Parte 22

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RACCONTA LALI.
Passarono due settimane da quella discussione con Peter. Non gli avevo dato modo di parlare, ogni volta che vedevo lui o i ragazzi nel cortile della scuola oppure nel corridoio, li evitavo come la peste.
Mia madre era stata chiara: se quello che stava succedendo nella nostra famiglia fosse uscito fuori sarebbe diventata ancora più tragica la situazione. Nessuno doveva sapere che mio padre in seguito a una lunga litigata con mia madre era finito in ospedale, nessuno doveva saperne il motivo. Anche se mia madre era stata chiara anche su questo: la colpa era stata mia. Era questo che mi distruggeva davvero, io mio padre lo adoravo non avrei mai potuto fargli del male. Ho cercato per molto tempo di capire che cosa avessi sbagliato ma non riuscivo a venirne a capo e l'unica cosa che riuscivo a fare era stare ore e ore in ospedale a contemplarlo, mentre la sua vita rimaneva appesa ai fili di una macchina che faceva continuamente rumore.
Ecco cosa sentivo dentro di me: rumore.

Entrai nel bagno delle ragazze e mi ritrovai li Euge che si truccava. Ci guardammo per un attimo infinito e lei sollevò le sopracciglia, come fa sempre quando non capisce che cosa sta succedendo. Era un mese che non parlavo più con lei, che non le rispondevo più ai messaggi, alle chiamate. Era un mese che l'avevo messa da parte senza un "reale motivo".
Lei distolse lo sguardo, prese la trousse e la ripose in borsa e decise di uscire. Fu in quel momento che decisi di fermarla.
-"Eugenia.."- dissi quasi con voce rotta.
Lei si fermò di colpo ma rimase di spalle, sapevo che per lei era stata come una doccia fredda sentire la mia voce chiamarla. Decisi di continuare, volevo chiederle scusa per il mio allontanamento. Anche se il motivo non avrei potuto dirglielo, aveva bisogno di quelle scuse..perché la colpa non era sua e quando le persone non hanno la colpa di una determinata cosa che succede devono saperlo. Le persone hanno bisogno di sicurezza, hanno bisogno di sapere che qualunque cosa succeda la colpa non è mai solo da una parte. E in questo caso, lei non aveva un minimo di colpa..forse solo quella di essersi legata a una persona orribile come me.
-"Mi dispiace Euge..io so quanto male ti ho fatto nell'allontanarmi senza motivo ma.."- non riuscii a finire la frase perché lei si voltò a guardarmi e dopodiché corse ad abbracciarmi forte.
Forte, come gli abbracci che mi dava sempre. Lei mi stritolava con le sue braccia, perché diceva sempre che io dovevo sentire la sua vicinanza, la sua presenza. Mi venne da piangere e ricambiai l'abbraccio, avevo disperatamente bisogno dei suoi abbracci. Avevo disperatamente bisogno che qualcuno si prendesse cura di me.
Avevo bisogno dei miei amici, non volevo perderli.







Ciao ragazzi, scusate per la mia assenza e se ci ho messo un po' a pubblicare questo nuovo capitolo..ma presa dagli esami all'università sono sommessa dallo studio ahahah ed ammetto che non avevo molte idee di come far andare avanti la storia 😔 in ogni caso, oggi ho deciso di ripubblicare qualcosina, spero di riuscire a pubblicare presto altri capitoli, un bacio!!

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