Oggi durante la lezione di algebra la commessa chiamò me e gli altri che avevano fatto casino ieri. Allora ricordai che dovevamo andare dal preside. Wow! Fantastico. Decisamemte fantastico. E come avevo previsto la commessa ci portò in presidenza.
Il preside iniziò a farci la solita ramanzina rompi palle. Tra di noi ci scambiavamo sguardi annoiati. Appena finì di parlare gli chiesi se
potevo dire una cosa e lui mi disse di sì. Gli raccontai tutto. Io non avevo colpa, ero stata estratta a sorte perché non si sapeva chi avesse fatto casino vicino ad un mio compagno. Appena ebbi finito J-Jey disse: "È vero Angelica non ha colpa, anzi voleva che noi stessimo zitti. Non è colpa sua." Così il preside decise di rimandarmi in classe, anche perché tutti quanti continuavano a ripetergli cosa era successo e dal suo sguardo si poteva capire che non voleva essere scocciato.
Appena uscii dall'ufficio del preside sfoderai un sorriso che andava da un capo all'altro del mio viso e mi misi a saltellare tipo Heidi finché non entrai in classe. Molti mi chiesero perché gli altri non ci fossero e io risposi che il preside aveva detto che non era colpa mia e che non avrebbe preso provvedimenti nei miei confronti. Appena arrivai al mio posto Michael mi abbracciò. Era molto felice per me, anche se gli dispiaceva che i suoi amici fossero ancora dal preside. Le ore di scuola passarono in fretta. Quando uscimmo io ero strafelice.
Non volevo sapere cosa avesse detto il preside agli altri e non mi interessava. Lo so, sono egoista, ma che ci posso fare? In quel momento la mia felicità per aver ottenuto giustizia era maggiore del mio dispiacere per i miei compagni. Michael si avvicinò a me e mi disse che gli altri erano stati sospesi per un giorno. Gli dissi con aria assente che mi rincresceva. Allora lui mi chiese, dato che mi vedeva sprezzante gioia da tutti i pori: "Come mai tutta questa felicità?"
E io: "Beh, io non sono sospesa, anche se mi dispiace per J-Jey e gli altri"
"Ma cosa è successo nell'ufficio del preside?" Io gli raccontai tutto. Da quando il preside aveva iniziato a parlare fino a quando J-Jey mi aveva difeso. Solo qualche secondo dopo mi resi conto che avrebbe potuto essere geloso, lo guardai in faccia ma non sembrava, così sorrisi. Decidemmo di andare al parco dopo aver mangiato. Ormai il parco era diventato il nostro punto di ritrovo, di me, di lui, di tutti. Non so perché andavo sempre lì, era come una tradizione, un territorio che
quasi ci apparteneva.
Ci ritrovammo lì. Era presto e non c'era nessuno. Lo presi per le mani e iniziai a fare il giro tondo veloce. Michael mi guardava in modo strano e gridò per farsi sentire da me che ero quasi su un'altro mondo: "Ma che fai?" E io: "Mi diverto!"
"Ma perché in questo modo?"
"Non lo so affatto!"
Riuscì a fermarmi, anche perché è molto più forte di me. E io mi misi a ridere. Sembravo una pazza. Ok. Ammetto che in quel momento ero drogata... no, scherzo. Micheal mi guardò con lo sguardo di traverso come per dire: "Sei davvero strana oggi". Poi mi calmai. Feci un respiro profondo e lui iniziò a parlare: "Perché non ci divertiamo in modo diverso?" E io: "Come?"
"Beh... vediamo... potremmo tipo... cantare e ballare insieme"
"Ok... ma che canzone?"
"Ah, boh, quello che vuoi..."
"Ok."
Misi su una delle mie canzoni preferite. Sperando che la conoscesse anche lui. Iniziai a cantare sulle note di "Want to want me" di Jason Derulo. Mi disse che la conosceva. E iniziammo a ballare insieme scatenati. Insieme cantavamo. Intonati entrambi. Anche se lui non riusciva a fare gli acuti come io non riuscivo a fare le voci troppo basse. Finita la canzone ci mettemmo a ridere. Era stato davvero bello. Mise Michael una canzone. Era più da discoteca. E ci mettemmo tipo a saltellare a mo' di tunz tunz e anche qui ci facemmo delle risate che non finivano più. Poi uno dei due, non ricordo bene chi, mise una canzone d'amore. Ballammo, uno attaccato all'altra come due fidanzati al ballo di fine anno, era tutto così romantico mentre il Sole calava e non c'era nessuno all'infuori di noi due. Mi assaporai quel momento dolce con lui.
Poi però mi accorsi che era l'ora di andare, dovevo tornare a casa. Eravamo stati lì insieme più o meno quattro ore che erano passate velocissime. Gli dissi che dovevo andare e mi accompagnò a casa.Sapevo di piacere a Michael, anche se non me ne rendevo totalmente conto. Il nostro rapporto non cambiava di molto, io ero solo poco più dolce con lui per cercare di avere un miglior rapporto possibile con lui. Non pensavo che altre persone mi andassero dietro fino ad oggi, anche perché non credevo di essere propriamente "bella". Nella mia classe non c'erano ragazze veramente belle, anche se nelle altre classi qualcuna sì. Non mi dava granché fastidio non essere bella. Quel giorno vidi mentre andavo a scuola J-Jey e Mario che
discutevano animatamente, non mi interessava cosa dicessero, ma riuscii a captare alcune loro parole. Dicevano: "Dovresti dirglielo ormai, se no lui te la fotte!"
"Ma come faccio che Michael le sta appiccicato? Sembra una sanguisuga!"
"Vai da lei!"...
Riuscii a capire solo queste frasi che probabilmente nessuno doveva sentire. Probabilmente la ragazza di cui stavano parlando ero io. Riconobbi la prima voce come quella di J-Jey, la seconda come quella di Mario. Fantastico! Non avrei mai pensato di piacere a lui, se intendevano che io gli piacevo. Anche perché lui era uno dei ragazzi più carini della classe. Però fumava e a me non sono mai piaciute le persone che fumano. Non mi stanno antipatiche, ma preferirei che non fumassero. E poi Mario non era il mio tipo, il tipico ragazzo che si crede figo.
In questo periodo stai facendo strage.
La mia coscienza. Anche lei ci si mette. Ammetto che non mi dispiace affatto piacere alla gente. Dà un non so che di rassicurante. In quel momento desideravo sapere seriamente se piacevo a Mario. Volevo averne la conferma. Purtroppo non sapevo come fare per averla, dato che non ero molto in confidenza né con Mario né con J-Jey. Mi venne in mente che potevo chiederlo a Jessica che è la ragazza di J-Jey, ero sicuramente più in confidenza con lei che con J-Jey. Dovevo però trovare il modo di chiederglielo perché si trattava sicuramente un argomento delicato.
Il momento perfetto arrivò all'intervallo quando Jessica venne da me. Non sapevo perché mi dovesse parlare perché non eravamo grandi amiche. Mi chiese: "Angelica, ma tu e Michael vi siete baciati?" E io: "Sì, ma perché?"
"Beh... a me direttamente non interessa... è... Mario..."
"Ah. Ho capito. Comunque non stiamo insieme, anche se siamo migliori amici"
"Ok"
Se! In quel momento sapevo per certo che a Mario io piacevo. Una piccola certezza in tante incertezze. Ma era già qualcosa. Avevo raggiunto il mio obbiettivo della giornata senza nemmeno andare a cercarmelo. Yuppi!
Il resto delle ore di scuola passarono velocemente. Come il resto del pomeriggio d'altronde.
Dopo essere tornata a casa ero andata al parco ed ero stata a giocare a basket con dei miei amici e avevo vinto insieme a mio fratello 65 a 43. Era stata una bella partita e mi ero divertita molto.
La sera mangiai la pizza e le patatine fritte.
Quella era stata davvero una bellissima giornata, quasi fortunata, anche se io non credo alla fortuna.
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Cosa siamo? Solo amici o qualcosa di più?
RomanceAngelica Allster. Il suo primo anno di liceo. Conoscerà tante persone, tanti ragazzi e tante ragazze. Tra cui Michael Del Gabriel. Tra lei e Michael sembrerebbe nato tutto per far ingelosire tre ragazze, anche se in realtà non é così. Il loro sarà u...