Uno dei primi ricordi di infanzia che assomiglia vagamente ad un ricordo felice risale a quando avevo circa 4 anni. Stavo giocando a palla con degli altri bambini su quella landa desolata piena di feccia che è Mos Esley. I dettagli sono purtroppo sfuggiti alla mia memoria. Eravamo circa una decina di bambini, per lo più originari di Tatooine, mi ricordo che c'era Kitster e la sua vecchia palla di spugna e che era la fine di un'altra lunga giornata di lavoro. A quel tempo io e mia madre eravamo appena stati venduti come schiavi da Gardulla l'Hutt al toydoriano Watt. Durante tutta la mia vita ho sempre avuto l'impressione di non essere mai uscito da quella schiavitù, come se ovunque andassi mi portassi dietro la mia personale prigione formato tascabile.
Comunque, eravamo questo piccolo gruppetto di bambini sporchi e stanchi, con tante speranze e poche possibilità e stavano facendo una cosa che fanno tutti i bambini della galassia, perlomeno quelli fortunati, fanno. Giocavamo. Puro e semplice gioco fatto per il puro piacere di divertirci. Ed è questo ciò che ho sempre costudito di quel momento, che potrebbe sembrare banale. Nei primi anni della mia vita, e anche in buona parte del resto, non ricordo di aver quasi mai fatto qualcosa solo ed esclusivamente per me.
Anche quello che mi piaceva fare, costruire droidi, volare, giocare con gli ingranaggi, aveva un fine ultimo che non era la mia diretta felicità. Ho costruito il mio primo droide protocollare C3-PO per aiutare mia mamma nei lavori domestici quando tornava a casa distrutta dopo una giornata di lavoro. Persino lo sguscio che avevo costruito di nascosto e usavo per partecipare alle corse era per guadagnare dei soldi per migliorare le condizioni di vita di mia mamma. L'unica cosa puramente egoista che abbia mai fatto è stata innamorarmi di Padmè Amidala.
Perché a 9 anni ero così. Ho preso alla lettera ciò che diceva sempre mia madre Shmi, che le cose nella galassia andavano male perché nessuno aiutava mai gli altri, e l'ho applicata ad ogni categoria di esseri viventi. Volevo essere quell'eroe che un giorno sarebbe giunto in sella al suo cavallo bianco, o il suo Bantha se si parla di Tatooine, e avrebbe liberato tutti gli schiavi e dato loro una vita migliore. Essere un Jedi è sempre stato il mio sogno nel cassetto.
Tornando al ricordo, quella sera mentre i soli tramontavano nel momento di massima felicità quando noi bambini non avremmo potuto divertirci di più, accadde la tragedia. La palla, guidata da un calcio di Kitster e da un'improvvisa folata di vento, finì per andare a spiaccicarsi contro il vetro della casa del caro schiavista, Older il Vecchio (sono abbastanza sicuro sia un nome d'arte, anche se potrebbe sempre essere possibile che sua madre volesse punirlo per essere nato affibbiandogli un nome per cui l'avrebbero preso in giro per il resto della sua indegna vita). O meglio la palla sarebbe andate a sbattere contro il vetro della casa di Older il Vecchio, mettendo in seri guai tutta quanta la compagnia di marmocchi, se la mano di un bambino biondo non si fosse alzata di sua spontanea volontà e una forza misteriosa non l'avesse fermata poco prima che facesse la frittata.
Il bambino rimase con gli occhi sbarrati e l'espressione che può avere un bambino che scopre da un giorno all'altro che sa spostare telepaticamente gli occhi con il pensiero. Gli altri bambini spalancarono le bocche. Sarebbe anche stato comico, se non avesse segnato l'inizio dell'emarginazione.
Perché l'apertura mentale di un Tatooniano è pari a quella di un banchiere che si vede portare via i suoi risparmi, cioè pari a meno di zero. I bambini scapparono a casa terrorizzati dal 'bambino che fa cose strane' e i genitori si raccomandarono con loro di non avvicinarglisi più per nessuno motivo.
Da quel momento in poi ho iniziato a sentirmi fuori posto. Essere fuori posto sembra essere stato il motivo ricorrente della mia vita. Sapevo che Tatooine non era il mio posto, avevo la sensazione di essere destinato a qualcos'altro, qualcosa di grande, che nella mia mente di bambino ingenuo consisteva nel sentirmi a mio agio tra i non meglio precisati altri e far felice la mamma.
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THE KNIGHT DIARIST
FanfictionQuando Anakin Skywalker, ormai sessantenne (anche se a lui non piace ricordarlo) trova i suoi vecchi diari che ha tenuto quando era una Cavaliere Jedi della vecchia Repubblica, è stupito dallo scoprire cosa contengono -poemi d'amore, riflessioni sen...