Azzurro. L'unica cosa che esisteva in quel momento era l'azzurro. Per quanto tempo aveva visto l'azzurro?
Sentiva delle voci. Bisbigliavano. Quasi a voler raccontare dei segreti. Per quanto tempo non aveva sentito delle voci?
Nico si sentiva dolorante. Dolore ovunque. Per quanto tempo aveva sentito dolore?
Gli girava la testa, ma finalmente era quasi cosciente. Non si ricordava niente. L'ultima cosa che i suoi occhi avevano visto era la bellezza fatta persona. Con questo pensiero fisso in mente provò ad aprire gli occhi. Tentativo fallito. Si sentiva le ciglia appiccicose ed umide.
Per la frustrazione e per una fitta di dolore mugolò. Un suono incomprensibile, appena percettibile, che lui stesso non avrebbe sentito. Ma evidentemente qualcuno lo sentì, perché si avvicinò a lui e gli prese una mano.
-Nico.- sussurrò questa voce. Una voce che il ragazzo avrebbe riconosciuto tra mille.
-Ha..zel.- disse Nico con molta fatica. Detto ciò, provò di nuovo ad aprire gli occhi e questa volta ci riuscì. Vide una luce bianca puntata su di lui. Era disteso su un letto apparentemente comodo. Riuscì a scorgere delle macchine che ogni tanto emettevano un ''biiip.'' Era in ospedale. Un posto che Nico aveva sempre cercato di evitare sin da quando era un bambino, per via dei brutti e spiacevoli ricordi. Squadrò meglio ciò che lo circondava, e metabolizzando il tutto giunse ad una conclusione: era in una stanza completamente bianca di un ospedale, attaccato ad una miriade di macchine e fili, con sua sorella Hazel che lo guardava curiosa stringendogli una mano. La ragazza si rese conto che Nico era sveglio, e in lacrime lo strinse talmente forte da non farlo respirare.
Il ragazzo riuscì ad alzare malamente un braccio per far staccare Hazel da lui. Restarono qualche minuto a guardarsi; Hazel perché non riusciva a credere che suo fratello si fosse svegliato, mentre Nico non capiva tutta la contentezza di lei... insomma, gli capitava spesso di dormire a lungo. Certo, non gli era mai capitato di svegliarsi in un ospedale, ma c'è sempre una prima volta.
Nico raccolse le sue uniche forze per formulare questa frase: -cosa...cosa è successo?-
Hazel sembrava molto triste, ma nonostante questo iniziò a raccontare gli avvenimenti passati: -allora...- prese un grande respiro e continuò -tu, Jason e Percy eravate andati a fare surf, un giorno come un altro. Non so cosa sia successo, ma quando sono arrivata in spiaggia c'erano molte persone ammassate accanto a degli scogli. Mi avvicinai e quando mi resi conto che tu eri disteso in un mare di sangue, non ci credetti. Urlai molto, e quando chiesi spiegazioni a qualcuno si avvicinò un uomo con una tuta da sub. Disse che ti aveva trovato poco distante da dov'era lui, che eri ferito e che ti ha portato a riva. I soccorsi sono arrivati poco dopo. Ti hanno portato qui, ma non volevano che ti vedessi, perché eri in condizioni davvero, e ripeto davvero, gravi. Hanno iniziato subito ad operarti, e dopo un giorno sono venuti a dirmi che eri fuori pericolo... ma purtroppo eri in coma.-
Nico si sentiva la testa pesante. Non riusciva a credere che tutto ciò era accaduto a lui, ma pian piano si ricordò. Con voce sottile disse: -quanto sono sta...to in coma? Jas e Percy? Perché mi hanno op...erato?-
Sua sorella riprese parola: -sei stato in coma per ben tredici mesi. Jason e Percy sono illesi, ma erano piuttosto sconvolti quando ti hanno visto sugli scogli, soprattutto Jas. Ti hanno operato perché... beh, la tua gamba era stata morsa da qualcosa, probabilmente uno squalo, e i dottori non hanno potuto fare di meglio...- Hazel disse tutto molto velocemente, ma le parole investirono il ragazzo come un treno.
Nico guardò le sue gambe, tolse la coperta con un po' di fatica e restò paralizzato. C'erano entrambe, la destra e la sinistra... fino al ginocchio. Non era rimasto niente se non la parte superiore dell'arto, e leggermente sotto al ginocchio c'era una fascia che circondava tutta la circonferenza della gamba. Nico si chiese se qualcuno lo odiasse. Infondo non era niente se non aveva familiari se non Hazel, no? Non era niente se era escluso e definito strano. Non era fottutamente niente se il Fato lo odiava. Infondo era conosciuto per questo; per essere un tipo strano, asociale ed "emo".
Senza accorgersene, una lacrima solitaria –come lui- solcò la sua guancia incavata. Hazel se ne accorse e lo abbracciò.
*****
Non sono per niente soddisfatta di ciò che ho scritto, ops. Questo capitolo non mi piace per niente.
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Blue|| Solangelo.
Fiksi PenggemarLa sua vita era cambiata in un momento, proprio quando tutto intorno era blu. In quell'attimo, Lui, aveva quasi previsto che la sua personalità, il suo pensiero e il suo dover essere non sarebbe cambiati. Lui non sarebbe cambiato. Lui, per quanto no...