Nascono dubbi e incertezze -03-

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POV ESTERNO (EREN)

Era mattina, il sole era sorto da qualche ora ed Eren stava ancora dormendo, il suo sonno però fu interrotto da una voce che pronunciava il suo nome, "Eren...Eren...Eren...", non accennava ad aumentare il tono o il modo di parlare, era sempre molto pacato, il ragazzo a quel punto aprì gli occhi per vedere di chi fosse quella misteriosa voce, ci volle poco a mettere a fuoco quel viso familiare, era Mikasa. "Ti sei svegliato finalmente" disse lei, Eren era ancora in stato semi-dormiente quindi non capii bene le sue parole, pian piano il suo cervello si svegliò completamente e riuscì a parlare in modo razionale:" Mikasa che ci fai qui tu dovresti essere a letto per riprendere le forze", la ragazza allora rispose "Mi sono quasi ripresa del tutto, i dottori mi hanno detto che se voglio posso ricominciare ad allenarmi tutti i giorni anche se a mio rischio e pericolo...", "Poteva farsi male e riportare ferite più gravi ma a lei non importava? Certo che deve amare proprio l'attività fisica" pensò il castano, preoccupato ancora sulle condizioni della corvina, sperava solo che non si ferisse di nuovo, "Comunque sono qui per svegliarti perché dobbiamo andare al campo per fare dei test, i caposquadra vogliono fare una nuova classifica dei primi 10 dato che sono arrivate molte matricole" dopo aver finito la frase prese un pacchetto di cracker e li diede ad Eren, doveva essere la colazione a quanto pare, il ragazzo disse a Mikasa di aspettarlo fuori dalla stanza, doveva ancora vestirsi, appena rimase solo si infilò i pantaloni, si mise gli stivali e si sistemò addosso l'attrezzatura per il movimento tridimensionale, come ultimo indossò il giacchino della legione esplorativa. Era pronto. Uscì dall'edificio con Mikasa, lei sembrava tranquilla, forse era sicura di arrivare prima, effettivamente anche Eren era sicuro che  lei avrebbe primeggiato su tutto come al solito, ma lui oggi si sarebbe impegnato per arrivare secondo, senza Bertholdt Reiner ed Annie pareva più fattibile, era un'idea che gli piaceva molto, anche se poi veniva sminuita dal primo posto dell'amica, sarebbe stato frustrante arrivare dopo di lei, una conferma in più di cosa Eren affermava già da tempo, Mikasa poteva difendersi da sola perché era più forte di lui, mentre era  lei che lo doveva proteggere, il solo pensarci faceva innervosire Eren, "No, oggi devi solo preoccuparti di dare il meglio di te" pensò il ragazzo, "Giusto" si rispose da solo, "Hai detto qualcosa?" disse Mikasa, doveva aver sentito quel "giusto", "No niente di importante" si affrettò a dire il castano, aveva pensato a voce alta a quanto pare. Arrivati al campetto Eren intravide subito Shawn, si avvicinò a lui con Mikasa al suo seguito, "Ciao Shawn" disse il castano, "Oh salve ragazzi, è un piacere vedervi...", fece un piccolo sorriso e poggiò il suo sguardo prima su Eren e poi su Mikasa, la ragazza non sembrava felice di vederlo, i suoi occhi emanavano ancora disprezzo. "Io sono Eren Jaeger, quello che hai spinto ieri, mentre dovresti aver già conosciuto Mikasa", Shawn ricordò che ieri la corvina aveva fatto il nome di un certo "Eren", ma non sapeva chi dei due ragazzi a terra potesse essere, "Piacere, scusa per ieri ma volevo impedire che qualcuno si facesse male, per quanto riguarda la tua amica dietro di te, si, ho avuto la possibilità di conoscerla" rispose lui, "Fa niente, sto bene adesso" concluse Eren con un sorriso, non sembrava un tipo intrattabile, ma quel cambiamento di ieri da parte sua lo aveva turbato, "Sarà stata una mia impressione" penso il ragazzo, forse la botta di ieri gli aveva giocato un brutto scherzo. La loro conversazione fu interrotta dai caposquadra che ordinarono a tutti i cadetti di eseguire i vari esercizi, avrebbero scelto i primi 10 in ogni categoria e poi fatto una classifica generale. Prima di separarsi dai due Shawn disse "Buona fortuna, date il massimo!" e tiro fuori un altro dei suoi timidi sorrisi per poi apprestarsi ad iniziare. Tutti i soldati parteciparono alle varie competizioni, più passava il tempo è più Eren si accorse che Mikasa aveva contro un avversario molto più in gamba di lei, Shawn la superava in tutte le categorie senza troppo fatica, il ragazzo notò il volto frustato dell'amica, quasi gli venne da ridere, per la prima volta la ragazza era seconda a qualcuno. L'ultima esercitazione era nel combattimento corpo. In questo Eren era molto bravo, arrivò infatti in semifinale proprio contro Shawn. I due si strinsero la mano prima di iniziare, questa volta era il castano che si sarebbe dovuto difendere dal coetaneo, quest'ultimo si toccò nuovamente la sciarpa, proprio come ieri diventò un'altra persona, Eren non ebbe nemmeno il tempo di pensarci che fu atterrato da Shawn e il castano si ritrovò col coltello puntato al petto, "Ho vinto" sussurrò con arroganza  all'orecchio dello sconfitto, si alzò ed iniziò ad urlare: "Siete così deboli, come può uno divertirsi con delle mezze cartucce, questo per me non è nemmeno un allenam-" fu zittito da un pugno che era partito da qualcuno situato  tra Eren e Shawn, era Mikasa, quest'ultima aiutò il castano ad alzarsi, "Grazie sto bene" disse lui,la ragazza si voltò verso chi aveva colpito e gli disse "Un vero soldato non prende in giro i propri compagni ma li aiuta a migliorare, qui non siamo venuto per divertirci, vedi di preparati adesso perché in finale sarò io il tuo avversario", "Ottimo" disse lui. La finale si svolse in un campo un pò più spazioso, con molti dei soldati attorno per assistere a quello spettacolo, il caposquadra fece posizionare i due sfidanti e spiegò a tutti le regole di quell'incontro: "Ackerman dovrà sottomettere Froste con il suo coltello entro 10 minuti, altrimenti vincerà quest'ultimo, pronti....via!". Mikasa partì alla carica contro Shawn, non avrebbe fatto una figura come quella di ieri, il ragazzo intanto sembrava ritornato normale e  esattamente come nell'ultimo incontro riuscì a togliere il coltello dalla mano della ragazza ogni volta che lo attaccava, stavolta sembrava intenzionato a vincere. Effettivamente l'incontro finì con la disfatta di Mikasa, mentre Shawn sembrava tranquillo e per niente affaticato, "Come fai?" chiese la corvina con l'amaro in bocca al vincitore, "Perché altero la velocità, è un concetto abbastanza semplice, io sono abituato a stare a contatto con essa, quindi tutto mi sembra più lento anche se a te sembra veloce, la mia tecnica di combattimento si basa tutto su questo, riesco a percepire con tutti i sensi i movimenti dell'avversario, così ho il tempo di bloccarlo." aiutò la ragazza a rialzarsi e concluse dicendo "Perché noi vogliamo essere veloci come il vento!", i suoi occhi emanavano determinazione, anche Eren se ne accorse, pur non standogli davanti sentiva l'energia emanata dal suo corpo. Mikasa si mise accanto al castano e gli disse che era ora di pranzo e che quindi era meglio avviarsi, la classifica sarebbe uscita stasera, il ragazzo diede uno sguardo all'amica accanto a lui, sembrava triste, doveva fare qualcosa, "Tranquilla Mikasa sei andata alla grande, hai dato il massimo e per me basta questo per considerarti la migliore", la corvina a quelle parole arrossì un pochino e disse timidamente :"Davvero?", "Certo Shawn sarà fortissimo ma hai qualcosa che lui non ha, degli amici pronti a sostenerti", la ragazza sembrò apprezzare quelle parole, mostrò infatti un piccolo sorriso, ad Eren bastava questo, l'importante era averla tirata su di morale. "A proposito di amici... E Armin?" pensò il castano, effettivamente non vedeva il biondo da un bel pò, il pranzo sarebbe stata un'occasione perfetta. Arrivati alla sala da pranzo Eren cercò Armin, era seduto da solo in un posto abbastanza riservato, i due si sedettero accanto. Il biondo li guardò per un attimo ma poi abbassò subito lo sguardo sul suo piatto. Mikasa disse al castano che avrebbe preso lei le loro porzioni, il ragazzo intanto stava osservando Armin, doveva capire di più, chiese quindi all'amico:" Ciao Armin, come sono andati oggi gli allenamenti?", "Se per bene intendi un fiasco totale come al solito allora sì, sono andati molto bene" rispose il biondo, "Quale è il problema?" disse Eren, gli occhi che cercavano quelli di Armin, "Ecco vedi...Ora che si è aggiunto anche Froste credo di sentirmi poco utile alla squadra, forse è meglio se vado a dissodare terreni..." "Che cavolo stai dicendo Armin?!" urlò il castano, "È così, è la verità. tu e Mikasa non avete problemi con i giganti ma io non posso aiutarvi perché sono un disastro in allenamento. Non riesco a stare al vostro passo!" concluse il biondo, Eren non poteva accettare che anche il suo amico si deprimesse proprio come lui, doveva motivarlo:"Armin ognuno di noi ha delle abilità particolari, la tua è l'ingegno, noi saremmo pure bravi a combattere, ma per vincere serve un buon piano e tu sei perfetto per guidarci", il compagno  biondo era rimasto fermo ad osservare il castano "Forse.. Hai ragione, dimostrerò quanto valgo Eren e un giorno riusciremo a vedere l'oceano proprio come nel libro dei miei genitori", il ragazzo si sentii subito meglio ed iniziò a consumare il suo pranzo in fretta e furia, Eren era contento, oggi aveva aiutato i suoi due amici nel ritrovare fiducia in se stessi,l'unico  che aveva ancora tanti dubbi era lui, doveva assolutamente toglierseli, ritornata Mikasa sia lei che il castano finirono le loro porzioni. Concluso il pranzò Eren si alzò ma all'improvviso sentii una mano sulla sua spalla, una voce parlò e il ragazzo la riconobbe subito, era del capitano Levi:"Eren domani ci sono le prove per l'assalto a Shiganshina, devo parlarti in privato, seguimi nel mio ufficio" il castano ubbidì e dopo aver salutato i due amici si diresse con il capitano verso l'ufficio. Appena entrati il ragazzo diede uno sguardo veloce alla stanza, non aveva niente di particolare,era un semplice ufficio e Levi non aveva effetti personali là dentro, l'uomo iniziò a parlare: "Domani è un giorno importante...ti senti pronto? Stavolta sarà diverso, non avremo nessun colossale o corazzato a infastidirci, e poi tu adesso sei con noi, il tuo compito domani sarà diverso, dovrai trasformati solo se abbiamo più di 5 giganti nelle vicinanze va bene? Altrimenti lascia fare ai cadetti", Eren era preoccupato, non voleva che qualcuno morisse di nuovo a causa sua, anche per un solo gigante lui si sarebbe trasformato per difendere i suoi compagni "Capitano non mi sento pronto, non voglio che altre persone muoiano per colpa mia, lei capisce vero?" cercò lo sguardo di Levi ma trovò solo due occhi inespressivi, il capitano allora prese le sue due spade e ne diede una ad Eren, poi aggiunse:"No, non ti capisco, ma come me riesci ad esprimerti meglio col corpo, perciò battiti con quella spada e vedrai che ci comprenderemo meglio", il castano rimase sorpreso, inizio a parlare "Signore ma io...", non ebbe il tempo di finire la frase che Levi si stava già fiondando su di lui, riuscì a parare il suo colpo ,"Dimmi la verità Eren,cosa ti turba?" il suo tono era molto serio e per niente affanato, sembrava non stesse lottando "Niente che le interessi e comunque lei non potrebbe capire!" urlò il ragazzo scaraventando il capitano, che rimase impassibile "Sei solo un debole, un ragazzino che si crede forte ma non lo è, un ragazzino che non è mai riuscito a trovare la verità rendendo inutili le morti dei suoi cari!" si sentì un colpo secco, Eren aveva parato il colpo dell'uomo con la sua spada,i suoi volti erano molto vicini "Lei dice così solo perché non ha problemi, può abbattere chiunque quando le pare e piace!", un altro colpo, altre lame che si scontrano "No Eren io non sono perfetto, anche io faccio decisioni sbagliate, sai c'è una cosa che non posso sopportare in te... Questa tua mancanza di fiducia in te stesso, tu ti sottovaluti ! Ed è per questo che non agisci e la gente muore, perché tu sei sempre indeciso con te stesso!" in quel momento Eren sembrava essersi isolato da tutto il mondo, non sentiva più niente, nemmeno il suo corpo, gli passarono diverse immagini davanti,  sua madre che lo spronava a diventare un uomo, Mikasa che lo ringraziava di tutto e Armin che lo difendeva dai soldati di guarnigione, all'improvviso in quel buio comparvero proprio i soggetti di quelle immagini, Mikasa, Armin e Carla, sembravano tristi. "Mamma...ragazzi..." disse il castano, non poteva crederci, si avvicinò a loro ma venne  interrotto dalla corvina che disse: "Chi sei?", il ragazzo rimase stupito "Come chi sono? Sono Eren non mi riconosci", a questo punto intervenne Armin:"Si ci assomiglia di aspetto ma non è il nostro Eren", Mikasa continuò:" L'Eren che conosco io mi ha insegnato a non arrendermi mai, tu sei solo un frignone, non sei quello vero",infine Carla concluse dicendo:"Lui non è mio figlio...",detto questo si allontanarono sempre di più dal giovane, "Aspettate" disse lui, ma ormai lo avevano lasciato solo. Ripensò a quelle parole,si inginocchiò ed iniziò a piangere,intanto sentiva qualcuno avvicinarsi a lui, quando non sentii più passi capii che quel qualcuno era arrivato, una piccola mano si era posata su di lui, alzò la testa e vide se stesso da bambino, "Signore perché piange?" chiese il piccolo Eren, il ragazzo rispose:"Perché non riesco a proteggere le persone a me care...", il bambino strinse il suo pugno e disse:"Come fa a dirlo se non ci ha nemmeno provato?! Deve battersi, non può arrendersi, se non si batte non può  vincere, stare là senza far nulla non porta a niente!", quel bambino aveva ragione, era cambiato davvero così tanto... Aveva perso tutti i suoi principi, "Hai ragione" disse il castano ,all'improvviso apparve un'altra bambina, si avvicinò  al bambino e gli disse:"Eren torniamo a casa, si è fatto tardi", il piccolo Eren e la bambina se ne andarono, lasciando il ragazzo da solo. "Non posso arrendermi, devo battermi come ho sempre fatto, io posso farcela!"urlò,  dopo quelle parole Eren vide una luce, iniziò a correre per cercare di raggiungerla, era quasi arrivato ma fece ritorno nella realtà, era ancora lì, con Levi vicinissimo e le loro spade che si contrastavano. Questa volta però il ragazzo sentiva un'energia nuova, con tutte le sue forze sottomise il capitano a terra e gli urlò: "Quelle che dice sono menzogne, io sono Eren Jaeger, essere indeciso o arrendermi non rientra in me, io ucciderò tutti i giganti perché mi hanno portato via quei giorni di "falsa tranquillità",inoltre...difenderò tutti coloro a cui tengo!". Levi non  era sconvolto, anzi fece un piccolo sorriso soddisfatto e disse:"Era ora Eren, a quanto pare ha funzionato", il ragazzo intuì che il capitano doveva aver architettato tutto fin dall'inizio "Che cose le importa di me?" chiese il castano in modo scontroso, l'uomo rispose senza esitare:"Non ti fare strane idee, tu sei la nostra salvezza, tenerti nella massima forma a livello mentale e fisico è la nostra priorità. Ora smamma moccioso", Eren si diresse verso l'uscita, prima di varcare  la porta disse un "grazie" sincero a Levi e poi uscì, si sarebbe riposato in camera e poi avrebbe cenato. Così fu, infatti il castano si svegliò vero sera e dopo aver cenato andò insieme a Mikasa e Armin davanti un muro dove era appesa la classifica dei primi 10 cadetti. Eren cercò il suo nome e vide con piacere che era arrivato terzo, la felicità aumentò nel vedere che era proprio sopra Jean, al primo posto invece si trovava Shawn seguito da Mikasa, si voltò verso la ragazza, sembrava di nuovo triste, il ragazzo allora le prese la mano e le disse:" Ricordati ciò che ho detto, per me rimani la migliore", la corvina arrossì per quelle parole e per quel contatto, Mikasa con la mano che prima era "occupata" indicò l'ultimo in classifica e disse :"Armin sei arrivato decimo, l'ultima volta non eri nemmeno nella classifica". Eren si girò verso l'amico, era felice a giudicare dal sorriso, "Visto Armin sei tra i soldati migliori, e siamo circa duecento", "Si" disse il biondo mente contemplava quel foglio come se fosse sacro. "Domani ci sarà la prova all'esterno delle mura, il capitano mi ha detto che posso aiutarvi se vi trovate in difficoltà, domani non morirà nessuno, anche a costo di sacrificare la mia vita",Mikasa lo guardò preoccupata e disse:"Eren..." ma venne interrotta dal ragazzo che disse:"No Mikasa, non metterai a repentaglio la tua vita per salvarmi, posso farcela da solo", la corvina non ribattè, Eren guardò il cielo sopra di lui e pensò "A costo della vita...".

Freddo come il ghiaccio, freddo come Froste {Eremika}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora