Capitolo 11: Verità

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"Amore" sentì chiamarmi"si?" andai in cucina dove stava preparando da mangiare"devo parlarti di una cosa molto importante" si fece seria, capii che la giornata iniziata bene non poteva finire nello stesso modo...

"Dobbiamo parlare di un argomento molto delicato" disse mia madre,mentre ci sedemmo al tavolo per parlare comodamente, "dimmi pure" risposi cercando di sembrare tranquilla e rilassata, ma, con scarsi risultati..."si tratta di tuo padre.."disse spezzando il silenzio che vi si era formato in quei pochi minuti, rimasi paralizzata,cosa c'entrava in quel momento mio padre?restai in silenzio facendo un piccolo segno col capo a mia madre facendole intendere di poter continuare a parlare,"bhe..vedi,è da tanto che tuo padre è uscito dalla nostra vita,tutt'ad un tratto scoprire che si è rifatto una famiglia, nuovi figli,nuova moglie.." Non riuscii a comprendere all'istante ció che disse,mio padre si era rifatto una nuova vita?aveva una nuova famiglia?è quella vecchia?si dimentica che ha un ex moglie ed una figlia che cresce senza padre? "Come fai a saperlo?" Chiesi dubbiosa "l'ho incontrato l'altro giorno,ci siamo fermati a prendere un caffè in un bar e mi ha fatto conoscere la sua nuova famiglia" non riuscí a credere a ció che disse,sentí un fuoco espandersi dentro tutto il mio corpo "come hai potuto anche solo parlarci con quella persona?" Alzai un pó la voce per la rabbia che bolliva dentro me, "mi ha supplicato, mi ha chiesto come stavamo, gli ho raccontato dei tuoi progressi e delle disgrazie che sono successe ultimamente per via della casa,vuole solo vedere come stai e farti conoscere la sua nuova famiglia,vuole che conosci il tuo fratellastro e la tua sorellastra.." Disse con una voce che sembrava si sarebbe spezzata da un momento all'altro "non pensarci neanche,se viene qui ritorno già da ora all'università" dissi fredda, notando la scia di tristezza e dolore passare negli occhi di mia madre,mi dispiaceva vederla in quelle condizioni, feci un respiro profondo prima di parlare "mi dispiace mamma,non ce la faccio a rivederlo" allungai la mia mano per accarezzare quella di mia madre pogiata sul tavolo,sentimmo suonare il campanello,alzandomi, mi recai alla porta aprendola e trovandomi davanti un signore con una signora accompagnati da un ragazzo ed una ragazza, "piccolina mia" disse il signore,buttai giú il groppo di saliva creatosi nella mia bocca prima di rispondere " papà..." Capii che era lui dal modo in cui mi chiamava sempre quando ero piccola..
Feci un passo indietro,cercando di trovare un modo per scappare, gli occhi mi si velarono di lacrime e lottai per non farle uscire ma con scarsi risultati,sentii una docile mano pogiarsi sulla mia spalla e accarezzandola dolcemente, quel tocco..il tocco di una madre sempre presente per la propria figlia,dovevo tutto a mia madre, ma non a mio padre..
In quel momento provavo dolore,rabbia e delusione per quel pover'uomo che tanti anni fà dimenticó di avere una famiglia.
"Non so il motivo per cui siate qui,non ho nulla da dire a gente come te" risposi rivolgendo ad esso uno sguardo carico di odio "prego,accomodatevi pure" li invitó mia madre ad entrare rivolgendo me uno sguardo del tipo 'cerca di trattarli bene' ma non ci riuscivo..
Ci accomodammo tutti sul divano del grande soggiorno, con un silenzio imbarazzante sostituito subito dopo dalla voce di mia madre che inizió a raccontare per filo e per segno tutto ció che successe in questi anni in sua assenza, le raccontó della mia borsa di studio per l'università,i tanti debiti ancora oggi da pagare,i mesi di affitto arretrati e l'uscita costretta dalla casa accompagnati dai carabinieri per non aver pagato,mia madre finita per strada diventata una senzatetto,ed infine il cambiamento che successe grazie a me, di come l'ho resa secondo lei felice ed orgogliosa di me.
Lui inizió a raccontare che da quando ci ha abbandonato fumava, beveva e rubava, finchè non conobbe una donna, ovvero la stessa che si trovava in quel momento accanto a lei,Rossella,ed ebbero due figli,Anastasia e Raffaele.
Mi chiese di perdonarlo "come potrei solo perdonare secondo te una persona che mi ha abbandonata quando ero piccolissima e che si è completamente dimenticato dell'esistenza di una figlia,senza preoccuparsi di come viveva,di come l'avrebbe presa quando si sarebbe fatta piú grande ed avrebbe capito realmente ció che significa vivere senza un padre?Di quando vedi i tuoi compagni ridere e scherzare con la mamma ed il papà, mentre io avevo solo una mamma che faceva da entrambi.
Come posso perdonare una persona che abbandonó la persona a me piú cara al mondo con me piccola senza neanche preoccuparsi di come avrebbe fatto a crescermi nel migliore dei modi?" Iniziai a piangere senza sosta, sfogandomi e dicendogli tutto l'odio che provavo per lui, per averci abbandonato senza preoccuparsi minimamente di noi.
"Mi dispiace tanto.." Rispose semplicemente mio padre,o meglio Giuliano.
Iniziai ad avere una crisi isterica nel pensare che dopo tutte le cose che gli ho detto rispondesse con un semplice 'mi dispiace',  "ti dispiace?" Sbottai irritata "ti dispiace per cosa?per averci abbandonato?per aver trovato io un posto abbastanza bello per mia madre dopo tutto ció che ha fatto per me?è il minimo che possa fare per lei...ma questo non dovevo farlo io, dovevi essere tu a trovare un posto dove farci vivere una vita serena e spensierata,ed invece due donne hanno dovuto fare tutto da sole, soffrendo, e tu mi dici che ti dispiace?" Gridai iniziando a gesticolare in maniera incontrollabile, mi alzai di sovrascatto e corsi al piano di sopra "sono stufa di tutto questo, ti odio" gridai correndo su per le scale,iniziai a fare le valigie piangendo "cosa stai facendo?" Chiese preoccupata mia madre vedendomi andare verso la porta con le mie valigie "ritorno all'universitá,non ne posso piú di stare qui" sbattei la porta uscendo di casa e dirogendomi alla mia auto per caricare i bagagli all'interno di esso,rientrai ed abbracciai forte mia madre "torneró presto a trovarti, te lo prometto" le dissi mentre la guardai negli occhi,notai nei suoi occhi dolore e sfrustazione,tristezza.. "Mi dispiace tanto, ma ho bisogno di andare via" continuai allontanandomi da lei "ti prego piccolina di pa" si bloccó all'istante capendo l'errore che stava per fare chiamandomi 'piccolina di papà'  "inutile chiamarmi cosi,prima mi ci chiamavi sempre, ora non ha piú valore" risposi fredda lanciandogli uno sguardo di odio e rabbia "possiamo parlarne e trovare un accordo?" Chiese dubbiosamente.. "Accordo?" Feci una risata amara "andate a fanculo" furono le mie ultime parole prima di sbattere la porta alle mie spalle,accendere la mia macchina e ritornare all'università...

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Ciao a tutti, rieccomi con un nuovo capitolo tutto per voi!
Come al solito vi pregherei di votare il capito se vi è piaciuto (spero di si ahah) cosa avrà intenzione di fare?secondo voi cambierà idea?e la mamma?lo scoprirete nel prossimo capitolo che faró quando questo arriverà a 3 voti,(perdonatemi ma ho bisogno di sapere se c'è qualcuno a cui piace, altrimenti è inutile che continui) se vi piace o se avete idee di come continuerà fatemele sapere!
Un bacio💘

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