15/08
Combatto contro il sonno mentre lo stesso paesaggio di 2 settimane fa attraversa veloce i miei occhi. È arrivato il momento di tirare il resoconto di quest'estate, immagino. Guardo il mare che tra poco si prepara a essere illuminato da un'alba che corre e infuoca il suo cammino con il suo sangue dorato; è lo stesso mare che un tempo mi dava tanta allegria e entusiasmo. Ora quel mare è vuoto, non ha più significato, come ormai questa stagione. Staccarsi da un'abitudine è sempre terrificante, soprattutto se è l'abitudine di una vita. Ti chiedi come continuerà la tua vita da ora in avanti, come farai ad affrontare le tue giornate, un po' come se quel sentimento fosse una droga.
In queste due settimane ho dovuto staccarmi da molte abitudini, prima di tutto da quella di associare l'estate alla felicità. Perché l'estate adesso è grigia e mi scivola addosso senza lasciare ricordi, se non amari. Quelle che credevo mie amiche si sono rivelate solo abitudini temporanee e ingannevoli. Non che la cosa mi importi. Ma non posso fare a meno di chiedermi quando sono diventate così superficiali e viziate.
Tuttavia, in questi 15 giorni ho rivalutato me stessa e ho capito che ho più forza di quanto mi immaginassi. Ho compreso il valore dell'onestà e della lealtà. Ho imparato ad avere coraggio e a lottare con fermezza per i miei principi, perché, se si rinuncia ai propri ideali per i capricci di un altro, non si è che un'ombra: rinunciare ai dei principi vuol dire rinunciare a sè stessi; Ho imparato a essere fiera di me e a cercare di agire sempre nel bene.
Infine, ho imparato che l'unico modo per essere felici è accogliere a braccia aperte il proprio destino.
Non è stata quindi una perdita totale, ma in questo bilancio emotivo io finisco in rosso. Me ne vado consumata dai troppi litigi, dalle incomprensioni e dai legami che non ritorneranno mai più, che corrodono ogni briciola di speranza in me. Ed è con questi sentimenti, con il cuore un po' svuotato e la pancia un po' più piena che mi preparo ad un'altra avventura e a vivere la MIA estate, lontano dalle abitudini e dalle ombre dei miei vecchi affetti.01/09
Chiudo gli occhi e sono di nuovo lì, in quel pullman dove avevo passato troppe ore che lento attraversava le verdi vallate scozzesi. Chiudo gli occhi e riesco di nuovo a vedere quel paesaggio.
Quest'estate è stata, nonostante tutto, speciale. Mi sono persa, mi sono ritrovata, ho riassaporato il gusto del viaggio e ho imparato a non darlo per scontato. Ho visto il mondo e per la prima volta me ne sono sentita una parte.
Mi sono concessa di sognare, magari di una vita tranquilla in una casetta irlandese, nella periferia di Dublino e sono rimasta incantata dalla bellezza selvaggia dell'Irlanda e delle scogliere di Moher. Ci penso e un sorriso mi illumina il volto. Rivivo quegli attimi e quel senso di impotenza e libertà di quando ero a pochi centimetri dal vuoto. Rivivo gallway, Belfast, il passo del Gigante, i capelli al vento, la bellezza degli arcobaleni che illuminavano il cielo dopo gli improvvisi temporali.
La purezza di tutto ciò mi ha liberato e alleggerito da ciò che di negativo mi portavo dentro e gradualmente mi sono vista diversa. L'ho capito guardando le colline dolci e selvagge delle highlands, dove la nebbia cancellava l'orizzonte e gli altissimi pini puntavano al cielo.
Come una doccia d'acqua gelida, all'improvviso sono stata colpita dalla consapevolezza di chi io sia veramente. Ancora oggi non me lo spiego, ma è stato un miracolo.
Chi sono?
Sono i viaggi che faccio, le esperienza che accumulo, i momenti con la mia famiglia, ciò che penso, dico, i miei valori e le mie passioni. In quel momento ho avvertito che in tutti questi anni, pur avendo visto tutta Europa, sono sempre stata confinata in me, incatenata dall'ombra del panico che serpeggiava nella mia mente in ogni istante. Non ho vissuto a pieno quei giorni felici.
Ma allora, allora sono stata capace di percepire tutto ciò che mi circonda, il futuro che mi attende, la vita che non ho vissuto e i viaggi che non ho fatto.
Chiudo gli occhi e rivedo ancora il panorama che mi ha cambiata e che mi ha fatto realizzare per la prima volta che io non sono e non sarò mai solo un numero.
Grata ascolto il rumore della pioggia che cade mentre chiudo il libro dei ricordi di quest'estate su cui sta calando il sipario, un'estate in cui sono ritornata a vivere.
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Un diario.
PoetryQuesta pubblicazione non può essere definita "libro". È solo un diario di una persona invisibile che sussurra la sua storia in un mondo sempre più rumoroso .