Capitolo 1

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Sono due mesi che vivo qui e non é cambiato niente, la noia mi perseguita e l'angoscia é mia amica. Beata la mia terra, quanto mi manca, maledetti i miei genitori.. ma perché poi mi chiedo?

Sto pensando a queste cose mentre mi preparo la borsa, é halloween e c'é una di quelle feste, alla quale so già che mi annoierò. Ma inutile dire che é sempre meglio uscire di casa e fare qualcosa che assillarmi la mente con questi pensieri. 

Le mie amiche mi stanno aspettando, ci prepariamo tutte a casa di Manola per poi andarci in motorino. Salgo in cucina, guardo mia madre che con il suo modo di vestire fa invidia ad un hippie, e mi meraviglio come faccia sempre e comunque ad essere bellissima. Nonostante tutto aggiungerei. 

<Mamma mi devi accompagnare da Manola, ci prepariamo da lei, stasera c'é la festa>

<Ja mein Schatz, wir gehen gleich>  tradotto in poche parole sarebbe un si andiamo subito, perché si ostini a parlarmi in tedesco proprio non lo capisco. 

Dopo cinque minuti mi ritrovo davanti Manola che in tutta la sua bellezza con un pigiamone di pile mi aspettava, magra come un frusciello con quei capelli lisci e biondi che le arrivano alle spalle e due occhi marroni da cerbiatta che a lei non piacciono ma a me fanno solo invidia. 

Sua madre, bravissima donna apparte la sua perenne ansia, é felice come sempre di vedermi nonostante non approvi questo nostro continuo andare a feste del genere; come biasimarla ma d'altronde cosa vuoi fare in un paesino del genere in cui passano più furgoncini della spazzatura che macchine. 

Dopo cena arriva anche Ludovica, sempre allegra con quei suoi capelli ondulati e biondi e due occhi azzurri così grandi che avvolte ti inquietano. Vorrei essere spensierata come lei, non pensa mai a niente, agisce e basta, se ne frega di tutto e tutti. 

Indosso un paio di pantaloncini neri di pelle e un top in pizzo con i miei stivaletti neri semplici, lascio i miei capelli lunghi e ramati sciolti dopo che Manola mi passa la piastra, non so truccarmi quindi opto per un rossetto rosso acceso che mette in risalto le mie labbra carnose e un pó di mascara sui miei occhi che oggi sembrano più verdi del solito. Ci facciamo i soliti selfie allo specchio e siamo pronte, in confronto a loro mi sento inferiore, sono un anno più piccole di me anche se non si direbbe e mi ci trovo davvero bene. 

Arrivate alla festa c'é già casino, la prima cosa che faccio é accendermi una sigaretta per tranquillizzarmi e mettermi a mio agio senza sembrare un manico di scopa. Quando entriamo capisco subito che c'é troppa gente anche per ballare, non che mi andasse. Manola va a salutare il suo ragazzo, uno stolto e troppo piccolo di cervello per stare con lei, non capisco perché ci stia ma mi é indifferente. 

Dopo un'ora ho perso le bimbe e non mi va di inoltrarmi in mezzo a quella massa di gente sudaticcia per cercarle, vado fuori mi siedo sul muretto e accendo l'ennesima sigaretta della serata. Mi stavo tranquillamente facendo i cazzi miei quando un ragazzo tutto traballante e piegato a metà mi si avvicina:

<Ehy bella c'é mica spazio anche per me?> 

Da quello che posso notare non é molto alto, capelli ricci in un codino portati indietro da una fascetta bianca e qualche rasta qua e lá. Ha la pelle color cappuccino, ma quello che si nota di più  é il suo sorriso estremamente bianco e perfetto, direi bellissimo. 

<Se proprio devi> gli rispondo indifferente spostandomi. 

Vedo che sta per dirmi qualcos'altro con quel sorriso e gli occhi persi in chissà quale mondo quando si avvicina un gruppo di ragazzi.

<Scusalo, non é in sé> mi dice uno. 

<Non sono scema, l'avevo capito>

Il ragazzo, che nel frattempo si é seduto accanto a me, inizia a ridere sguaiatamente, é proprio andato. I suoi amici lo prendono e lo portano via senza aggiungere altro, mentre lui continua  a ridere traballando a destra e a sinistra. 

Sorriso strano il suo, penso, gli occhi non sembravano seguirlo come se si trovassero in un altro posto a guardare chissà cosa. Non mi importa, é arrivato il momento di trovare le altre, così buttando la sigaretta rientro dentro. 

Dopo mezz'ora trovo Manola e Ludovica, quest'ultima la sta consolando perché ha visto il suo ex con un'altra. Come fa a starci tanto male dopo 8 mesi che non stanno più insieme non lo capisco, ma me lo tengo per me. Che serata di merda. 

Sono a casa e sdraiata nel mio letto penso a Fede, lui si che mi manca.. gli abbracci del tuo migliore amico non puoi dimenticarli, così senza pensarci due volte glielo scrivo e mi addormento. 



Odio il lunedì come qualsiasi altro adolescente. Sul pullman sono con le bimbe e le cuffiette nelle orecchie, non ho studiato niente per oggi ma poco me ne frega. Il pullman si ferma e all'ultimo vedo salire un ragazzo che si appoggia in piedi alla porta guardando dritto davanti a se con le cuffiette nelle orecchie. Lí per lí non ci faccio tanto caso e abbasso lo sguardo, non é mio solito fissare la gente. Ma poi un'illuminazione mi colpisce, é il ragazzo perso della festa! Dal suo sguardo non lo riconoscevo, sembra un'altra persona.. Sembra vivere su un altro pianeta senza rendersi conto cos'ha davanti. Incrocia il mio sguardo per sbaglio, ma non mi riconosce ne mi nota, ha solo dato uno sguardo al pullman. 

Ti salvo ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora