Cap. 8

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Elena's POV

-perché io ho distrutto la vostra relazione in una sola notte e non avrei dovuto farlo. Che diranno poi i giornali-
-ma ti senti, Elena?-
-ti stai facendo dei viaggi mentali assurdi, non ti importa di quello che penso io?-
-certo che mi importa per questo sto dicendo che non dobbiamo mai più vederci, è per il tuo bene-
-faresti il mio bene rimanendo con me, io ho un disperato, incontrollato bisogno di te, come qualcosa che nasce da dentro appena mi sei vicina. Ho bisogno del tuo profumo esageratamente dolce per dormire bene la notte, delle tue labbra sulle mie. L'altro giorno ho detto il tuo nome mentre facevo sesso con Antonella, ho dovuto immaginare il tuo corpo sopra al mio per riuscire a venire- scandisce bene parola per parola.
-Paulo...- gemo di disperazione.
-non so nemmeno io cosa sta succedendo, mi sembra di essere tornato un adolescente-
Sorrido amareggiata.
-non puoi farmi questo-
Si avvicina pericolosamente al mio viso.
Il suo respiro caldo che si infrange contro il mio.
-voglio baciarti- sussurra.
-non farlo è sbagliato-
-risposta errata, avresti dovuto dire "fallo"-
Mi bacia dolcemente.
Mordicchia il mio labbro inferiore prima di far incontrare le nostre lingue. Niente di irruento o focoso, ma non meno togli fiato. Un bacio d'addio.

-non voglio obbligarti a scegliere tra me ed Antonella- le lacrime mi bagnano il volto.
-non scappar da me, dai tuoi sentimenti. Ti prego-
Scuote la testa poco convinta.
-hai bisogno di schiarirti le idee ed anche io-
-di quanto tempo hai bisogno?-
-mi farò viva io- sorrido amara.

Gli lascio un ultimo bacio a stampo e mi giro nella direzione opposta.

-¿todo bien?- sento dire alle mie spalle.
Mi volto e trovo Gonzalo a pochi passi da me.
-ti sentivo piangere. Vuoi un abbraccio?-
-no, tranquillo- tiro su col naso.
-sì che ti serve un abbraccio, dai vieni qui- allarga le braccia attorno al mio corpo.
-che è successo?-
-un casino con una persona-
-la mia fidanzata mi ha riferito quello che ti ha detto Antonella, era seduta lì ed ha sentito tutto-
-ti prego non dirlo a Paulo-
-sta tranquilla. Non glielo dirò. Tu come stai?-
-male, ho soltanto voglia di piangere-
-senti, un giorno vengo a Milano e se vuoi andiamo a prendere un caffè così ti tiro su il morale-
-mh volentieri pipita-
-io vado allora, non stare troppo male per lui-
Annuisco.

Esco dallo stadio e torno a casa con le mie amiche in religioso silenzio, avvolta dai miei pensieri.

***
Un paio di giorni dopo sono al bar sotto casa per prendere un caffe con Gonzalo.
-hey querida, ti trovo uno...schifo- si abbassa gli occhiali da sole per guardarmi meglio.
Ammetto che con la tuta del pigiama, i capelli legati, struccata e con gli occhiali da sole per non far vedere le occhiaie dovute all'insonnia e alle lacrime non sono proprio bellissima.
C'è un lato positivo in tuttp ció, nessuno dei miei fan mi ha riconosciuta in questo stato pietoso.

-neanche tu sei tutta 'sta meraviglia- noto che è vestito come me.
-come stai?-
-mi manca. Il pigiama e il divano sono diventati i miei migliori amici, così come le occhiaie, è la prima volta che esco da due giorni e non ho mai fumato così tanto. So che non è passato molto tempo e non ne abbiamo trascorso tanto assieme, fa strano tornare a dipendere da qualcun altro dopo un lungo periodo di solitudine-

-cosa posso portarvi?- ci viene vicino la signora che gestisce il bar e che a volte mi porta su, a casa, qualche brioche avanzata.
-un bicchiere d'acqua e un cornetto alla Nutella- sorrido gentilmente.
-un cappuccino-

-lui come sta?- chiedo quando la vecchietta se n'è andata.
-il primo giorno non è venuto ad allenamento, sono andato a casa sua e l'ho trovato circondato da bottiglie alcoliche che parlava a vanvera, forse aveva anche pianto prima che arrivassi-
Mi si stringe il cuore ad immaginarmelo così, solo e senza il mio aiuto.
-non c'era Antonella a casa?-
-no, era al lavoro. Comunque ieri si è presentato agli allenamenti, ma non ci stava con la testa. Era assente e scontroso-
Annuisco incapace di parlare, ho preso questa decisione per lui ed invece l'ho rovinato.

Mangiamo in silenzio e poi ci salutiamo con un lungo abbraccio.
-ti prego, se gli dovessi parlare, digli che sto bene, che l'ho dimenticato. Lui non deve stare giù di morale per una come me. Io non lo merito-
-sarà fatto, però smetti di piangere-
Come fosse facile.

Paulo's POV (siamo tornati indietro al giorno della partita)
-hey Joya tutto bene?- Marchisio esce dallo spogliatoio.
-sì perché?-
-certo, dillo ai poveri capelli che stai torturando, guarda che diventerai calvo-
Sistemo l'accongiatura con le mani.
-senti, forse non sono affari miei ma Roberta mi ha riferito di aver sentito Elena ed Antonella parlare o meglio Antonella minacciare Elena, dicendole che è una troia, che non ti merita e di starti lontano-
-non ci posso credere-
-credici, credici-

***
Sto da schifo, emotivamente e fisicamente. Non avrei mai dovuto bere così tanto per provare a dimenticare Elena, tutto inutile; l'unica cosa che ricordo, oltre alla bionda che bloccata lì nella mia mente, è Gonzalo a casa mia che mi rimprovera mentre vomito anche l'anima.
-ridurti così per una ragazza e per giunta nemmeno la tua fidanzata-
-amigo, tu si che mi fai sentire meno una merda-
-perché?-
-cosa?-
-perché proprio una col cervello e non una delle centinaia di galline tra cui potevi scegliere, quella sera eri ubriaco e non potevi essere attirato da una ragazza tutta tette?-
-come fai a sapere di quella sera?-
-Marchisio mi ha raccontato tutto-
-vecchia suocera- borbotto.

Mi lavo i denti e lui cerca un'aspirina nel mobile sopra al lavandino.
-di sicuro lei si sarà già dimenticata di te e sarà andata avanti- cerca di spronarmi.
-non voglio che lei si dimentichi di me, di quel che è successo in questo poco tempo-
-come sei drammatico, senti non dovrei dirtelo ma domani vado Milano per prendere un caffè con la bionda e vedrò come sta-
-ti prego dille che mi manca tantissimo-
-va bene, ora rimettiti, ti voglio vedere agli allenamenti-
Annuisco e lo accompagno alla porta.
-cos'ha lei di speciale che le altre non hanno?-
-con lei sono diverso, forse felice. Con lei è tutto diverso. Per quanto poco lei mi faceva sentire importante, senza nessuna paura o insicurezza ed è per questo che ho bisogno di lei-
-perché non lasci Antonella se provi questo per Elena?-
-non lo so, non lo so-

-allora com'è andata? Come stava che ti ha detto?- domando appena il Pipita mette piede in casa mia.
-bhe lei mi ha chiesto di raccontarti che sta bene, che è felice e soprattutto che ti ha dimenticato, ma non è così. Le manchi tantissimo ed è distrutta, forse sta peggio di te-
-sta così male a causa mia?-
-non dire così...-
-cazzo mi sento così in colpa, non si merita questo-
-ha anche detto che lei non ti merita-
-cazzate...devo andare a subito a Milano e trovare il modo di farmi ascoltare-
Prendo il telefono, le chiavi di casa e della macchina.
-calma tigre- mette le mani sulle mie spalle. -non farlo se ci tieni a lei rimani qui. Elena sta soffrendo per te e se dovessi andare da lei, la renderesti ancora più triste-
-quindi che faccio?-
-non andare per nessun motivo a Milano, fai il bravo fidanzatino e forse lei si farà viva, prima o poi-
-ma lei mi manca, tantissimo-

Ti devo tutto. Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora