CAPITOLO 20

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''Piacere di conoscerla signora, mi chiamo Amber'' sono sopraffatta dall'emozione. Mi batte forte il cuore da quando sono sui gradini dell'abitazione del mio migliore amico. Per tutto il tempo che ho avuto a disposizione nel tragitto per casa sua, mi sono fatta mille preoccupazioni su come presentarmi a sua madre. Adesso ce l'ho proprio qui davanti e fortunatamente pare che non mi abbia presa per pazza dato il modo in cui ho pronunciato questa semplice frase o almeno spero. Volevo solo sembrare carina, cordiale ed educata.

''Il piacere è mio, chiamami pure Jane'' ridacchia sicuramente per la mia agitazione. La donna che mi ha appena parlato e che mi dice di non rimanere sui gradini, non può essere assolutamente sulla sessantina di anni. Potrei sembrare maleducata, ma ho davvero la voglia di chiederle se suo figlio ha mentito sulla sua età. Pensavo davvero fosse molto più vecchia, per mezzo delle battutine che ha fatto Raul ieri e invece si porta molto bene. Sul suo viso sono presenti solo poche rughe d'espressione e la sua pelle è compatta ed omogenea. Lei e suo figlio sono praticamente due gocce d'acqua: gli occhi dolci e a mandorla, lo stesso naso e forse le sue labbra rosee sono un pochino più fini di quelle di Raul. Per il resto anche di fisico si assomigliano, si presenta magra, ma non troppo;  i suoi capelli color castano sono più ricci a differenza di quelli del figlio, ma hanno lo stesso volume.

E' davvero una bellissima donna, sono talmente incantata che sto per inciampare nei grossissimi piedi di Raul. Mi afferra per la spalla e gli faccio un sorriso imbarazzato. In estremo silenzio ci accomodiamo nel salotto. Anche il mio migliore amico è molto taciturno dopo la litigata avuta ieri con i suoi.

Davanti ai miei occhi si presenta una grossa stufa che riscalda tutto l'ambiente, due divani che all'apparenza sembrano molto comodi, una poltrona ed una televisione grandissima a schermo piatto sulla destra. Tutti i colori sono abbastanza neutri e caldi che danno alla casa un'aria di serenità e familiarità. La parete attrezzata è piena zeppa di foto incorniciate, mi avvicino ad ammirarle. In una è ritratto un piccolo Raul in braccio alla mamma. Ha un faccino adorabile, i capelli erano già abbastanza lunghi e le guanciotte predominano la foto. In un'altra invece ci sono tutti e tre: padre, madre e figlio. Ognuno di loro è dotato di tantissimo fascino, sembrano davvero felici in questa foto. Suo padre al momento non c'è perché è al lavoro.

Raul fa una finta tosse per spezzare il silenzio, devo dire che mi stavo iniziando a sentire a disagio.

''Oh Amber, vuoi che ti offra qualcosa?'' prende finalmente parola la madre che era rimasta a fissarci.

''No grazie lo stesso'' la mia voce è fin troppo instabile e bassa.

''Immagino tu sia abbastanza timida. Mio figlio mi ha parlato molto di te'' mi sorride onestamente, questo non me lo aspettavo. Faccio per rispondere ma mi precede.

''Quindi tu saresti cotta di Raul? Immagino ci sia qualcosa tra voi..'' spalanco la bocca.

''Cosa!? Mamma no!'' squittisce come una femmina ed anche se mi sento in imbarazzo, mi fa scappare una lieve risata. Come ha potuto pensare questo?

Quasi tutto lo pensano Amber!

''Emh..in realtà siamo solo buoni amici'' bofonchio.

''E poi lei è fidanzata'' come se lui non lo fosse, pft.

Evidentemente non gli importa molto di Giselle. Mah sarà.

''Oh mi dispiace, dopotutto ti trovo così carina e scommetto che sei anche una tipa abbastanza responsabile. Potresti mettere sulle righe questo ragazzino'' rido di gusto. Lei non sa che siamo due teste di cazzo, probabilmente potremmo solo fare casini insieme. Raul infastidito alza gli occhi al cielo e senza dire nulla mi trascina per un braccio nella sua stanza. Si sente che da poco è avvenuta una discussione, il fastidio è palpabile.

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