I primi giudizi

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Accidenti a me e a quando non ho dato importanza a quelle risate del cazzo.
Andando avanti con i giorni le risante continuarono, poi arrivò il giorno in cui tutto è andato a puttane.
Ero vestita normale per come la vedevo io: avevo una maglia nera, la gonna di jeans che arrivava al ginocchio, delle calze chiare e gli stivali neri. Appena arrivata in classe tutti i miei compagni sono scoppiati in una fragorosa risata, ricordo ancora le parole che hanno detto appena sono entrata
<< Oddio no, si è messa la gonna, come se non facesse schifo di suo >> è stato veramente brutto per me sentire quelle parole, ricordo perfettamente di chi era la voce, e sono sicura che anche tu te lo ricordi di averlo detto giusto? Perciò non importa che ti nomini. Ecco, questo episodio, anche se sembra insensato, è stato l'inizio del caos, allegoricamente parlando avevo appena varcato la porta dell'inferno, solo che con me non c'era nessun Virgilio ad attraversarlo. E non potevo nemmeno immaginare cosa mi aspettava ancora.
Delle lacrime hanno iniziato a rigarmi il volto, cosa avevo che non andava? Mi sono unita alla risata anche io, per convincermi che era solo uno scherzo. La giornata continuava, pensate che mi abbiano detto solo questo? No, signori, perché hanno avuto da ridire anche sul mio aspetto fisico, e quello amici, credetemi, non l'ho mai più superata.
*Flashback *
La campanella della ricreazione suona, che bello posso mangiare, vado per addentare la mia schiacciata, quando Giorgio si mette davanti a me e inizia a ridere cosa vuole ora?
<<Oh Daphne, ma non hai paura?>>
<<Di cosa scusami?>>
<<Di esplodere! Insomma, un'altro morso e scoppierà una bomba atomica>>
*Flashback*
Non ho detto niente, ero troppo occupata a pensare, sì esatto, me lo sono sempre chiesta, perché io di certo non sono in sovrappeso, anzi, ero sottopeso all'epoca.
Il giorno dopo mi sono ritrovata dei foglietti sotto al banco con scritte del tipo "cesso" "fai schifo" "sembri un uomo" "sei brutta" ricordo di averli buttati, ma Giorgio non aveva amici solo in classe, aveva una banda tutta sua, e avevano deciso che io ero il loro giocattolino con cui divertirsi. Mentre tornavo a casa da scuola, pensavo a tutte le loro parole e a quanto fossero vere, sono brutta hanno ragione: guarda che faccia che c'ho mi ripetevo guardandomi allo specchio, mamma mi vedeva strana, la mia risposta alle sue domande era sempre la stanchezza. Il giorno successivo fu orribile, naturalmente ha sempre luogo a scuola.
Scuola, dove dicono sempre "combattiamo il bullismo, insegnamo agli alunni cosa devono e non devono fare" ti fa credere che troveranno un modo per aiutarti, quando invece pensano a non fare una figura di merda, perché non possono permettersi di rovinare la reputazione scolastica dicendo che è presente del bullismo, stiamo a guardare e a non fare niente. Anche voi siete colpevoli, voi che agite, ridete, fate finta di niente, siete colpevoli, perché il bullo è chi agisce e chi guarda senza fare un cazzo.

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