-... Ed è per questo che si è comportato in quel modo.- disse Hazel.Nico non aveva ascoltato molto il discorso della sorella, per questo si era limitato a rispondere a monosillabi. Aveva capito solo che un ragazzo si era comportato male nei confronti della sua ragazza, dicendole di essere gay e facendo altre scenate. Come se a Nico importasse davvero...
Erano passate due settimane dal risveglio del moro in ospedale, e in quel momento era pomeriggio inoltrato. Il ragazzo aveva trascorso un paio di ore con Hazel, divertendosi e parlando del più e del meno. Purtroppo però, l'orario delle visite stava per concludersi e ciò significava che il tempo con sua sorella era terminato.
-allora Nico... io ora devo proprio andare, mi dispiace molto. Domani verrà Percy a farti compagnia per il tuo primo giorno di fisioterapia. Buona fortuna e abbi pazienza, fratellone!- detto questo diede un caloroso abbraccio a Nico, e dopo gli ultimi veloci saluti uscì dalla stanza.
Il ragazzo si trovava da solo. Di nuovo.
Controllò l'orario, e con un sonoro sbuffo si rese conto che erano ancora le 17:00, e doveva aspettare almeno tre ore per la cena. Quindi le opzioni erano due: aspettare oppure, ignorando completamente le istruzioni dei medici, andare a fare un giro. Nico scelse la seconda.
Avvicinò al letto la sedia a rotelle e con un po' di fatica ci salì sopra. Dopo una decina di minuti per comprendere lo strano aggeggio, si diresse verso la porta della sua stanza e l'aprì. Sperò con tutto se stesso che non ci fosse nessun dottore per i corridoi e fu alquanto sorpreso di non vederne. Così iniziò il suo giro nell'ospedale.
Il corridoio, nel quale ''alloggiava'' Nico, era bianco e pieno di porte con su scritti vari numeri. Più avanti c'era una sala di un azzurro molto chiaro, con un tavolo al centro e alcune sedie appoggiate al muro. Superando quella sala, Nico trovò il cartellino che indicava il piano in cui si trovava, ovvero il quarto. Accanto al numero c'erano le scale e due ascensori, ma Nico seppur attratto dalla possibilità di fuga concessagli, scelse un'altra strada. Scoprì che davanti agli ascensori si poteva accedere ad un balcone con varie piante. Il ragazzo decise di prendere un po' d'aria e uscì nel terrazzo; gli si presentò davanti una vista davvero ottima, un tavolino con qualche sedia e una porta nascosta, che riuscì a trovare per puro caso. Quel balcone era molto grande, perciò Nico decise di riposarsi lì per qualche minuto prima della cena. Il corvino era intento a rilassarsi quando sentì la porta nascosta dietro alle piante cigolare.
Nico si girò con la sedia a rotelle e vide il ragazzo/dottore dagli occhi blu intento a fissarlo con un ghigno quasi divertito.
Il ragazzo riuscì ad intravedere delle pareti di un blu tenue presenti in una stanza, prima che il biondo chiudesse con velocità la porta, dirigendosi accanto a Nico. Will a quel punto prese una sedia e si mise ad osservare il corvino, il quale, sentendosi andare a fuoco distolse lo sguardo ritornando ad ammirare l'orizzonte. La situazione andò avanti per una decina di minuti, e dopo tante occhiate e sorrisi da parte del biondo, finalmente qualcuno si decise a parlare... e chi poteva iniziare (o provare ad iniziare) una conversazione se non l'alquanto seccante medico dal sorriso facile? Di certo non Nico.
-allora, Di Angelo, vogliamo restare a guardarci oppure preferisci parlare?-
Nico pensò a quello che avrebbe dovuto dire, e con un leggero accenno di timidezza disse: -a dir la verità sei tu che mi guardi- stranamente il sorriso del medico si allargò sempre di più.
-non penso che ti dispiaccia- disse lui in modo quasi malizioso
-veramente si, mi dispiace- e il discorso cadde così, con Nico che continuò a guardare il paesaggio davanti a lui e con Will che fissava il moro con uno sguardo perso, ma divertito allo stesso tempo. Quel tipo era piuttosto strano. Nico si promise di stargli il più lontano possibile; perciò non perse tempo e fece retro marcia con la sedia a rotelle dirigendosi verso la mensa, che era piuttosto distante da dove si trovavano i due ragazzi. Non appena Nico oltrepassò la porta, Will si portò dietro di lui e fece la strada verso la mensa in silenzio, accompagnando il moro con le mani in tasca.
Nico a quel punto, stufo della situazione imbarazzante creatasi tra loro, prese parola e disse: -quanto pensi di continuare?-
Will abbassò lo sguardo sul corvino e con una faccia perplessa rispose: -scusa, a cosa ti riferisci?-
Nico alzò letteralmente gli occhi al cielo e si rese conto che presto, quel ragazzo, lo avrebbe fatto impazzire.
-mi stai seguendo-
-no, non è vero-
-mh, io direi di si- disse Nico fermandosi di colpo. Anche Will si fermò, e ciò fece spuntare un sorriso soddisfatto sul volto del corvino, constatando il fatto che il biondo lo stesse seguendo.
-vedi?- disse lui. Will riprese a camminare, ma nonostante questo, Nico lo aveva già raggiunto.
-io non ti sto seguendo. Mi dirigo solo verso la mensa.- disse il biondo sorridente.
-e perché mai un dottore dovrebbe andare in mensa?-
-non sono un dottore, e di solito le persone vanno in quel luogo per mangiare.- Nico doveva ammettere che il ragazzo era piuttosto perspicace. Tutta quella situazione iniziava ad infastidire il corvino, tanto da tentarlo a ritornare in camera per farsi portare la cena dalle infermiere. Ma una parte di lui lo tratteneva dall'andare, come se volesse seguire il percorso del biondino.
"magari hanno programmato male queste sedie a rotelle..." pensò Nico.
Poco dopo arrivarono in mensa, e senza pensarci due volte, Nico si diresse verso il bancone con il cibo fumante. Inutile dire che, data la sua posizione, il ragazzo non arrivava minimamente al bancone, nemmeno se provava ad allungarsi. Scoraggiato, rimise il vassoio al suo posto, per poi sentire una risata dietro di lui. Nico si girò e notò un esemplare di Will Solace intento a ridere di lui. Non appena il biondo finì di ridere domandò al ragazzo se avesse bisogno di aiuto, ricevendo come risposta una delle peggiori occhiate che Nico sapeva fare. Will smise di ridere, per poi iniziare a sorridere e cercare di servire il corvino come un vero cameriere, che avrebbe fatto invidia al miglior dipendente di Carlo Cracco.
-allora, cosa desideri?- disse con un tono divertito e con un sorriso che non accennava a sparire.
-qualcosa di diverso dalla zuppa, ti prego- lo supplicò Nico.
-mhh, vediamo... zuppa di fagioli, zuppa di cipolle, zuppa con lenticchie, minestra, zuppa di mais...- elencò il biondo. Nico perse la speranza di un piatto decente. Will si accorse della faccia schifata del corvino, ma dopo poco si illuminò in volto come se avesse avuto una geniale idea.
-che ne dici di andare a mangiare in qualche fast food qui vicino?- sorrise il biondo con lo sguardo di un bambino a cui hanno appena comprato dei giocattoli nuovi.
-solace, non c'è che dire... tu stai male!-
-dai, Nico. Preferisci mangiare la zuppa oppure un bel paino grondante di olio?- disse con occhi sognanti.
-vada per il panino. Ma se mai dovessero scoprirci, la colpa sarà tua, essendo un dottore/infermiere, o qualcosa del genere.-
-andata!- Will iniziò a spingere la sedia a rotelle di Nico lentamente, e più i due ragazzi avanzavano, più la velocità a cui andavano aumentava. Situazione piuttosto imbarazzante, a parer dei due. Dopo varie rampe, corridoi ed ascensori trovarono la porta sul retro dell'ospedale, e in lampo furono fuori senza che nessuno li vedesse.
-wow! Non male, Solace- disse Nico. Will si limitò a sorridere come suo solito e a guardare il corvino con gli occhi scintillanti. Camminarono per una decina di minuti, (Will camminò), e svoltato un angolo trovarono il paradiso ad aspettarli: un bel McDonald era proprio davanti a loro, e Nico non poté far a meno di sorridere malinconicamente ripensando ai momenti di gioia e serenità in compagnia della persona che più amava. Purtroppo quei momenti non si sarebbero mai più ripetuti. Il sorriso di Nico si spense di colpo, e Will lo notò.
-hey, Nico. Tutto bene? Se vuoi tornare in ospedale posso benissimo fare r...-
-va tutto bene, Solace. Ora entriamo, per favore.-
Inutile dire che appena entrarono tutti si voltarono a guardarli; non era piuttosto comune vedere due tizi vestiti con dei panni da manicomio.
Sebbene Nico non amasse la compagnia di altre persone, (figuriamoci di estranei conosciuti pochi giorni prima), ringraziò mentalmente Will per aver trasgredito le regole portandolo in città.
Nico doveva ammettere che stava decisamente rivalutando la propria opinione riguardo Will Solace.

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Blue|| Solangelo.
FanfictionLa sua vita era cambiata in un momento, proprio quando tutto intorno era blu. In quell'attimo, Lui, aveva quasi previsto che la sua personalità, il suo pensiero e il suo dover essere non sarebbe cambiati. Lui non sarebbe cambiato. Lui, per quanto no...