Io non capisco questo. Non capisco perchè le persone debbano rovinare sempre tutto. Inizi qualcosa sperando che tu abbia fatto la scelta giusta e poi arriva qualcuno che rovina tutto. Certe volte succede subito, altre volte accade proprio quando avevi messo il tuo cuore nelle mani dell'altro. Accade quando ti eri fidata completamente, quando ti eri aperta come un libro senza avere più nulla da nascondere.
E questo fa molto male e posso capirlo perchè mi è successa la stessa cosa con Maya. Lo so perchè nei giorni successivi al suo tradimento, se così possiamo definirlo, mi sono sentita uno schifo. Non uscivo più di casa, stavo tutto il giorno in pigiama a pensare a tutto quello che avevamo fatto insieme, a tutto ciò che avevo fatto per lei. Stavo tutto il giorno a piangermi addosso, a cercare una valida motivazione per andare avanti, per lasciarmi tutto alle spalle, ma non ce la facevo mai. Sono sempre stata una persona testarda, fin da bambina. Quando mi mettevo in testa qualcosa nessuno poteva convincermi di fare il contrario, neanche se stavo facendo un grande sbaglio. Quando mi mettevo in testa che dovevo fare un castello di sabbia nella cantina, lo facevo e basta. Mi ricordo che ho portato secchi e secchi di sabbia nella mia cantina insieme con Ryan, abbiamo portato un bel po d'acqua e abbiamo fatto i nostri castelli. Inutile dire che i nostri genitori ci hanno sgridato e ci hanno messi in punizione per tanto tempo. Eppure l'abbiamo fatto lo stesso. Perché me lo ero messa in testa e nessuno era riuscito a farmi cambiare idea, neanche quello che all'epoca era il mio migliore amico. Ero e sono tuttora così. Ci devo sbattere la testa tante volte prima di capire che sto sbagliando. E in quel periodo mi ero convinta del fatto che spettasse a me aiutare Maya. Dovevo aiutarla a capire che quello che voleva era sbagliato, che aveva me, la nostra amicizia. Dovevo starle accanto anche se lei non mi voleva, perchè lei per me era troppo importante, non potevo ma soprattutto non DOVEVO lasciarla andare, nonostante il suo comportamento. E l'ho fatto, eccome se l'ho fatto. Ho passato l'estate antecedente all'inizio del mio secondo anno delle medie a fare avanti e indietro da casa mia a casa sua. Le prime volte veniva ad accogliermi sua madre con un sorriso compassionevole che sembrava volesse chiedermi di aiutarla, di starle accanto. Io le sorridevo sempre di rimando e correvo nella sua stanza. Quando mi vedeva sulla soglia della sua camera mi ricordo che vedevo una scintilla passare per i suoi occhi che, da verde petrolio diventavano di un verde brillante. Ogni volta che vedevo quella luce, nel mio cuore si accendeva una cosa che in molti chiamano speranza. A me piace invece chiamarla pura e semplice illusione, perchè dopo quella scintilla seguiva lo scoppio di un incendio. Seguivano le sue urla, le sue prese in giro, la porta che mi veniva sbattuta in faccia da quella che consideravo la persona più importante quando non credevo neanche in me stessa. E poi c'ero io. Avevo gli occhi rossi per le troppe lacrime, il cuore pesante e la testa bassa mentre scendevo in tutta fretta le scale di quella casa in cui avevamo condiviso così tante cose. Tanti segreti, tante risate, tanti pianti. Ho continuato ad andare a casa sua finchè, un giorno suonando il campanello più di tre volte, non è venuto nessuno ad aprirmi. Sapevo che fossero in casa perchè le luci erano accese, così come il televisore che trasmetteva l'edizione pomeridiana del telegiornale. Lì ho capito che dovevo arrendermi, che semplicemente non aveva bisogno del mio aiuto, che mi aveva dimenticata.
Tutto ciò mi riporta alla realtà e a come sia così facile rovinare qualcosa ancora prima che inizi.
"Wow Emma, non mi avevi detto che tuo fratello fosse così simpatico" dico con un tono di voce abbastanza alto affinchè mi senta anche Luca dal bagno.
"Lascialo perdere, fa così con tutti quando non ha molta confidenza. E poi te l'ho sempre detto che sono io la figlia simpatica" mi risponde Emma facendomi l'occhiolino.
" Molto simpatica sorellina, devo dire che mi eri mancata davvero tanto" interviene Luca in modo ironico alzando gli occhi al cielo.
Per il resto la serata passa in maniera tranquilla e piacevole. Emma che fa domande a raffica a suo fratello su quello che ha fatto in questi anni e lui che risponde scocciato alzando ripetutamente gli occhi al cielo e sbuffando. Noto che parla un italiano che mette ancora più in risalto il suo accento inglese. Mi piace molto come suona la sua voce alle mie orecchie e quindi mi prendo pochi secondi per ascoltare le sue risposte. Poi come al solito sto in silenzio in disparte persa nei miei pensieri. Ogni tanto quando riporto l'attenzione al tavolo becco Luca a guardarmi per poi distogliere lo sguardo quando si accorge che ricambio. Questa cosa mi fa stranamente sorridere e mi fa pensare che non ho mai visto una tonalità di blu così bella come quella dei suoi occhi.
Luca's POV
Per la prima volta dopo tanto tempo non capisco più niente. Da quando è entrata quella ragazza, mi sembra che abbia detto di chiamarsi Annabelle, sono entrato in confusione. Punto numero 1 perchè non pensavo fosse così carina come l'aveva descritta mia sorella, punto numero 2 perchè mi ha guardato con un'intensità tale da farmi distogliere lo sguardo e risponderle in modo molto poco carino con la prima cattiveria che mi è venuta in mente e, punto numero 3, perchè ha lo stesso sguardo che avevo io l'anno scorso, che aveva Emily l'anno scorso. Lo sguardo di una persona persa, di una persona che ha messo da parte le proprie emozioni per riuscire a vivere. Riconoscerei quello sguardo ovunque. Per questo mi ha mandato in confusione, perchè mi è sembrato di vedere il me stesso di pochi mesi fa.
Quando esco dal bagno per tornare in soggiorno sento che mia sorella sta dicendo qualcosa su di me, quindi non perdo occasione per ribadirle che non mi era mancata per niente. Cosa non vera ovviamente, sono contento di essere tornato in questo schifo di città solo per lei e Marco, nessun'altro.
Durante la cena, mia sorella si impegna a farmi incazzare tempestandomi di domande inutili.
"Allora cos'hai fatto durante tutto questo tempo? Hai fatto strage di cuori? Mi hai comprato qualcosa? Qualche gadget, qualche autografo dal mondo del cinema? Ah, si giusto! Hai fatto tante foto per la tua sorellina vero? E i tuoi amici? Erano carini? Hanno mai chiesto di me?"
Con tutte queste domande mi fa subito pentire di essere tornato a Roma e mi fa venire un gran mal di testa, perciò inizio a massaggiarmi le tempie. Poi mi accorgo che la ragazza seduta di fronte a me ha lo sguardo perso nel vuoto. Mi sorprendo a chiedermi cosa starà pensando, perciò non ascolto più le assillanti domande di mia sorella e mi metto a fissare la sua migliore amica. Passano pochi minuti che si accorge dei miei occhi puntati su di lei e subito distolgo lo sguardo, non prima però di aver visto le sue guance colorarsi di una lieve sfumatura di rosso. Questa cosa mi fa sorridere internamente, ma poi la smetto e mi impongo di smetterla di fare il coglione, facendo il finto sentimentale.
Spazio autrice:
Ciao ragazze, lo so che questo capitolo è abbastanza corto, ma volevo isolare il primo incontro di Annabelle e Luca dal resto della storia, per mettere in risalto la sua importanza. Intanto vi chiedo come vi sembra Luca e se vi è piaciuto il suo POV. Commentate per farmi sapere cosa ne pensate e scrivetemi in privato se vi sembra che sarebbe meglio cambiare qualcosa.
Vi anticipo solo che nel prossimo capitolo l'ambiente che ospiterà i nostri adorati personaggi sarà proprio il loro liceo. Quindi continuate a leggere, a votare e a commentare.
Un bacio,
Criiss❤
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Roman d'amourAnnabelle, 15 anni e un biglietto di sola andata per Roma da un piccolo e anonimo paese argentino. Tanti segreti, tanti problemi e un destino davvero crudele. Luca, 15 anni, aspirante attore, torna a Roma dopo un lungo stage a Los Angeles. Il solito...