Il resto di luglio passò in un batter d'occhio, tra i preparativi per la mia imminente partenza, le giornate al mare e le uscite serali.Agli inizi di agosto salutai Ivy e i suoi, che fecero ritorno nel Regno Unito, e che comunque avrei rivisto poche settimane dopo.
Il venticinque di agosto, data prescelta per la mia partenza, arrivò inesorabile impedendomi, in parte, di realizzare quello che sarebbe successo di lì a pochi mesi.
Con una lista infinita tra le mani e le valigie aperte, andavo spuntando ogni voce.
<Non ci credo!> disse mio padre <non hai ancora chiuso le valigie ?>
<E questo c'è!> esclamai, spuntando l'ultima voce < ho fatto!>
<Sembra che tu stia partendo per almeno dieci anni, senza possibilità di ritorno alla casa madre!>
<Antonio!> lo redarguì la mamma < sono cose necessarie!>
<Per carità, è risaputo che nel Regno Unito non ci sono negozi di abbigliamento, men che meno il fono. Voi donne, ci vorrebbe davvero un manuale!> sospirò, iniziando a prendere le valigie e portandole in macchina.
<Uomini!> disse mia madre seguendolo e schiacciandomi l'occhio.
Mi guardai intorno, cercando di imprimere ogni cosa nella mia mente. Annusai l'odore di casa, che non avrei sentito per i prossimi mesi, e cercai di chiuderlo per bene in uno dei cassetti della memoria; guardai le mura di casa, tapezzati dalle nostre fotografie; guardai ogni cosa, anche la più banale, cercando di portare con me il ricordo.
Poi uscii.<Mi sa che non c'è neanche il posto per te!> scoppiò a ridere mio padre mentre io e la mamma alzammo gli occhi al cielo.
Quaranta minuti dopo eravamo in aeroporto.
Lasciai le valigie da mettere in stiva e, con un piccolo trolley, andai spedita verso il check-in.
<Bene..allora..> dissi voltandomi, ma le parole mi si strozzarono in gola visto il forte abbraccio di papà.
<Sta' attenta!> mi sussurrò.
<E tu sta' tranquillo!> gli risposi, stringendolo più che potevo.
Quando toccò alla mamma, l'abbraccio fu bagnato dalle lacrime, alle quali si aggiunsero quelle di papà che, se fino ad ora aveva resistito, alla vista della mamma in lacrime, non riuscì più a trattenersi.
Quella sarebbe stata la cosa più difficile della meravigliosa esperienza che mi apprestavo a vivere: la mancanza concreta dei miei genitori, di un porto sicuro in cui tornare immediatamente, se fosse sorto un problema; la mancanza degli abbracci, dei baci e delle carezze giornaliere che avevano riempito da sempre le mie giornate; la mancanza della certezza di avere qualcuno, sempre al tuo fianco, pronto a proteggerti da tutto e tutti.
Mi addentrai nel percorso,delimitato dal nastro, che mi stava portando verso una nuova avventura.
<Ti vogliamo bene!> gridarono i miei.
<Vi voglio bene anche io!> gridai loro, asciugando l'ennesima lacrima.
〰SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti quelli che, anche se pochissimi, hanno cominciato a leggere questa storia. Siamo ancora all'inizio, la trama è quasi accennata, non gode ancora di vita propria; spero però che possiate appassionarvi e accomoagnarmi in questo percorso.
Questo è un capitolo di "passaggio" per questo è più breve deglia altri.
Spero vi piaccia e fatevi sentire lasciando un commento o semplicemente una 🌟
Baci! 😘😘
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Nati sotto la pioggia
عاطفيةCARTACEO PRESSO LA FELTRINELLI E IN TUTTI GLI STORE!! Ludovica Foschi è la classica ragazza timida e studiosa; una di quelle ragazze che si circonda di poche ma significative amicizie. Dopo aver frequentato l'università di Palermo ed essersi laure...