Molte volte il mio sguardo osserva un punto fisso e distante, un punto che si trova nei meandri più oscuri della mia mente. Quando succede, le parole arrivano spontaneamente, come delle didascalie che descrivono quei frammenti di vita che mi scorrono davanti. Ne sono testimoni le note incomplete sul mio telefono, squarci di momenti che non ho mai finito di raccontare, ma che acclamano silenziosamente la loro esistenza per ricordarmi che ciò che è insito in esse è il mio essere. Sto ricominciando a riavvicinarmi alle parole e riesco a gestirle più naturalmente. Sembra quasi paradossale il fatto che mi risulti più difficile scrivere: vorrei dire tutto e niente, un flusso di coscienza costante che non ha veramente senso, lettere messe in fila che rendono reale ciò che mi passa per la testa. Anche adesso mi sto sforzando, perché senza scrivere resterei intrappolata in me stessa. La mia memoria si risveglia all'improvviso, facendomi ricordare migliaia di situazioni, facendomi ricordare ogni momento in cui avrei voluto parlare, rivelarmi a qualcuno di vicino ma non l'ho fatto. Questo perché non sarei più stata io. Le mie orecchie non sopporterebbero di sentire quelle parole che ammetterebbero che alla fine sono umana e provo emozioni. Devo tenerle nel profondo. Ma con il tempo si accumulano e l'unico modo per riportarle a galla è la scrittura. Per me, la scrittura è lo sfogo del cuore, l'unico mezzo che permette all'altra parte di me di comunicare con il mondo e di farsi scoprire anche dalla mia parte razionale. Scrivendo posso essere qualcun'altro rimanendo me stessa. Così, appena chiudo il mio quaderno oppure la finestra di testo, metto a tacere quella persona e ritorno ad essere razionale e apatica, in questo mondo dove le emozioni profonde vengono etichettate come un morbo contagioso che rovina l'apparente leggerezza della vita. Forse è per questo che me lo sono permessa, perché ho ancora un margine di controllo. Senza accorgermene, ho di nuovo lo sguardo perso nel vuoto mentre le mie dita si muovono in modo frenetico e trascrivono tutto quello che gli dice il cuore, quasi come uno spirito le animasse, quasi come fosse l'ultimo barlume di speranza per scacciare un po' di oscurità dalla mia anima. È arrivato il momento di chiudere il rubinetto delle emozioni e di riprendermi da questo torpore. È arrivato il momento di chiudere la casella di testo.
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Un diario.
PoetryQuesta pubblicazione non può essere definita "libro". È solo un diario di una persona invisibile che sussurra la sua storia in un mondo sempre più rumoroso .