CAPITOLO SEI

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Era arrivata. 

Quella mattina avrei dovuto sostenere la mia prima lezione; per la prima volta mi sarei trovata dall'altra parte della cattedra e avrei dovuto cimentarmi in qualcosa di nuovo.

Mi svegliai un' ora prima del dovuto, a causa dell' ansia attanagliata allo stomaco; dopo aver rimesso in ordine la camera e aver dedicato quei buoni quaranta minuti alla doccia, indossai il vestito della mia laurea, con tanto di tacchi e giacchetta; arricciai leggermente le punte dei miei lunghi capelli, misi un po' di mascara e del blush.

Presi la borsa e il porta documenti, dove avevo riposto lo schema della lezione e uscii dall'alloggio.

QUESTA VOLTA CI TOCCA LA MENSA :)

Sorrisi al messaggio della mia amica e mi diressi verso la mensa.

<Buongiorno!>

Mi voltai, sentendo la voce di un ragazzo alle mie spalle <Ciao Liam!>

<Stai andando in mensa?>

<Sì, Ivy mi aspetta. Ti unisci?> chiesi.

<Sì, stavo andando anche io> mi sorrise e io ricambiai.

Entrati in mensa cercammo la chioma rossa di Ivy, che individuammo quasi subito.

<Ciao fratellone!> lo salutò Ivy, schioccandogli un bacio <state facendo conoscenza?>

<Più o meno> rispondemmo in coro.

Ci mettemmo in fila per la colazione e, una volta riempiti i vassoi, ci sedemmo al tavolo con degli amici di Liam; diedi alcuni morsi al croissant che, tutto sommato, non era male e ingurgitai diversi sorsi di succo d'arancia.

<Allora, anche tu studi letteratura inglese?> chiese Liam.

<Penso proprio mi tocchi> sorrisi <tu, invece?>

<Legge, integrata a scienze politiche>

<Wow> fischiai e Liam rise di gusto mentre il suo viso diventava un po' rosso, come se fosse imbarazzato < come mai questa scelta?>

<Più che altro è una cosa di famiglia, una tradizione> sorrise e guardò Ivy, catturato anche lui dallo sguardo contrariato che la sorella gli lanciò < che c'è? Lo sai che è vero..>

<Certo, ma non c'è bisogno che tu lo dica come se ti avessero infilato un bastone su per il culo>

Scoppiai a ridere mentre Liam lanciava occhiatacce alle mia amica <ne riparleremo> la minacciò.

<Certo, certo..> lo liquidò lei, cominciando una conversazione con altri ragazzi seduti al nostro tavolo.

<E invece te?> chiese, distogliendo lo sguardo dalla sorella e puntandolo su di me <perché lettere?>

Questa era facile, mai scelta, in vita mia, fu più azzeccata quanto la facoltà che era, ormai, diventata parte di me.

<Be'> cominciai, trasognante < fin da piccola, quando leggevo, mi capitava spesso di... perdermi tra le pagine del libro; le emozioni, i dispiaceri, le gioie e l'amore di cui gli autori parlavano, non solo rivivevano, tremendamente bene, nei peronaggi, ma prendevano vita anche in me; diventavo un tutt'uno con loro. Ancora oggi vivono in me e, come allora, sono in grado di condizionare le mie giornate, la me più profonda> osservai Liam, scrutarmi affascinato dalle mie parole, così abbassai lo sguardo sulla tazza di cui, per tutto il tempo in cui avevo parlato, ne avevo tracciato i contorni.

Nati sotto la pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora