Capitolo 9

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"Hai un appuntamento con Nathan Cole?"L'inverno di South Angels, in quei giorni, non si sentiva molto

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"Hai un appuntamento con Nathan Cole?"
L'inverno di South Angels, in quei giorni, non si sentiva molto. Le giornate erano abbastanza soleggiate a tal punto da riscaldare il paese, portando così gli abitanti ad uscire di casa anche senza giacca.
Il coach Stewart, allenatore della squadra femminile di pallavolo, nella quale erano presenti anche Lilian e Dalia, non perse tempo a portare le sue giocatrici nel campo di atletica dietro la scuola, per praticare una serie di riscaldamenti.
Il campo era composto da una pista di atletica intorno ad un'area da football, nel quale si allenavano sia i componenti della squadra di quest'ultima che le cheerleader.
Lilian, per l'occasione, non esitò ad infilarsi un paio di pantaloncini da tuta e una delle sue amate canottiere che non metteva ormai da mesi, per via del freddo.
Nonostante quello, i vampiri non erano soliti sentire sensazioni. Come, appunto, il freddo, il dolore corporeo o qualsiasi altra cosa inerente.
Lilian, per non dare nell'occhio, aveva sempre optato nel vestirsi e nel comportarsi come tutti gli altri, a seconda delle stagioni e del tempo.
Molte volte fingeva anche di avere le mestruazioni cercando di impressionare il dolore che avevano le sue coetanee, un dolore che lei non aveva mai provato.
Le due amiche si acasciarono sul suolo godendosi il caro sole invernale.
Dopo la conversazione che Lilian ebbe con Nathan al rave, la ragazza non perse tempo a rinconciliarsi con Dalia, la quale aveva bevuto un bicchierino di troppo. L'amica provò in tutti i modi a far parlare la bionda, per sapere i dettagli più scandalosi - che non cen'erano -della serata, poichè Dalia vide parlare i due ragazzi molto intensamente e sperava in qualche momento piccante tra i due.
Ma Lilian la zittì, scartando il suo pensiero su eventuali momenti osè e dicendole che ne avrebbero parlato un altro giorno, quando lei sarebbe stata sobria.
"Lo sapevo che c'era qualcosa tra di voi!" Disse entusiasta Dalia portando una mano davanti gli occhi per coprirli dal sole cocente.
"Non c'è propio niente tra di noi," la dissuadì Lilian, "siamo solo conoscenti."
"Conoscenti che vogliono approfondire il loro rapporto" la corresse l'amica.
Prima che le dicesse dell'appuntamento, durante una sessione di giri di corsa per la pista, Dalia si era avvicinata a Lilian riaprendo l'argomento sugli sguardi inquietanti che si erano lanciati i due conoscenti fuori da scuola due settimane prima. Lilian dichiarò che sperava se ne fosse dimenticata, ma Dalia le disse che aveva sorvolato l'argomento perchè vedeva l'amica abbastanza pensierosa e preoccupata, in quei giorni, e non voleva aggiungere nessun altro pensiero alle sue preoccupazioni. Ma quando vide Lilian parlare con Nathan venerdì sera al rave, a Dalia le si accese la lampadina: voleva usare il loro incontro alla festa per raggiungere il suo vero obbiettivo, sapere se ci fosse qualcosa tra di loro.
"Allora," continuò la mora sdraiandosi a pancia in giù sul suolo, "dove andrete?"
Lilian sbuffò divertita.
"Al Saint Martin." Dichiarò.
"Posto interessante... interessante e palloso allo stesso tempo."
"Non è palloso! Non è molto movimentato, tutto qui" obbiettò Lilian.
La vampira non era solita scegliere posti affollati i cui rifugiarsi, non le piaceva la confusione ma amava molto il silenzio. Inoltre, pensò che per un primo appuntamento non era molto adeguato incontrarsi ad una festa chiassosa piuttosto che in un ristorante in cui avrebbe dovuto, per forza, ordinare da mangiare, ciò che non poteva fare.
Lilian imitò l'amica, sdraiandosi a pancia in giù e iniziando a guardare gli allenamenti della squadra di football. I ragazzi iniziarono a tirarsi la palla passandola, maggiormente, al quarterback. Alla ragazza era sempre piaciuto come gioco. Amava guardare le partite con il padre alla tv o tifare direttamente dagli spalti con trombetta e popcorn.
Quando la partita finì, i giocatori si tolsero il casco quasi tutti contemporaneamente, allineandosi davanti al coach. Tra quei giocatori, Lilian scovò uno dei due ragazzi che la sera del rave era con Nathan.
Il ragazzo con la tuta.
"Chi è lui?" chiese a Dalia indicandolo.
"Steven, il migliore amico di Nathan."
Ecco chi era il famoso Steven, pensò la ragazza.
Improvvisamente calò il silenzio tra le due portando Lilian ad ascoltare la musica che le cheerleader avevano messo per provare delle formazioni.
Iniziò a muovere la testa a ritmo, abbandonandosi completamente al pezzo che aveva sentito e risentito milioni di volte. Quando una ragazza si avvicinò cautamente a lei, distrandola.
Lilian si voltò verso la ragazza che pareva essere del primo anno. Aveva dei lunghi capelli rossicci e un'espressione timida sul volto.
"Scusami se ti disturbo, Lilian... sono una compagna di classe di Tyson."
Lilian iniziò a pensare al peggio. Suo fratello era capace di mettere KO chiunque gli provocasse fastidio. Una volta era divertente anche per lei combattere, provocare risse e divertirsi ai circoli di lotta; ma, a differenza di Tyson, lei aveva smesso con simili giochi.
"Cos'ha combinato?" sospirò la ragazza. Si alzò dal suolo mentre Dalia la guardò con un luccichio di spavento.
"Ha... ha provocato una rissa in cortile..." disse la rossa, "ha rotto il naso a David, un nostro compagno di classe... ora è dal preside."
Lilian non perse tempo a rientrare nell'edificio, raggiungendo l'ufficio del preside.
Stupido ragazzino, pensò lei maledendo il fratello per non essere mai prudente su quelle cose.
La ragazza arrivò ad una grande porta bordeaux dalla quale vide uscire il fratello. Appena la vide le fece un ghigno sistemandosi lo zaino in spalla.
"Cos'è successo?" chiese la sorella arrabbiata.
"Una rissa... non ti preoccupare, non l'ho ammazzato," disse lui in modo strafottente.
Tyson iniziò a percorrere il corridoio arrivando al suo armadietto, mentre Lilian cercò di rimanergli dietro.
"Ma avresti potuto! Perchè sei sempre così imprudente!" Sbraitò la ragazza ricevendo, a sua volta, sia l'attenzione del fratello che dei pochi presenti nel corridoio.
"Avrei dovuto!" Rispose lui, "quel ragazzo mi fa saltare i nervi ogni volta. Trova sempre un pretesto affinché io gli metta le mani addosso mandandomi così in punizione!"
"Tu devi essere più furbo di lui... non devi cadere in simili giochetti da bambini."
La calma e Tyson non erano mai andati d'accordo. Non era mai stato capace di controllare i suoi istinti che portarono alla famiglia dei gravi problemi, provocando così moltissimi trasferimenti, di quest'ultima, da luogo a luogo.
"Mi provoca. Sei fortunata che non l'abbia ancora dissanguato. E poi parli proprio tu, Miss Calma in persona?" Tyson buttò in malo modo diversi libri nel suo armadietto, appongiandosi ad esso poco dopo.
"Non sono più così lo sai..." disse lei sospirando, "ho imparato a controllarmi a differenza tua."
"Ma vorresti con tutto il cuore affondare i denti nella carne dei presenti, non è vero?" Il fratello fece un sorrisino sghembo iniziando a provocarla.
"Ti piacerebbe dissanguarli tutti, uno a uno, finché non ne avrai abbastanza." Sussurrò di nuovo lui.
L'odore del sangue iniziò ad inondare le narici di Lilian, provocandole una profonda fame. Iniziò a pensare ai suoi denti nella carne dei suoi compagni, lei mentre gli succhiava via la vita e la faceva sua.
Iniziò a pensare al colore, il sapore che le provocava il sangue umano direttamente da una vena, facendole diventare gli occhi rossi, segno che avrebbe voluto incominciare la caccia alla preda più gustosa il prima possibile.
Ma Lilian riuscì a non cadere nei giochetti perversi del fratello.
Scosse leggermente la testa per togliersi le immagini del sangue che aveva stampato in essa. I suoi occhi tornaro di quel verde smeraldo che lei tanto amava e la sua acquolina cessò.
"In fondo tu e David non siete tanto diversi," dichiarò lei, "siete entrambi dei provocatori professionisti."
Con quello, Tyson sbuffò dirigendosi dalla parte opposta e facendo il dito medio alla sorella.
Lilian lasciò che un sospiro uscisse dalla sua bocca.
La sua vita era sempre stata un disastro, ma in quel periodo sembrava che tutto le si rivoltasse contro, mandandola più in cofusione.
Improvvisamente sentì una mano appoggiarsi dolcemente sulla sua spalla. La ragazza voltò il capo e si trovò faccia a faccia con un altra bellissima complicazione.
Nathan era propio di fianco a lei, con un sorriso sulle labbra e il viso limpido.
"E tu che ci fai qui?" Chiese Lilian agitata dalla sua presenza.
"Sono venuto per recuperare Steven, un mio amico." Disse lui continuando a sorriderle.
Lilian non potè che incantarsi, come ogni volta, alla vista del suo sorriso. Alla vista di lui.
"Quel ragazzo è proprio un teppistello... scusami mi sono preso la libertà di ascoltare la prima parte della conversazione."
"È mio fratello minore..." dichiarò la ragazza, "ed è un idiota patentato."
Nathan la guardò confuso.
"Hai un fratello?"
"In realtà due e una sorella..."
La campanella suonò dichiarando la fine delle lezioni. Lilian si ricordò solamente in quel momento che era ancora in pantaloncini e canottiera. Fece per correre verso lo spogliatoio femminile, ma prima si girò verso Nathan.
"Il resto lo scoprirai giovedì" disse lei facendolo ridere.
Al solo pensiero di giovedì, il suo viso si rilassò e sulla sua bocca spuntò un sorriso.

Buonasera! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Se così fosse, potete lasciare un vostro parere a riguardo nei commenti e votare se volete.
Vi mando un grandissimo bacio, Greta x

Ps: La bellezza di Nathaniel nella gif è illegale!

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