Arrivò con un'ora di anticipo, l'ansia era troppa. Si sedette, in attesa. Accese una sigaretta e cominciò a guardare la strada. Decise di ingannare l'attesa ascoltando un po' di musica e leggendo un libro. Mise il lettore musicale in riproduzione casuale, e passò subito Oltremare di Einaudi. Ottima per leggere Faletti. Prese il libro dallo zainetto che si era portato dietro.
Io uccido...
Non era solito scegliere libri del genere, ma era stato suo padre anni fa a consigliarglielo, e poi quelle parole lo avevano ipnotizzato, tanto da tenerlo attaccato al libro 24 ore su 24. Lo portava sempre con sé, e quando aveva un po' di tempo, lo prendeva e si ritrovava immediatamente nel Principato di Monaco, nei panni di un poliziotto americano alla ricerca del primo serial killer di Monaco, che annuncia le sue vittime tramite la sinfonia che fa ascoltare alla fine delle sue telefonate. Tanto ingegnoso quanto terrificante.
Assorto com'era nella lettura, non si accorse che il cameriere lo stava fissando aspettando la sua ordinazione. Alzò distrattamente lo sguardo, e balzò in aria per l'inaspettata presenza al suo fianco.
"Mi-mi scusi, non mi ero accorto fosse qui..."
"Non si preoccupi, l'ho vista intenta a leggere e non ho voluto disturbarla. Faletti? Mh, ottima scelta. Desidera qualcosa?"
"Grazie tante. Starei aspettando una persona, ma se nel frattempo potrebbe portarmi una bottiglietta d'acqua naturale, gliene sarei davvero grato."
"Arriva subito."
"Grazie."
Decise allora di chiudere almeno momentaneamente il libro, e si accese una sigaretta. Pensava che forse non sarebbe dovuto venire. Era certo che ormai lo vedesse come un cagnolino, che correva da lui ogni volta che ne avesse bisogno. Chissà cosa stava architettando questa volta. Un weekend a mare? Oppure nello chalet di montagna di suo padre? Qualsiasi cosa avesse in mente, lui avrebbe risposto con un NO secco, deciso. Non si sarebbe più sottomesso a lui, non più. Non voleva accettare la sua omosessualità? Bene, ciò non significava che non l'avrebbe dovuto fare neanche lui. E oggi glielo avrebbe detto. Sarebbe stata l'ultima volta che si sarebbero visti, e l'aveva appena deciso lui. Non riusciva più a sostenere una relazione clandestina, non ne aveva più le forze. Questa storia doveva finire qui.
"Ehm, ciao, sei Giacomo?"
Una voce femminile alle sue spalle lo distolse dai suoi pensieri. Si girò, e vide una ragazza bionda e con gli occhi blu. La felpa larga e i jeans stretti accompagnavano una corporatura leggermente robusta e due fianchi abbastanza larghi.
"Sì, sono io, posso esserti d'aiu-"
"Sono Clara."
La ragazza lo guardò, in attesa che lui la riconoscesse. Lui aspettò che lei dicesse altro. Quando la ragazza capì che non l'aveva riconosciuta, disse:
"Sono la ragazza di Luca."
Un brivido attraversò la sua schiena, e strabuzzò gli occhi per la sorpresa.
"Ah. Scusami, ma non ti avevo mai vista prima d'ora. Siediti pure."
Clara si sedette, e il cameriere prontamente arrivò al loro tavolo.
"Salve signorina, posso portarle qualcosa? Signore, la sua acqua sta arrivando."
"Potrei avere una bottiglietta di soda al limone? In vetro, per favore. E poi potrebbe portarci il menù dei primi?"
Giacomo si girò di scatto per guardarla, restando pietrificato: era lei che gli aveva mandato quel messaggio!
"Sì, sono stata io a chiederti di vederci per pranzo. Mi dispiace di averti ingannato, ma credevo avessi potuto rifiutare se te l'avessi chiesto direttamente io."
Giacomo continuò a guardarla a bocca aperta, senza riuscire a dire una parola. Dopo un po', disse solo:
"Perché?"
"Perché so tutto. L'ho scoperto due settimane fa. Sono rimasta sconvolta, senza parole, ho digiunato per giorni. Poi ieri Luca ha dimenticato il suo cellulare a casa mia, e ho colto l'occasione."
Giacomo sospirò.
"C'è qualcosa che posso fare per aiutarti?"
"Niente, assolutamente niente. Anzi, sono io che vorrei poter aiutare te. Io lo amo, ma lui non ama me. Io lo vorrei tutto per me, ma lui non vuole me."
Giacomo ascoltò in silenzio le parole di Clara: gli si spezzava il cuore a sentire le parole di una ragazza innamorata dal cuore spezzato, con le lacrime agli occhi e la voce spezzata dal pianto. Esattamente come lui.
"Clara, non devi fare assolutamente niente. Luca non ama, né vuole me. Mi reputa solo uno stupido giocattolo, ed è proprio a questo che intendevo mettere fine oggi. Non posso più andare avanti così, nascondendomi, nascondendo il mio vero essere, semplicemente perché lui non riesce ad accettarsi. Se davvero vuoi aiutarmi, digli che non voglio più né vederlo né sentirlo."
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Road to somewhere.
General FictionUn paesino di provincia, dove tutti condividono una mentalità chiusa e sono sempre pronti a giudicare e a puntare il dito contro gli altri. Una comitiva di ragazzi, stanchi dei panni troppo stretti che indossano dalla nascita, con la voglia di emerg...