Capitolo 1

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1 giugno

Lucas.

Ogni giorno, alle quattro del pomeriggio vedo passare davanti al mio negozio una strana ragazza, non sembra molto alta, ha i capelli castano rosso o comunque mogano, purtroppo non me ne intendo molto di colori. E ogni volta, puntualmente, viene davanti alla vetrata e si sistema; prima i capelli e poi i vestiti, per poi andare chissà dove.
Sono mesi che la osservo ma non ho mai parlato con lei; a proposito io mi chiamo Lucas, la mia famiglia è inglese ma mi sono trasferito in Italia da anni ormai. Ho 23 anni e lavoro nel negozio di strumenti di mio padre, bello no? Forse si, se solo non mi sentissi bloccato in questo posto con una persona che praticamente non mi sopporta.

«Lucas, hai finito di sistemare il pianoforte?»
«Si papà».
«Allora puoi anche andare, non mi servi tutto il giorno»
«Preferirei restare»
«Dovresti andare a divertirti figliolo! Sei giovane, vai a ballare»
Ormai glielo sento dire ogni santo giorno
«No, preferisco restare»
«Va bene, come vuoi tu».
Ormai trascorro quasi tutto il mio tempo qui, non esco nemmeno più con i miei amici, non è che qui non mi piaccia, è solo che ho visto già tutto quello che c'era da vedere; prima abitavo a Milano, poi ci siamo trasferiti qui perché a papà piaceva di più.

Ecco sono le quattro del pomeriggio e vedo passare quella ragazza di nuovo, si ferma davanti alla vetrata e fa quello che le vedo fare ogni giorno, si sistema, da un'occhiata agli strumenti e poi sparisce dietro l'angolo. Devo dire che è una bella ragazza anche se un po' goffa. Lei nemmeno se ne accorge che la guardo, ha sempre lo sguardo perso chissà dove.

Anche oggi andrò a casa alle sette e mezza e mi chiuderò in camera perché non ho proprio voglia di vedere nessuno, soprattutto da quando il mio "migliore amico" Ricky ha deciso di portarsi a letto la mia ragazza, non che io ci tenessi tanto a lei; è solo che mi ha dato fastidio, il fatto che Rick non abbia dato importanza a questa cosa, infondo era ancora la mia ragazza... così mi ha dimostrato di non essere un vero amico. Di non potermi più fidare. Ho chiuso un po' con tutti. Anche con me stesso, non voglio più essere il vecchio Lucas, è ora di cambiare.




****

Crystal.

Sono passata davanti al negozio di strumenti come tutti i giorni alle quattro, passo sempre per vedere un violoncello molto carino e poi anche per sistemarmi i capelli, non sono mai entrata lì ma deve essere davvero bello.
Amo la musica, anche se non ho mai imparato a suonare niente, però mi sarebbe proprio piaciuto; come ogni santo giorno mi sistemo e vado dietro l'angolo dove si trova lo studio della dottoressa. Mi siedo sulla poltroncina e dopo qualche minuto arriva sorridente la signora Mariam ad accogliermi

«Ciao Crystal, come ti senti oggi?»
«Molto bene»
Rispondo sorridendo
«Bene, vieni che continuiamo a lavorare»
La seguo nell'altra stanza, poso la borsetta mentre lei chiude la porta dietro di se.

Sono Crystal, ho ventidue anni e a dire la verità non sono mai stata brava con le presentazioni, però posso dirvi una cosa su di me: non ho paura di morire ma ho paura di sprecare la mia vita, così tanto da lasciarmi morire lentamente ogni giorno. Ho paura di non riuscire a vivere. Ho paura di lasciarmi andare, ho paura.
Sento di aver sprecato gran parte del tempo che mi è stato dato, non che fosse tutta colpa mia, lei mi ha costretta a vivere così, però adesso ho deciso di riprendermi indietro il mio tempo, la mia vita intera. Ci sono cose che mi sono persa e che purtroppo non torneranno più ma d'ora in avanti non voglio più sprecare niente e vivere davvero.
Prima dell'estate ho fatto una lista di morte, ovvero una lista delle cose da fare prima di morire e ho intenzione di mantenere quello che ho scritto, già proprio così...

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