Elena's POV
Quando mi sveglio sono già atterrata e, ancora con gli occhi chiusi, recupero il mio bagaglio e successivamente l'auto. Saluto i miei parenti e guido fino a Torino fra vari sbadigli.
Devo recuperare il jet-lag italiano, a quest'ora starei ancora dormendo a Chicago.
Parcheggio l'auto salgo fino al secondo piano, senza suonare il campanello, ormai il portiere mi conosce e sa che voglio sempre fare delle sorprese a Paulo.Busso dunque alla sua porta, ma quello che mi trovo davanti è tutt'altro che rassicurante. Una ragazza, una fottuta e meravigliosa ragazza con gli occhi neri e i capelli pure.
-Paulo, è per te, io vado allora!- alza il tono di voce per farsi sentire poi mi supera e scende per le scale.Sento un sbuffo pesante arrivare dall'interno dell'appartamento. I miei piedi sono bloccati e non riesco a fare un passo.
Il suo sguardo cambia quando mi vede.
-guarda un po' chi ha deciso di tornare dopo la luna di miele con lo stronzetto che sembra una femminuccia- batte le mani teatralmente.
Le parole mi muoiono in gola.
-che c'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua? Sai Elena, quanto ho conosciuto credevo fossi diversa dalle altre, e invece non hai proprio nulla di speciale- pronuncia con cattiveria.
-chi cazzo era quella?- balbetto.
-non credo ti debba interessare-
-sono la tua ragazza, certo che mi interessa- la mia voce assume più vigore.
-no, non lo sei più-
Lacrime calde sgorgano dei miei occhi come se fossero un fiume in piena.Il suo sguardo cambia ancora.
-sei solo uno stronzo. Quella "femminuccia" come lo chiami tu è sì uno dei miei ex fidanzati, ma come te anche lui era occupato e ha preferito rimanere con quell'altra, è la prima volta che ci siamo visti in due anni! Sei contento? Spero tu possa esserlo finalmente visto che corso a cercare conforto in una persona diversa da me appena ho girato le spalle-Mi volto lascinando la valigia lì sul pianerottolo e scendo le scale.
-dove vai? Torna dentro- Paulo mi prende per il braccio.
-vado a Verona a vedere la partita che sta per iniziare, ma non lo faccio per te, lì c'è Sofia- mi libero e in fretta raggiungo il piano terra.Giudo veloce, anche se partita inizierà tra un'ora, so che la mia migliore amica è già lì per evitare di fare ritardo.
Raggiungo i posti in tribuna vip e come immaginavo lei è già lì, assieme a poche altre persone.
Mi siedo accanto a lei e le racconto tutta la storia.
-mi dispiace per come sia andata, aveva qualcosa di diverso quando ti guardava negli occhi- sorride premurosa asciugando le mie guance arrossate.
-ora ti sistemo il trucco e ci pensiamo quando torniamo a casa perché la partita sta per inziare e di sicuro ti inquadreranno- prende dalla borsa il correttore, l'eyeliner e il rossetto.
Le poche ore di sonno non mi rendono più bella, anzi.Il suo sguardo vaga per la tribuna, e io cerco di farmi piccola piccola, ma mi nota lo stesso. Entrambi cerchiamo di reprimere un sorriso.
L'arbitro fischia l'inizio della sfida fra Juventus e Hellas Verona.
Nel primo tempo, oltre ai vari tentativi di gol da parte del pipita, va ricordato quello di Matuidi. Mentre nel secondo tempo in aggiunta alla rete di Caceres, e più precisamente al settanduesimo Paulo si riesce a distinguere come un tempo.
Va davanti alla curva per segnare e dopo aver mostrato orgoglioso la maglia numero dieci se la alza rivelandone sotto un'altra.Riconosco la sua scrittura, non ci posso credere!
C'è scritto "Elena scusami, ma ti amo troppo", lui è proprio matto.
Sorride come un bambino indicandomi dopo aver fatto la Dybala mask.
Cerco di non arrissire di non sorridere, in teoria dovrei essere arrabbiata con lui. Ma tutto è scomparso con questo gesto di amore fin troppo plateale anche per lui.-immagino tu non sia più incazzata con lui- Sofia mi prende in giro alla seconda esultanza dell'argentino rivolta verso di me.
-oh sta zitta!- la spitono.
-pensa già a cosa dirgli a fine partita-
Non la smette la piccola stronza.L'arbitro fischia tre volte, la partita è finita e mando un messaggio con scritto che lo aspetto nel parcheggio al numero dieci appena lo vedo dirigersi verso gli spogliatoi.
Trascorro molti minuti pensando a ciò che devo dire o al fatto che lui non arriverà mai perché non ha letto il messaggio, tutti complessi inutili che si dissolvono quando lui si presenta davanti a me, ancora con i capelli umidi.
-ehi- tenta di dire cauto.
Le mie dita formano un segno preciso sulla sua pelle ancora arrossata dalla doccia.
-ma che?- borbotta dolorante.
-questo è per avermi fatto piangere e per aver fatto tutto quel casino solo per me-
-"solo per te"? Elena sei una delle persone più importanti per me, erano mesi che volevo farti una dedica del genere e mi dispiace di averti fatto piangere non era mia intenzione, ma ero accecato dalle gelosia. Con quella ragazza non ho fatto nulla, è semplicemente la sorella di Giorgio, ogni tanto mi confido con lei- prende le mie mani nelle sue.
-davvero?-
-sì, è tutto vero-
-ti amo, Paulo- questa volta sono lacrime di gioia.
-anche io nena- mi bacia.The end
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Ti devo tutto. Paulo Dybala
أدب الهواةCosa succederebbe se la Joya della Juventus incontrasse la vincitrice di X Factor?