CAPITOLO 11

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''Ti si prenderebbero tutti'' dice sinceramente puntando i suoi occhi nei miei ed all'improvviso sento le farfalle nello stomaco.

''Io non regalo il mio cuore a tutti, se queste cose non le avessi sentite veramente, e non mi sarebbero partite dal profondo del mio cuore, non le avrei mai scritte'' preciso.

''Ma chiunque impazzirebbe a leggere parole simili, proprio perché vengono dal profondo del cuore'' continua a guardarmi negli occhi, ed io allora abbasso lo sguardo a disagio.

Quando le persone mi fissano per troppo tempo penso sempre sia perché si sono persi ad osservare un mio difetto. Non ho mai avuto un buon rapporto con il mio corpo, fin da piccola sono sempre stata presa in giro per il mio aspetto fisico; anche mio padre era, ed è tutt'ora solito offendermi, così che involontariamente attraverso lo specchio, quando mi guardo, io veda solo difetti.

A tutto questo si aggiunge il fatto che non mi piace essere al centro dell'attenzione, e sono molto ma molto insicura, e paranoica, proprio come adesso che temo, che lui pensi che io sia brutta.

Scuoto la testa per mandar via quei pensieri e mi ricompongo.

''Lui mi aveva detto che aveva pianto quando le aveva lette -sospiro- non capisco perché la nostra relazione sia così difficile, pensavo che i nostri ostacoli fossero finiti'' proferisco malinconicamente.

''Magari un giorno raggiungerete la pace ma sarà qualcosa di bellissimo, sarete liberi!!'' lo osservo entusiasmarsi a posto mio, e muovere le mani freneticamente.

Inevitabilmente cresce un sorriso sul mio viso a quella vista. Non capisco come fa, ma questo ragazzo trova sempre il modo per farmi sorride ed essere ottimista.

''Non c'è bisogno di fare pace; voglio solo regalargli la famiglia che non ha mai avuto; quella che ha ora, gli crea troppi problemi. Voglio prendermi per sempre cura di lui'' un velo di umidità si para davanti ai miei occhi castani.

Stupida sensibilità!

''Voglio dargli la figlia che ha sempre desiderato, e la moglie migliore del mondo'' continuo mentre sento un calore insistente espandersi sulle mie guance, credo che ora io sia rossa come un peperone.

Immagini di una folta chioma mossa castano chiaro, e del color verde smeraldo degli occhi della nostra piccola fanciulla, si fanno spazio nella mia mente.

''VOI e ripeto VOI dovete lottare, e vedrai che il futuro vi riserverà qualcosa di bello'' mi incita alzando il tono di voce esuberante, mentre si alza in piedi e mi guarda dall'alto.

''E se lui ha perso le forze per lottare?'' E' una delle domande che mi tormenta di più.

''Non credo proprio, credevo fosse lo stupido e tu invece la ragazza intelligente innamorata di lui; invece da come me lo hai descritto ora è un bravo ragazzo ma che ha i suoi problemi'' la sua schiettezza mi fa sorridere. Adoro il suo essere sincero, pochi ragazzi sono come lui.

''Ma sembra forte, un giorno ti riprenderà'' dice dolcemente quando si abbassa di nuovo alla mia altezza, e appoggia la sua mano sulla mia guancia accarezzandola leggermente.

Chiudo gli occhi istintivamente e mi lascio trasportare dalla dolcezza di questa carezza. Mi mancavano queste attenzioni, di solito Vincent non me ne dedica molte; invece, proprio questi piccoli gesti, per me, hanno più importanza.

''Lui è forte, lo è tanto, ma ha fin troppi problemi, non può pensare anche a me'' voglio fargli capire meglio la mia preoccupazione, ovvero quella di essere un peso per Vincent.

''Ma tu sei la sua salvezza''

''Posso salvarlo da tutto questo dolore?'' gli chiedo.

''Si che puoi, la presenza di una certa persona vale molto'' il suo sorriso è bellissimo.

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