III

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Nico si era svegliato molto presto, quasi all'alba, per arrivare in spiaggia prima dei suoi due ''conoscenti.'' Forse era meglio dire ''amici'' ma al ragazzo quella parola suonava strana e odiava quando veniva buttata nelle frasi senza darle un minimo di peso o di significato.

Nico era seduto sotto un ombrellone per proteggersi dal sole, e guardava l'oceano con gli occhi socchiusi, godendosi quei pochi momenti di tranquillità che estasiavano il ragazzo. Purtroppo la quiete di quella mattina venne spazzata via dall'arrivo di Percy e Jason, i quali si buttarono con un tonfo accanto a Nico.

-ahh, che bella giornata, vero amico?- disse Jason, -ma da quanto sei qui?-

Nico non rispose, troppo preso dal fulminare i due ragazzi con lo sguardo. Ma quando tornò alla realtà disse: -da un po'-

Percy lo guardò con quei suoi occhi dal color del mare, per poi posare lo sguardo sulla spiaggia e sull'oceano. Nico non si era mai reso conto della vera bellezza degli occhi del moro. Infatti, sembrava quasi che la parte più bella del mare fosse entrata in lui, per poi rimanere soltanto negli occhi... e nei pettorali. Ma questi erano solo dettagli.

Senza dire una parola, Nico si alzò in piedi, prese la tavola da surf e si incamminò verso la riva. Subito dopo fu raggiunto da Jason e Percy con le loro tavole: quella del moro era di azzurro chiaro, con qualche onda leggermente più scura dipinta sopra, mentre quella di Jason era gialla con delle strisce di un bianco quasi accecante. Entrambe banali. Quella di Nico era molto più figa: la sua tavola era completamente nera, fatta eccezione per un piccolo scheletro bianco presente nella parte più bassa di essa. Bellissima.

In ogni caso, il primo che si tuffò in acqua fu Percy, che mostrò subito le sue capacità. Il ragazzo fu seguito da Jason, un po' meno bravo di Percy ma comunque molto in gamba. Nico si tuffò per ultimo, e con calma raggiunse gli altri due.

Non appena si trovarono tutti seduti sulle loro tavole con le gambe in acqua, un'onda iniziò a crescere sempre di più. I ragazzi erano abituati a qualcosa di molto più grande e potente, perciò cavalcarono l'onda con estrema facilità. Ripeterono il tutto una decina di volte, fino a che non si sdraiarono sulle loro tavole, esausti, per qualche minuto di tranquillità.

-cavolo, ragazzi! Oggi non si scherza!- disse Jason (con il fiatone) tirandosi su e mettendosi a sedere.

-sei stanco per così poco, piccolo Jas?- rispose Percy con un sorriso smagliante.

-oh, ma per favore! Mi sembra che anche tu sia esausto, o sbaglio?-

-sbagli. Io sono ancora pieno di energie. Potrei cavalcare altre cento onde!-

-cavalcare solo le onde, amico?- disse Jason ridendo.

-hey! Cosa stai insinuand...-

-ehm ragazzi! mi dispiacerebbe interrompervi... veramente no, non mi dispiacerebbe... però devo dirvi che qualcuno oggi non ci vuole dare tregua, Poseidone o chi per lui. Sta arrivando un'onda abbastanza, anzi no! Mi correggo. Un'onda parecchio grande, quindi beh... la smetto di parlare e buona fortuna.-

Detto questo, Nico si mise in piedi giusto in tempo. L'onda li aveva raggiunti e i ragazzi sarebbero caduti se non avessero avuto molto equilibrio. Il ragazzo intravide Percy e Jason, sulle loro tavole, un po' in difficoltà. Quella era davvero l'onda più grande che avessero mai cavalcato, e non iperbolicamente. Nico notò che il cielo era diventato grigio, e che il vento si era alzato. Tutto ciò giovava a favore dell'oceano, che con la sua immensa forza stava portando i ragazzi a riva.

Sembrava che la mattinata stesse andando bene, ma accadde l'impensabile. Proprio a pochi metri dalla spiaggia, il vento aumentò e Nico capì di essere fottuto quando si trovò sott'acqua. D'improvviso la visuale del ragazzo si tinse di blu. Cercò di risalire in superficie, ma quell'onda sembrava non cessare mai, quindi perse le speranze e senza forze aspettò la sua ora. Ma ovviamente va tutto troppo bene, perché un attimo dopo, non appena l'acqua si calmò e Nico allo stremo delle sue energie provò a tornare su, qualcosa che non aveva visto lo trascinò giù, sempre più a fondo. E mentre sentiva un tremendo dolore alla gamba sinistra, tutto si tinse di nero.

*10 minuti dopo*

Quello scoglio era freddo. Decisamente troppo freddo.

E quel vento era forte. Davvero troppo forte.

E c'era molta confusione. Per i gusti di Nico.

Il ragazzo non capiva come fosse finito lì, immerso in quel liquido che non aveva per niente il colore dell'acqua che Nico adorava tanto. L'unica cosa che riuscì a vedere fu una folla di persone ammassate intorno agli scogli accanto a lui, e riuscì a scorgere Jason chinato a terra mentre Percy gli dava supporto. La sua vista era offuscata da una persona china su di lui, che cercava di comunicare. Ma Nico non sentiva niente. La goccia che fece traboccare il vaso fu una fitta di dolore improvvisa che percosse tutto il corpo del ragazzo. L'ultima cosa che vide furono due occhi, di una bellezza unica. Davvero magnifici. Di un azzurro che avrebbe fatto invidia alla parte migliore del regno di Zeus.

Blue|| Solangelo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora