CAPITOLO 55

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Ti prego, abbi pietà di me

Vacci piano col mio cuore

Anche se non hai intenzione di farmi del male

Tu continui a lecerarmi

Potresti quindi per favore avere pietà di me

Sono un burattino e tu manovri i fili

E anche se hai buone intenzioni

Ho bisogno che tu mi renda libero.

Mercy, Shawn Mendes.

Pasqua.

Il tempo è letteralmente volato se adesso ci troviamo già tutti intorno al lungo tavolo per festeggiare la giornata di Pasqua. Il tempo rimette in ordine il mondo con riluttanza, trasformandolo in qualcosa che ha senso. Mi ritrovo a rimuginare in che modo l'abbia speso in questi ultimi mesi. La prima cosa che mi balena in mente sono i filoni e le piccole gite che abbiamo fatto io ed il mio ragazzo appena abbiamo trovato occasione. E' iniziato tutto da quel sedici luglio che ci eravamo ripromessi di visitare pian piano ogni parte del mondo, per ampliare la conoscenza e arricchire il nostro bagaglio di esperienze, insieme. Non ci siamo allontanati troppo, ma sono state comunque giornate memorabili. Giornate dove non sono stata costretta a stare sotto lo stesso tetto dei miei. Giornate in cui ho avuto il mio riscatto visitando luoghi e città che non mi sono mai stati concessi di vedere. Ho anche scoperto che mi piace moltissimo viaggiare in pullman o in treno, con il viso rivolto alla strada che scorre velocemente sotto gli occhi e la musica sparata nelle orecchie. L'atmosfera si fa più interessante sopratutto di sera quando la pioggia batte contro l'asfalto e le luci dorate dei lampioni fanno da cornice. Sembrerà strano ma, visitare posti mai visti senza il permesso di nessuno e contando solo sulle proprie capacità, mi ha resa consapevole dei miei limiti, di quanto anche io posso sentirmi libera dalle catene in cui la mia famiglia severa mi avvolge e di quanto posso essere autonoma rispetto alla parola dei miei genitori che mi definiscono ancora una bambina.

Inoltre ogni giorno che passa mi rendo conto su come la presenza di Raul mi abbia aiutata molto a superare alcune lagune. Una di queste è la conversazione con mia madre. Pensavo che il nostro rapporto potesse esser perso e invece ho imparato piano piano a dialogare con lei raccontandole aneddoti sulla mia giornata, sui rapporti che ho con le persone e su come procede la mia vita amorosa. Non riesco a nascondere il mio sorriso imbarazzato quando ammette di esser felice per me di aver trovato un ragazzo d'oro come lui. Logicamente non posso dire lo stesso di mio padre perché non è a conoscenza di nulla. Ogni volta che io e Raul non stiamo a casa, dunque ci esponiamo alla nostra carissima Londra, facciamo molta attenzione a non farci beccare da nessuno dei miei parenti o addirittura da mio padre stesso. Quante volte vorrei stampargli un bacio o prenderlo per mano ma sono costretta a frenare il mio impulso con la paranoia che qualche occhio indiscreto sia sulle nostre figure. E' anche per questo che preferisco evadere ed andare altrove quando sono con lui.

Adesso, appena abbiamo finito di pranzare, sghignazzo davanti a tutti ripensando i primi tempi in cui stavamo insieme che sembrava vivessi completamente in un mondo a parte, ero sempre distratta. Cantavo sotto la doccia, restavo sveglia a fantasticare, controllavo il cellulare venti volte al giorno aspettando i suoi messaggi. Immaginavo il suo corpo nudo nei momenti di fiacca a scuola e poi dovevo concentrarmi con tutte le mie forze sulle professoresse e i compiti da svolgere per evitare di avvampare.

Oggi oltre ad essere il giorno festivo di Pasqua è anche il nostro mesiversario in cui compiamo nove mesi di relazione. Stranamente però, non sento tutta questa partecipazione da parte di Raul. L'ho sentito davvero pochissime volte da stamattina, il che accade soltanto quando uno dei due è estremamente impegnato, eppure anche in quel caso ci teniamo in contatto.

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