Molte sono state le volte in cui ho pensato di scrivere.
La mia testa pullulava sempre di parole e pensieri coerenti e concatenati tra loro, in ognuno dei quali scoprivo una parte di me. Ma non riuscivo mai a scrivere ciò che provavo. Forse perché esprimere i miei sentimenti li avrebbe resi concreti e ciò mi spaventa; oppure perché la consapevolezza che tali emozioni siano reali mi renderebbe una persona "debole" e questo va contro ogni regola che mi sono imposta. Non so esattamente cosa mi abbia fatto cambiare idea, ma reputo che sia una conseguenza del fatto di trovarmi al limite della pazzia. Ci sono tante cose che in questo momento vorrei dire, ma il mio lato razionale mi deride per quello che sento e mi blocco.
Sono ridicola.
Non so chi leggerà queste parole che sembrano così superficiali, non riesco a comprendere a chi interesserebbe immergersi nella lettura di ciò che scrivo.
Capire chi sono attraverso pezzi di me non sarà semplice, ma sarà il modo più vero.
È proprio a questo che servono i diari, no?
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Un diario.
PoetryQuesta pubblicazione non può essere definita "libro". È solo un diario di una persona invisibile che sussurra la sua storia in un mondo sempre più rumoroso .