Capitolo 7

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Ho iniziato a parlare con Ugo. Non sempre, mi scrive lui quando non è con la sua ragazza. In realtà la situazione non mi piace, però qualcosa mi spinge a continuare, è diverso. Lui dice di volermi conoscere a fondo ma la verità è che quello che si sta facendo "analizzare" da me è lui.
Non sono le solite conversazioni del come stai o cosa fai. Si parla del mondo, di saper vivere, del futuro, dei sogni nel cassetto, delle paure.. dell'oblio. Ho capito che quella è la sua più grande ansia, anche se non l'ha mai detto esplicitamente.
In sintesi, mi intriga.
Ma sono solo parole su un cellulare, perché il resto sono sguardi veloci a scuola, in cui i nostri occhi non si incontrano per più di 5 secondi.
No, non sto dicendo che vorrei di più, ma forse sarebbe un buon compagno di vita, come amico.

È mercoledì e domani non c'è scuola, si festeggia il patrono della città. Hanno organizzato una di quelle solite feste a cui, come sempre, parteciperemo.
So già che passerò la serata seduta sul muretto a stempiare 20 sigarette, ma non potevo rifiutare difronte all'entusiasmo di Manola e Ludovica.

Siamo arrivate da circa un quarto d'ora, stiamo ballando come delle stupide in mezzo a tutta questa gente e devo dire che mi sto divertendo abbastanza, strano. Ludovica mi fa il segno di uscire per andare a fumare una sigaretta, la seguo.
Ci sediamo sul muretto.
<Guarda Manola che scema, siamo davanti a lei e non ci vede ahahah>
Osservo la mia amica guardare a destra e a sinistra con una faccia sperduta, sto per alzare un braccio per farle notare che siamo proprio sotto il suo naso quando noto qualcosa, per meglio dire qualcuno.
È da solo, appostato all'angolo dell'edificio, sta rollando una cartina, suppongo sia una canna. Lo osservo mentre se la accende e alzando la testa al cielo con gli occhi chiusi fa uscire lentamente in una scia il fumo. Fumo denso.
Come se si fosse accorto del mio sguardo, si gira, incatena i suoi occhi ai miei.
Non è il solito sguardo strafottente, c'è qualcosa di spento, sembra vivere in una bolla. Io so cosa significa stare dentro a una bolla.
<Eh menomale non ti interessava! Lo stai spellando con quello sguardo>
Manola interrompe i miei pensieri, e sopratutto il nostro sguardo, sventolandomi una mano davanti agli occhi.
Non so perché, ma glielo chiedo
<Come si chiama?>
Mi guarda compiaciuta, come se sapesse che prima o poi ci sarei cascata.
<Jago>
<Jago Torres>
Aggiunge Ludovica
Che razza di nome è Jago?!
<Sentite che bella canzone, andiamo a ballare>
Mi guardano stupite dal mio repentino cambio di argomento, l'ho fatto apposta.

Sono almeno venti minuti che sto ballando con Diego, è un bel ragazzo, simpatico e so che ci sta provando ma mi sto divertendo, tanto non succederà nulla, non mi interessa.
Faccio mezzo giro su me stessa mentre mi muovo a ritmo della musica cantando la canzone, quando lo vedo.
Non sono in me, non ci penso neanche, mi avvicino a passo svelto verso di lui
<Mi infastidisci>
Gli sputo addosso queste parole e purtroppo capisco solo in quel momento, quando vedo quel fastidioso sorriso formarsi sul suo volto, che ho appena risposto alle sue provocazioni, gli ho dato l'attenzione che lui stava cercando di ricevere.
<Non ho fatto niente> mi risponde facendo spallucce
<Mi stavi guardando>
<È vietato?>
<Mi dai fastidio, ripeto>
<Ti ho solo guardata. Calma i tuoi bollenti spiriti bimbetta>
Chi cazzo si crede di essere?! Sto per rispondergli a tono ma capisco una cosa. Sta cercando la sfida, vuole provocarmi, si diverte, mi prende in giro e io sto cadendo nel suo gioco.
Così lo stupisco
<Ce l'hai una sigaretta?>
<Ho anche di meglio>
Dovrei rifiutare, ma qualcosa mi spinge a seguirlo. Ci sediamo sul muretto, stesso punto della prima volta in cui l'ho visto.
<Lo fai apposta?>
<Come scusa?>
Mi guarda stralunato mentre lecca la colla della cartina lunga.. Lo fa con naturalezza, gli viene benissimo, è bello e sa di esserlo.
Non gli rispondo, non ricorda.
Fumiamo a turno, in silenzio.. è rilassante. Molto più rilassante che fumare con le bimbe, mi sento svuotata da ogni pensiero. Dentro di me, in questo momento, c'è la tranquillità del mare quando si infrange lentamente contro la battigia.
<Sei da solo> gli faccio notare
<Intendi alla festa o nella vita?>
È serio, lo capisco dal tono di voce. Abbasso lo sguardo che fino ad ora avevo rivolto al cielo notando le stelle che lo illuminano.
Mi sta guardando, si è serio, i suoi occhi sembrano più chiari in questo momento, sembrano esprimere.. gratitudine? Ma per cosa?
<Decidi tu>
<Si>
Non aggiungo altro. Vorrei chiederglielo a cosa si riferiva ma non lo faccio. Dentro di me la sua risposta l'ho capita, faccio un ultimo tiro e mentre schiaccio la canna sotto la suola della scarpa mi scappa un sorriso.

Ti salvo ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora