CAPITOLO CINQUE

1K 45 1
                                    




<Allora, le nostre feste non sono esattamente come quelle vostre, per cui non lasciarmi mai, cascasse il mondo; ma se proprio dovesse cascare, non bere nulla che tu non abbia visto versare e non andare assolutamente nelle camere> si raccomandò la mia amica < e guarda che non è una frase fatta, come quella dei film o dei libri. Non devi assolutamente bere, Ludovica!>.

I due ragazzi, amici di Liam e Ivy, si diressero spediti verso gli alloggi del campus, mentre Liam rimase con noi.

<Ivy, mi raccomando a te!> le disse preoccupato per poi sorridere, vedendo la mia amica alzare gli occhi al cielo.

<Non ho mica due anni> rispose piccata.

<Per me resterai la piccola di casa a vita> le sorrise.

<Sì d'accordo, però ora sparisci!> 

<Ivy..> la guardò attentamente.

<Starò attenta e per qualsiasi problema ti verrò a cercare, giuro!>

Lui le scoccò un bacio in fronte, dopo averla presa per la nuca, e si dileguò all'interno degli alloggi.

<Forza!> mi disse, trascinandomi euforica.


Ci inoltrammo all'interno del campus, salendo le scale affollate di ragazzi, sorridenti e allegri, che avevano tra le mani bicchieri traboccanti di alcol; arrivammo fino al piano centrale, quello da cui partiva la festa e che quindi era il più affollato.

L' aria era intrisa dall' odore di fumo mischiato a quello dell'alcol e del sudore di tutti quei corpi che riempivano l'edificio.
Una sorta di pista da ballo era stata improvvisata laddove si univano i quattro corridoi del piano, ed era così gremita di gente da far stare tutti appiccicati gli uni agli altri; tuttavia nessuno sembrava scoraggiato dall'  idea di buttarsi tra la mischia, anzi erano in tanti quelli che si stavano unendo.
<Ti va qualcosa da bere?> mi chiese Ivy

<Sì, quello che prendi tu mi andrà benissimo!> le dissi, seguendola verso un bancone più improvvisato della pista.

Assaggi il liquido ambrato contenuto nel bicchiere e, come al solito, Ivy non aveva sbagliato a scegliere; bevemmo diversi bicchieri di quel liquido, prima che Ivy mi trascinasse in pista, dove ballammo per diverso tempo, strusciando i nostri corpi, l'uno contro l'altro, fino a quando non fummo quasi del tutto stremate.

<Ci vorrebbe un bel bicchiere d'acqua> le dissi, vedendola annuire.

<Purtroppo credo che la cosa più simile all'acqua qui sia la vodka, visto che è incolore> rise e io con lei.

<E allora che si fa?> chiesi bisognosa di bere, qualsiasi cosa.

<Beviamo un altro bicchiere di quel coso?>

Annuii e andammo verso il bancone; con il nostro bottino tra le mani andammo ad occupare un divano che si era appena liberato; mentre bevevo, feci vagare il mio sguardo tra i volti dei presenti, osservando la gente che si divertiva e che rideva senza un reale motivo; poi li vidi: due occhi blu ghiaccio si puntarono dritti nei miei, arrivandomi fin nel profondo, così intensi che, se anche avessi voluto, non avrei potuto staccare il contatto; lo guardai intensamente, catturando quanto più potevo, fino a quando non mi fece l'occhiolino e abbassai di colpo il mio sguardo.

Mi portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio, gesto che facevo quando ero imbarazzata, poi passai a tormentarmi le cuticole, arrovellandomi sulla possibilità di rialzare o meno lo sguardo per cercare quegli occhi; passarono pochi secondi e cedetti alla curiosità di rivederli, sfortunatamente, però, non li trovai.

Nati sotto la pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora