Capitolo 4

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4 giugno

Lucas.

Lei ha un sorriso meraviglioso. E i suoi occhi? Sono una cosa unica. Sono occhi così belli e tristi, non ho mai visto degli occhi così, eppure mi hanno colpito in un modo strano, che non mi so spiegare.
Giuro che sono stato rapito da quel modo che ha di guardarmi. Sembra una ragazza che ha passato di tutto, eppure la sua voglia di vivere è evidente.
Non sembra come le altre ragazze, può sembrare una frase banale ma so che potrei renderla felice. Perché una come lei merita di esserlo. In un certo senso penso che sappia come mi sento, nei suoi occhi ci ho rivisto i miei.

«Lucas puoi anche chiudere per oggi!»
«Va bene papà»
«Allora io vado, ci vediamo a casa anche se preferirei che tu andassi a divertirti»
«Okay!»
So che mio padre si preoccupa per me ma mi sta davvero col fiato sul collo, da quando è morta la mamma mi controlla sempre; sono passati già un anno e tre mesi dalla sua morte e indossa ancora la fede. Credo che non riuscirà mai a toglierla.

Il pianoforte mi piace molto, quando lo suono mi trasmette pace, amo suonare anche se ultimamente non lo faccio spesso; sono molte le cose che non faccio più.
La verità è che non ho più voglia di fare le cose che facevo prima, non mi trasmettono più niente. Nemmeno portarmi a casa una ragazza diversa ogni sera o andare a bere con gli "amici"; adesso ho solo lei in testa, la ragazza misteriosa.
Vorrei sapere il suo nome e cosa ci viene a fare qui. Non vedo l'ora di rivederla domani, la aspetterò qua davanti alla stessa ora e la convincerò ad uscire con me.

Credo che prima o poi mi trasferirò ancora in Inghilterra, nella casa dei miei nonni che ormai non usa più nessuno, a parte qualche volta la nonna; amo l'Italia ma adesso mi sto soffocando, ho bisogno di cambiare. Almeno per un po'.

Dopo aver suonato per un quarto d'ora metto tutto apposto e chiudo tutto a chiave. Dopodiché prima di andare a casa vado a farmi un giro qua in centro. Si sono fatte già le nove di sera e la gente passeggia e parla e si diverte; le giornate si stanno facendo più calde e quindi è bello stare un po' fuori. È un paesino non troppo piccolo, voglio dire, non è Milano però è un bel posto, vicino al lago. A mamma piaceva questo posto...

Cammino un po' per le vie quando mi imbatto in lei, la ragazza misteriosa, sta fissando una vetrina, come al solito

«Allora ce l'hai per vizio..!»
Esclamo avvicinandomi a lei
«Eh?»
Dice distratta senza guardarmi
«Fissare le vetrine intendo!»
Finalmente i nostri occhi si incontrano
«Tu?!»
«Sono io»
Dico alzando le mani al cielo
«Sto aspettando una mia amica, è andata dentro a comprarsi un bikini»
Dice tornando a guardare il poster davanti a lei.
«Oh, e tu non lo compri?»
«No... È davvero perfetta non trovi?»
Dice riferendosi alla ragazza in bikini sul poster all'interno della vetrata
«È una ragazza come le altre»
Dico tornando con lo sguardo su di lei, questa volta si volta a guardarmi
«Lucas giusto?»
«Si, vedo che te lo ricordi!»
«Già non mi dimentico i nomi degli stalker!»
Dice sorridendo appena
«Non mi hai detto ancora il tuo nome però, io passo notti intere a pensare a come tu ti possa chiamare! Non è giusto, non trovi?» dico scherzandoci su
«La vita è ingiusta»
Risponde sorridendo del tutto
«Già... quindi non hai intenzione di dirmelo?»
«Crystal...»
Dice appena, tornando a guardare la vetrina.
In quel momento esce la sua amica con una borsina in mano

«Ho trovato quello giusto! Andiamo?»
«Si andiamo. Ciao Lucas»
Dice iniziando a camminare con la sua amica, faccio un cenno con la testa e continuo per la mia strada anch'io.

Dopo qualche ora decido di tornare a casa, prima mi fermo a mangiare qualcosa al fast food; proprio lì incontro un mio vecchio amico, lo saluto a malapena e continuo a mangiare il mio panino. Ultimamente non riesco a sopportare più nessuno. Però lei, lei mi sembra diversa. Tutto di lei mi sembra l'opposto di quello che c'è di solito, per questo che mi piace. Lei non è come tutte le altre, lo riesco a percepire, ho sempre avuto un ottimo sesto senso, potrebbe essere come me e voglio... voglio sapere di più.

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