Capitolo 5

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Ma perché mi sto agitando tanto? Ok, uno sconosciuto sa il mio nome.. forse Manola ha cambiato numero? Ludovica magari? Lara?? Calma ricominciamo. Mi alzo, faccio una doccia veloce, mi schiarisco le idee.. Mi guardo allo specchio, accarezzo i miei capelli lunghi fino alla vita, calma.
La verità è che una piccolissima parte del mio cervello sta pensando una cosa, ma.. no! Non è così, punto.
Ragiona Eryn.
Ma certo! Lo stalker! Lo sblocco, gli scrivo
<Ugo>
Non tarda a rispondermi
<Non mi avevi bloccato?>
<Perché mi hai scritto?>
<Io? Mi hai bloccato, non avrei potuto anche se avessi voluto>
Vado sui messaggi, lo apro, guardo il numero, torno su WhatsApp.. non è il numero dello stalker. Si, ormai lo chiamo così.
<Scusa, mi sono sbagliata, ciao>
Ora cosa faccio? Rispondo? No.
Salgo in cucina, mia madre indossa una salopette di almeno tre misure più grandi della sua, è magrissima.
<Ja Du, guten Morgen>
<Parla italiano>
<Mi capisci benissimo>
<Si, giorno anche a te>
<Devi studiare oggi?>
<No>
Bugia. Devo studiare eccome, ma non ho voglia. La lascio così in cucina e decido di chiamare Lara, è tanto che non la vedo.
<Ehi sei viva allora!>
<Sei tu che sei sempre impegnata con il tuo ragazzo Lara>
<Okok, ci vediamo oggi?>
<Vengo io>
<Ti aspetto>
Attacco. Lara è stata la mia prima amica qua, ci siamo conosciute nel gruppo della chiesa, vi ho preso parte solo per conoscere qualcuno, non credo in Dio, almeno non in quello che predica la Chiesa.
Alle 15 sono da lei, ha una bellissima casa in mezzo ai boschi, adoro questo posto, sembra di essere all'interno di una fiaba, distante da tutto ciò che in realtà mi circonda e non mi piace.
Ci mettiamo sul dondolo. La guardo, i suoi capelli ricci e corti le incorniciano il volto dalla pelle olivastra, non è bella ma ha qualcosa che colpisce, forse il sorriso oppure quello sguardo di cui non puoi fare a meno di fidarti.
Così senza pensarci due volte, mi accendo una sigaretta e le racconto tutto. Dallo stalker, alla festa di Halloween fino alla fiera e il messaggio. Mi piace, sa ascoltare e non mi interrompe mai. Quando sono già ormai alla terza sigaretta e ho finito di parlare siamo in silenzio finché lei esordisce.
<Sei curiosa di sapere chi è, rispondigli>
Ha ragione, sono curiosa, ma qualcosa mi blocca.. Non voglio che quel pensiero che sto cercando di nascondere nella mia testa si realizzi.
<Forse, ma a cosa servirebbe?>
<Ti levi il dubbio>
Lei ha capito perfettamente cosa mi assilla.
<E se è lui?>
Esprimo il mio dubbio a voce alta.
<Cosa ti cambia? Ti interessa?>
<No, ma non mi piace. Saprebbe chi sono, e ha il mio numero! Com'è possibile?>
<Se non rispondi non puoi scoprirlo, magari ti stai sbagliando>
Non le rispondo, prendo il telefono e metto Vasco. Insieme cantiamo sulle note della canzone Vivere. Mi mancava, con lei mi sento un po' più me stessa, le voglio bene. Non gliel'ho mai detto, ma lo sa ne sono sicura.

A casa provo ad aprire il libro di storia, leggo qualche pagina e lo richiudo. Matematica non ci provo neanche. Mi metto a letto e ricomincio a leggere il mio libro preferito, dovrei dire la mia saga preferita: Harry Potter. Forse è infantile, ma cosa c'è di meglio se non scappare in un mondo parallelo? Vivere un po' nella fantasia fa bene, almeno a me.
Ormai è l'una e domani mi devo alzare alle 6.20, dio la scuola!
Imposto la sveglia e blocco il telefono, ma qualcosa mi disturba.
Devo farlo, devo rispondere e levarmi questo cazzo di dubbio, mamma mia come la faccio lunga! Perché mi sto assillando tanto
<Si sono io, e tu sei?>
Mandato.
Faccio per rimettere il telefono apposto ma lo schermo si illumina.
<Visto? Ho indovinato>
Non è possibile, penso.
<Chi ti ha detto il mio nome?>
Nuovamente la risposta non tarda ad arrivare.
<Abbiamo qualche amicizia in comune>
<Impossibile, non ho a che fare con gente come te>
<Perché io come sono?>
E ora cosa gli dico?
Convinto, drogato, insopportabile, stupido!
<Non lo so e non mi interessa>
<Come fai a giudicare senza conoscere?>
<Mi è bastato quello che ho visto>
<L'apparenza inganna cara la mia Eryn>
<Senti cosa vuoi?>
<Conoscerti>
Sfacciato, non ho altro da dire.
<Mi dispiace per te, ma a me non interessa, ciao>
<Ne sei sicura?>
<Assolutamente.>
Aspetto.. Nessuna risposta, forse l'ho convinto.
Provo a dormire, ma qualcosa mi turba nuovamente.. Si è arreso? Pensavo facesse sul serio dopotutto..
Non gli ho neanche chiesto come si chiama, penso..
Ma cosa sto pensando?! Meglio così, un problema in meno. E lui ha l'aspetto di un enorme problema.

Se solo avessi saputo che il problema non era lui, ma eravamo noi.

Ti salvo ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora