Cancer

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«Now turn away
'Cause I'm awful just to see
'Cause all my hair's abandoned all my body
Oh, my agony
Know that I will never marry
Baby, I'm just soggy form the chemo
But counting down the days to go
It just ain't living
And I just hope you know
That if you say
Goodbye today
I'd ask you to be true
'Cause the hardest part of this is living you»

Luhan canticchiava queste parole, per quanto la sua voce ormai portata via dalla malattia gli concedesse, mentre scriveva al suo amato.
Si era rinchiuso da un po', da quando la sua pelle aveva iniziato a perdere il proprio colore, diventando ancora più pallida di quanto già non fosse.
Ora, più che porcellana, sembrava già un cadavere.
Le ossa si intravedevano da sotto quello strato chiaro, gli occhi erano cerchiati da due occhiaie antiestetiche, le labbra erano completamente secche e screpolate, ormai non sapeva più se per le lacrime o per il cancro.
Era in quella fase della malattia in cui si svegliava e trovava fin troppi capelli sparsi sul cuscino e troppo pochi sulla sua testa.
I suoi adorati capelli.
Sapeva che non li avrebbe mai riavuti indietro e neanche pensò di provare ad abituarsi a convivere con quella mancanza; tanto sarebbe morto di lì a poco.
-30
-29
-28
-27
Segnava con una X rossa i giorni sul calendario, fin quando non si stufò, lo prese e lo gettò a terra con rabbia, scoppiando in un pianto disperato, chiedendosi perché dovesse esistere al mondo una malattia tanto brutta e dolorosa.
Chiedendosi perché lui dovesse rinunciare alla sua felicità dopo poco averla ottenuta, non con pochi sacrifici, scelte difficili, cambiamenti drastici, ostacoli e problemi.
Perché la vita doveva essere tanto crudele?
Perché sarebbe arrivato un giorno in cui non avrebbe più potuto svegliarsi, andare a casa del suo fidanzato e vedere il suo sorriso, godere delle sue carezze e dei suoi abbracci, assaporare le sue labbra con dei baci?
Perché Sehun doveva soffrire, cercando, o forse no, un modo per colmare il vuoto che avrebbe lasciato Luhan?
Quest'ultimo non voleva affatto che soffrisse ed era per questo che piangeva.
Non perché non riusciva più a camminare, perché stava diventando brutto e vecchio prima del tempo, perché provava dolori lancinanti ovunque e quella situazione era troppo grande e complicata per affrontarla da solo.
Piangeva perché non voleva lasciare Sehun, non voleva che quest'ultimo potesse essere toccato da alcun male, Sehun non doveva soffrire.
Sehun non doveva soffrire perché era quanto di più puro ci fosse sulla terra, perché era la sua felicità e non avrebbe sopportato, seppur dall'aldilà, di vedere il corpo di Sehun inerme o scosso dai singhiozzi, i suoi occhi gonfi e rossi dal pianto, le sue labbra screpolate dalle quali non usciva più alcun suono, neanche quello dei singhiozzi stessi.
E non voleva che soffrisse perché Sehun era avventato, istintivo, poco razionale in quei momenti ed avrebbe potuto compiere un gesto affrettato e che avrebbe portato solo altro dolore a chiunque li circondasse.
Luhan e Sehun non si vedevano da un mese, ma si parlavano tramite messaggi.
Luhan aveva sempre delle scuse.
Credeva, però, che quella mancanza fosse la vera agonia, non il dolore che provava anche soltanto respirando.
Le parole della canzone citata si espansero nella sua camera, Luhan continuava a scrivere e scrivere e scrivere.
Poi cancellava, accartocciava il foglio e lo gettava via.
Sembrava davvero impossibile racchiudere in delle semplici parole ciò che avrebbe voluto dire, che stava provando e vivendo in quel momento.
Poi decise soltanto di smettere di essere così schematico e razionale e lasciar parlare il cuore.

"11 Aprile 2017

Caro Sehun,
non so bene perché ti sto scrivendo, o forse sì, ma non voglio ammetterlo neanche più a me stesso.
Ti scrivo fondamentalmente perché devo dirti addio.
Sai quanto io ti ami, quanto io abbia bisogno di te e mi dispiace non aver vissuto questo mio ultimo mese con te, ma non ce l'avrei fatta.
A Dicembre ho scoperto di avere il cancro.
Non ho nemmeno capito dove, quel medico parlava troppo veloce ed in modo troppo professionale mentre la mia mente cercava di elaborare quella notizia e come dirtelo.
Ovviamente non l'ho fatto, perché sono solo un inutile vigliacco.
Ma non avrei sopportato la tua espressione quando te l'avrei detto, come la nostra relazione sarebbe cambiata e tutto avrebbe girato intorno alla mia malattia.
Così ho trascorso i giorni successivi a fingere di stare bene, anche se con te stavo bene sul serio, fin quando, a metà marzo, non mi sono rinchiuso in casa.
Non potevo più uscire, il cancro mi stava divorando ed io avevo letteralmente i giorni contati.
«Un mese, forse meno» aveva detto il dottore.
Ecco come sono giunto qui.
Ora quasi non riesco a camminare, anche solo respirare è faticoso e doloroso per me.
C'è questo... coso che mi spara aria direttamente nella bocca, ma io non voglio respirare, Sehun.
Non voglio respirare pensando al fatto che tra poco dovrò lasciarti, che con questa lettera dovrò dirti addio per sempre e che sarà l'ultimo ricordo che avrai di me, perché sono stato così vigliacco da preferire che tu non vedessi, che tu non sapessi, e soprattutto vivessi.
scrivere mi fa male, ho la testa pesante e la mia mano non la regge, anche perché deve mantenere la mascherina o probabilmente non riuscirei a terminare questa lettera.
Non so cosa succederebbe se io togliessi la mascherina per troppo tempo, ma non ho voglia di scoprirlo proprio in questo momento.
Tutto ciò che vorrei, ora, sei tu.
Tu accanto a me, che mi abbracci, mi stringi la mano e mi dici che andrà tutto bene, che supereremo anche questa, come abbiamo sempre fatto.
Ma non succederà, Sehun, e mi sono rassegnato.
Mi sono rassegnato alla malattia che sta dilaniando le mie ossa e, lentamente, mi sta assorbendo tutto, portandomi via da te e dal nostro futuro insieme.
Abbiamo sempre parlato di voler costruire una famiglia insieme, spero tanto che tu sarai capace di averne una in futuro, anche se senza di me.
Spero che tu potrai essere felice di me, continuerai a vivere, ad amare, ad essere te stesso.
È solo questo che ti chiedo; vivi, Sehun.
Vivi per me, per noi.
Vivi al mio posto, vivi anche per me, senza mai smettere di far ciò che ti piace.
Ah, e buon compleanno, Sehun.
Riceverai questa lettera in tempo, spero.
Grazie per ogni singolo momento nostro.
Ti amo più di ogni altra cosa al mondo.
Vivi, Sehun, ti prego.
Vivi per me.

Con amore,
Luhan"

E così, mentre Sehun fissava insistentemente il cellulare e Jongin e Baekhyun cercavano di farlo alzare dal pavimento e farlo divertire, Chanyeol si recava a casa di Luhan.
Quest'ultimo si fidava ciecamente di lui, sapeva che non avrebbe fatto domande, avrebbe eseguito le sue indicazioni e capito tutto al volo.
Erano le 10 di sera, a Seoul faceva abbastanza freddo per essere ormai Primavera, ma il gigante dalle orecchie a sventola non se ne curava.
Stringeva tra le mani la busta bianca che gli aveva dato Luhan; aveva capito tutto come sempre e stava trattenendo le lacrime per quanto potesse.
Aveva paura.
Aveva paura di cosa sarebbe accaduto dopo quel fatidico giorno, in particolare di cosa sarebbe accaduto a Sehun.
Gli avrebbe dato quella lettera dopo la mezzanotte, dopo aver "festeggiato" il compleanno di Sehun, per quanto il suo umore gli consentisse.

E così, mentre Sehun, a mezzanotte in punto, riceveva gli auguri di tutti i suoi amici, la vita di Luhan lentamente volava via, lasciando sul suo letto solo il corpo di un ragazzo morto e Chanyeol in lacrime poco lontano da lui.

The hardest part ;; hunhanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora