Capitolo 4

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Mi giro con tutta l'indifferenza che riesco a mostrare e lentamente gli sbuffo il fumo in faccia
<Come puoi notare ho già fatto da sola, grazie>
Mi guarda, lo guardo.
Spavaldo, sicuro di sè, con il suo bel sorriso stampato in faccia. Non è un sorriso vero, bensì provocatorio. Non mi conosce.
<Non vuoi sapere come mi chiamo?>
Me lo chiede come se chiunque vorrebbe saperlo, lì capisco che è abituato alle attenzioni di qualsiasi ragazza, o almeno così pensa.
<Non chiedo il nome a chi non mi interessa conoscere>
Ride, è compiaciuto dalla mia risposta, ma noto che non se l'aspettava.
<Bene, allora te lo chiedo io.. Come ti chiami?>
Quel sorriso mi sta urtando il sistema nervoso. Perché non se lo leva dalla faccia? Peggio di un pagliaccio. Dov'è Manola quando serve! Così mentre mi guardò in giro gli rispondo
<Come ho già detto non mi interessa conoscerti, quindi non saprai il mio nome, buona serata>
Faccio per girarmi ma lo sento mentre dice
<E se già lo sapessi?>
<Impossibile, non lo puoi indovinare tanto facilmente>
Me ne vado, lasciandolo li, non mi segue e non continua, mi fa piacere.
Mentre mi allontano noto uno sguardo, è Ric. Mi guarda male, mi avvicino.
<Cos'è quella faccia?>
<Cosa ci facevi con lui?>
<Non mi piacciono le risposte con altre domande>
Mi guarda, si accende una sigaretta, sta zitto. A metà me la passa, l'accetto. Poi lo sento dire
<Non so molto di lui, ma quello che so può bastare, lascialo perdere>
<Ehi che fai ti preoccupi per me?>
<No, ma non ho voglia di sentire le tue lamentele, quindi fidati e lascia perdere>
<Non ho mai iniziato, tranquillo>
Sta per rispondermi ma sento Manola gridare il mio nome e sbracciarsi per farsi vedere, Riccardo mi fa un cenno con la testa e va via. Vallo a capire.
<Cavolo Manola ma dov'eri?>
<Ehi sei tu che ti sei persa! Neanche il tempo di salutare qualcuno che non ti ho più vista>
<Ma sei st..>
<RAGAZZEEEE>
Mi giro, Ludovica in tutta la sua allegria ci raggiunge. Solare come sempre lei.
<Andiamo dai, so io come smuovere questa festa>
Neanche 10 minuti dopo siamo sedute dietro i capannoni della fiera a fumare una canna. Loro ridono come delle pazze, Ludovica ha certi occhi che fa invidia a Dracula e Manola ride con le lacrime agli occhi. Il mio cervello si è volatilizzato per un po', è leggerissimo. O forse pesante? Non lo capisco ma mi sta bene così perché per una volta parlo e agisco senza pensare. Manola mi guarda
<Pensi a lui?>
<Ma a lui chi? Manola oggi sei strana>
<A noi puoi dirlo!>
<Non so di cosa tu stia parlando>
Non continua, è troppo presa nel ridere di Ludovica facendole un video. Meglio così.
In momenti come questi mi sento in una bolla. Non sono io, questa non è la mia vita, questo non è il mio posto.  Mi capita spesso di sentirmi così, tipo tutte le mattine sul pullman mentre vado a scuola, estraniata. Come se non appartenessi a questo posto, le mie azioni sono automatiche, faccio cose che non mi appartengono, vivo una vita che non sento mia. Voglio tornare a casa, lo penso ogni sera.
All'una sono a casa, mia madre mi guarda con quel suo sorriso dolce e apprensivo che a me non fa altro che farmi salire il nervoso ancora di più, mi fa arrabbiare
<Meine Liebe, com'era la festa? Ti sei divertita, potevano dormire qua Manola e Ludovica, non ci sono problemi lo sai>
<Mamma ho solo fame, cosa c'è?>
Mi guarda scocciata dalla mancanza di risposte alle sue domande e inizia a tirare fuori cracker biologici, biscotti biologici, un cetriolo, cereali biologici.. Cavolo sono un'adolescente ho voglia di schifezze!
<Lascia perdere, prendo un bicchiere d'acqua, buonanotte!>
La vedo mentre scendo le scale per andare in camera mia, è rimasta con la roba in mano, con uno sguardo afflitto. Mi dispiace provocarglielo, ma ultimamente non accetto niente che non rientri nei miei piani, sono difficile lo so.
Entro in camera mia, tutte le foto appese alla parete mi investono di ricordi. Eccola la mia vita! La mia terra! Il mio mare! Sfioro la foto con Fede e decido di chiamarlo
Al secondo squillo mi risponde
<Amore!>
<Ciao coglions>
<Ehi ehi iniziamo bene>
<Stai zitto>
<Allora che mi hai chiamato a fare? Ahaha>
<Mi manca tutto>
<Lo so, ma verrai d'estate>
<Manca tanto>
<Se magari smetti di pensarci di continuo te ne accorgi meno sai>
<Facile a dirsi>
<Dormi è tardi>
<Hai così tanto da fare?>
<No ma ti conosco, se non dormi abbastanza diventi più irrascibile del solito ahahah>
<Vaffanculo>
<Ti amo anche io>
<Buonanotte>
<Sogni d'oro>
Attacca. Lo odio, lui ride sempre, ma come fa?
Decido di dormire anche io, ha ragione lui, se non dormo abbastanza divento più acida del solito, per fortuna domani è domenica.

Quando mi sveglio sono già le 11.30. Di routine stacco il telefono dal carica batterie per guardare le notifiche o i messaggi che mi sono arrivati. Ma questa volta rimango con il telefono a mezz'aria mentre leggo un unico messaggio sullo schermo del telefono da un numero a me sconosciuto, dice solo una cosa.. per meglio dire un nome, il mio
"Eryn"

Ti salvo ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora