Cap. 6

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Elena's POV

vuoi dirmi dove cavolo andiamo?- continuo a ripetere da venti minuti a Paulo.
Lui, però, non mi risponde, sorride e basta.
Sbuffo per l'ennesima volta e mi abbandono a guardare il paesaggio di Torino, fuori dal finestrino.

In qualche decina di minuti dopo siamo a Vinovo.
Gli scocco un'occhiata interrogativa.
-che ci facciamo qui?-
-voglio farti conoscere la squadra-
Sì salve a tutti sono l'amante di Paulo, ma vi prego non dite nulla ad Antonella. Penso fra me e me.

Parcheggia l'auto nei posti riservati e subito corre ad aprirmi la portiera dell'auto.
Mi tende la sua mano per scendere.
-che gentleman, Dybala-
-thank you- sorride.
In velocità mi attira a sè e mi lascia un bacio a stampo prima di appoggiare la mano sul mio sedere.
-tieni le mani a posto- gli punto il dito contro.

Entriamo e poi lo seguo fino ad una zona riservata dove ci sono tutti i giocatori della Juve che parlano tra di loro.
Vedono il numero ventuno ed iniziano ad urlare dei saluti poco fini.
-ragazzi contenetevi, lei è Elena- mi presenta appoggiando una mano al centro della mia schiena.
Il calore che si irradia dal suo palmo aperto mi conferisce quella sicurezza che mancava.

-ciao bellezza, io sono Gonzalo- si presenta Higuain.
Il secondo è Marchisio, dopo Buffon ed infine tutto il resto della squadra.

Sono tutti persone molto gentili, da quel che mi sembra.

Sto parlando con Daniele Rugani del più e del meno quando arriva Gonzalo.
-scusami, te la rubo solo un attimo-
Il giovane si fa da parte.
-allora che tipo di relazione c'è con Paulo?- domanda dal nulla.
Beccata.
-siamo solo amici- sospiro.
-ti dirò, non ho mai visto Paulo fissare così intensamente un'amica- lancia un'occhiata al numero ventuno.
-perché vuoi saperlo?-
-voglio soltanto vederci chiaro e poi mi sembri più simpatica di Antonella-
-grazie ma comunque non c'è nulla tra di noi- sorrido falsamente.
Sorride anche lui e poi va a parlare con Paulo.

-ti accompagno a Milano?- compare dal nulla il numero ventuno.
Annuisco e dopo aver salutato tutti i ragazzi saliamo auto.

La tensione si taglia con il coltello.
Lui continua a sbuffare, sospirare e scuotere la testa io sono appoggiata al finestrino e scruto il suo profilo con lo sguardo.
-si può sapere che hai?- domando dal nulla.
-hai detto ad Higuain che siamo amici- risponde dopo qualche minuto.

Le sue nocche diventano bianche attorno al volante.
-e ti arrabbi per questo? Paulo, l'ho detto per non far sospettare il tuo amico-
-avrei dovuto dirgli di essere la tua...amante?-
-no, questo anche no-
Mi accendo una sigaretta ricevendo un'occhiataccia dalla Joya.
-qui dentro non si fuma-
Apro il finestrino e poi appoggio i piedi sul cruscotto.
-sei impossibile- sorride.
-ecco, questo è il Paulo che mi piace-
-in che senso?-
-quando sorridi sei carino-
Metto una mano sulla sua nuca e accarezzo i capelli corti.

-adoro i grattini sul collo- muove la testa contro la mia mano e fa uno strano verso di apprezzamento con la bocca.
-gattino ricorda, hai una fidanzata che può farti le coccole-
-io e lei non passiamo da molto tempo momenti del genere, ci stiamo allontanando sempre di più-

Per quanto possa essere una notizia triste, devo nascondere un sorrisetto; ammetto che mi sto affezionando in maniera incontrollata a Paulo, anche se ogni istante che passa mi da sentire più in colpa verso Antonella.

Senza accorgermene arriviamo sotto il mio condominio.
-bhe, allora, ciao-
-vuoi salire per un caffè?-
-se non disturbo...-
-ma va, sali-
Parcheggia e poi saliamo con l'ascensore fino al mio appartamento.

-io vado a cambiarmi, tu fai come se fossi a casa tua-
Salgo a due a due i gradini e arrivo alla mia stanza.

Mi levo la camicia e i jeans in fretta e furia poi mi volto diretta al guardaroba trovandomi Paulo appoggiato ad esso.
Il suo sguardo sgranato parla da sè.

-la prossima volta sii meno silenzioso quando mi segui-
Cerco qualcosa di comodo da indossare nei cassetti.
Silenziosamente lui mi abbraccia da dietro facendo aderire il suo petto alla mia schiena, sentendo la pressione del suo pube lieventemente eccitato contro il mio sedere.
-che c'è Dybala, vuoi il secondo round?-
-non ti è bastato stamattina?-
-non mi basti mai- sussurra sfregando il naso sul mio collo.
-questa frase sdolcinata te la potevi risparmiare, ora col cavolo che te la darò ancora- ridacchio.
-come scusa?!- lancia un urlo poco etero.
Mi lancia sul letto ed inizia a farmi il solletico sui fianchi nudi. Mentre io mi dimeno come una forsennata lui ride e mi prende in giro.

Dopo quelle che mi sembrano ore finalmente la smette e si leva la maglia.
-adoro quando indossi la mia roba- risponde al mio sguardo interrogativo.
Alzo le spalle ed indosso il suo capo di abbigliamento, poi mi prende in braccio e scende velocemente le scale per poi buttarmi di peso sopra al divano.

Si siede accanto a me ed appoggia un braccio sopra alle mie spalle.
Struscio il viso sulla sua clavicola per aspirare a pieno il suo profumo per poi allungare le gambe sopra alle sue.
-sembriamo una coppia- sorrido.
-non c'è nessuno che può vederci- mi lascia un bacio tra i capelli biondi.

-è un bel divano questo. Sai cosa potremmo farci?- sorride malizioso.
Gli lancio un'occhiataccia.
-un bel fortino-
Ci lancio uno sguardo ed iniziamo a costruirlo.

Qualche cuscino e qualche coperta dopo ci troviamo nel nostro rifugio circondati dai cibi meno salutari della mia dispensa a parlare del più e del meno.
-io non ho mai capito quale tipo di rapporto c'era tra te e il biondino di X factor-
-perché vuoi saperlo?-
-ho il diritto di sapere se quello è un tuo ex o no-
-e chi ti da questo diritto?-
-il fatto che io ti abbia trovata nel mio letto dopo una presunta notte di sesso-
Si posiziona sopra di me.
-le prove sotto forma di foto sono nel mio telefono- sussurro per la distanza minima.
-prima o poi me le farai vedere- biascica a pochi centimetri dal mio viso prima di baciarmi con passione.
-comunque non mi stai rispondendo, stronzetta-
-sì, siamo stati insieme, niente di che- alzo le spalle prima di baciarlo.

Si posiziona tra le mie gambe, appoggia le mani sui miei fianchi e il bacio si fa sempre meno casto.
Gli abbasso i pantaloni e lui leva la mia, o forse sua, maglietta.
Passo una mano sul suo torace nudo per poi carezzare il suo membro eccitato.

Mi attira a lui e poi cinge con le braccia la mia schiena per slacciarmi il reggiseno.
Ci stacchiamo appena per respirare la stessa aria che, ormai, si è fatta pesante; poi riprendiamo a baciarci con la stessa passione.

-sono a casa!- sentiamo urlare.
-cazzo...vestiti, veloce!- ordino.
Indosso in fretta la maglietta e pui si infila i boxer.
-come cavolo faccio con questa?- indica la sua erezione.
Sbuffo e gli lancio un'occhiataccia.
Ci sistemiamo i capelli a vicenda e tentiamo di metterci nella posizione più naturale possibile.

-che diamine avete fatto?- compare Sofia davanti alla "porta" del nostro rifugio.
-un fortino, non si vede?-
-Elena, vieni un attimo-
Gattoni fuori e la seguo fino alla cucina.

-come spieghi quello?- indica il divano smontato.
-volevamo divertirci- alzo le spalle.
-mi prendi per stupida? Per poco il suo pisello rompe la stoffa dei suoi pantaloni per quanto eccitato-
Sgamata.
-senti per quanto mi riguarda potete anche farlo ma non voglio che tu soffra dietro ad un ragazzo fidanzato-
-sta tranquilla, non mi sto affezionando a lui-
No certo che no, ma ti pare. Io affezionarmi a lui? Come può essere possibile una cosa del genere.

Ti devo tutto. Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora