspettato il mattino per parlare con Albus e basta, e per lo stesso per il quale aveva lasciato una finestra aperta al piano di sotto, nonostante avesse ribadito più e più volte ad Albus di non farlo.

Perché Gellert, dopo aver passato un giorno sì e l'altro pure a contatto con Albus, aveva ormai capito che tipo era. Poteva immaginare - gli era sempre riuscito molto bene con chiunque, e con lui non era stato diverso - che cosa avrebbe fatto, come avrebbe reagito Albus Silente, a seconda di che cosa gli fosse successo.

E perché poi, dopo aver predetto il vero, avrebbe potuto congratularsi con sé stesso per esserci riuscito.

Gli venne da pensare che persino sua zia lo avrebbe sgridato per il suo comportamento, sebbene non ne immaginasse minimamente lo scopo: la donna non voleva che lasciassero la finestra aperta, e che stessero più tranquilli solo perché erano maghi. Scacciare un ladro babbano di casa sarebbe stata più una seccatura che un vero problema, ma secondo Bathilda Bagshot quello non era motivo per abbassare la guardia, anche perché avrebbe destato sospetti nel resto della comunità non-magica.

E poi, c'erano altre famiglie di maghi e streghe nel quartiere, anche se non molte, e, sebbene si fidasse di ognuno dei loro componenti, sapeva che per la loro stessa esistenza il paese sarebbe potuto entrare nelle mire di qualche losco Mago con cattive intenzioni.

Perciò, non avrebbe voluto che il nipote lasciasse usci e finestre aperte, soprattutto di notte - fosse per il caldo o per qualunque altra baggianata - perché, in fondo, non si poteva mai sapere.

Ma Gellert, che invece se la rideva di tutte quelle precauzioni, non si preoccupava molto di ascoltarla: fin troppo spesso, gli sembrava che sua zia fosse lì solo per togliergli le uniche gioie e soddisfazioni di quell'ingiusta punizione che gli toccava sopportare, e certo non le avrebbe dato retta, specie se farlo avesse compromesso il suo divertimento prediletto.

La povera donna sperava che il giovane andasse a dormire a un'ora pressoché decente e chiudesse persiana e tapparella in salotto, ma naturalmente si sbagliava.

Lei, a differenza di Gellert Grindelwald, non era affatto brava a predire i comportamenti delle persone, e non le era nemmeno passato per la testa che il ragazzo, alla sua età, dopo aver passato tutto il pomeriggio a leggere uno dei suoi libri, potesse rimanere sveglio tutta la notte a leggere ancora.

Ma il fatto era che la tranquilla signora conosceva poco o niente di quel ragazzino che aveva per nipote, e non poteva certo sapere che l'unica cosa che Gellert avrebbe anteposto a qualunque altra erano i libri, e che quindi le sue supposizioni dovessero cadere come un castello di carte colpito da una folata di vento.

Al momento, difatti, Gellert si stava dilettando con la lettura del libro "Tutti i romanzi di R. L. Stevenson", e lo stesso aveva fatto da quando era tornato dalla casa del suo amico, quella stessa mattina.

Ora, i più attenti di voi si staranno chiedendo: "Ma non doveva controllare qualcosa per Albus? Non era volato giù dalla finestra per quello?"

Oh, avete ragione.
In pieno, davvero, ma la verità è che Gellert non aveva niente da controllare, nulla di cui dovesse assicurarsi.

A Dangerous Friendship - Albus Silente e Gellert Grindelwald [DA RIVEDERE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora