Ultimi preparativi -08-

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POV ESTERNO (EREN)

Il viaggio di ritorno fu ultimato in mattinata. Tornarono tutti nel Wall Rose verso pomeriggio. Prima di pranzare nella sala grande tutti i soldati furono convocati fuori  per un discorso che avrebbe tenuto il comandante Erwin. "Immagino vorrà farci un discorso di incitamento, dato che domani dobbiamo recuperare il Wall Maria" ipotizzò Armin,  "Anche io la penso così" disse Eren, che aveva alla sua destra l'amico mentre a sinistra Mikasa, il castano notò la mancanzo di qualcuno, e la sua domanda non esitò ad arrivare: "Dove è Shawn?", "E' nell' ufficio con Levi, dovevano discutere di qualcosa" rispose la corvina senza troppi fronzoli, "Come fa-" iniziò Eren per poi essere interrotto da Armin che gli ordinò di fare silenzio, a quanto pare Erwin aveva iniziato, dal suo tono si poteva scorgere sicurezza e determinazione:" Bene! Come voi sapete domani andremo a recuperare il Wall Maria. Sarà la missione più pericolosa che abbiate mai affrontato quindi non assicuro la sopravvivenza a nessuno di voi. Dovremmo affrontare molto probabilmente altri umani che possono diventare titani, quindi fate attenzione. Per arrivare al muro attraverseremo tutta la valle che sarà piena di giganti ovviamente, entro stanotte vi diremo le varie disposizioni,naturalmente Eren Jaeger sarà in prima linea, non ha più bisogno di protezione dato che questa sarà la battaglia decisiva, pur volendo non batteremo in ritirata, moriremo sul campo di guerra o trionferemo da vincitori, abbiamo solo queste due opzioni. Dato che questo può essere il vostro ultimo giorno godetevelo in serenità. Ho detto tutto, grazie dell'ascolto". Finito il discorso iniziarono i primi mormorii, alcuni erano eccitati, altri spaventati, altri impassibili, il primo era il caso di Eren, ovviamente in fibrilazzione per ciò che accadrà domani. "Domani è l'ora della rimonta! Faremo vedere a tutti di che pasta siamo fatti noi umani!" gridò il castano, "Tecnicamente tu sei anche un titano, quindi non sei proprio umano" disse scherzando Armin, lui era abbastanza tranquillo per domani, aveva preso fiducia in se stesso col tempo. L'unica silenzio era Mikasa, anche se non era una novità  il castano chiese se andava tutto bene, "Oh si Eren. Sono solo un pò preoccupata per domani" rispose lei, il coetaneo allora la guardò dritto negli occhi e le disse :" Tranquilla Mikasa, starò bene! Domani farò di tutto  per proteggere te e Armin, ovviamente non rischierò la vita non preoccuparti!", la corvina per risposta fece un piccolo cenno col capo, poi nascose il suo volto nella sciarpa. Mentre i tre camminavano per andare nella sala grande il comandante Erwin si avvicinò a loro, in particolare ad Armin, gli sussurrò qualcosa nell'orecchio e si allontanò come se nulla fosse. "Che ti ha detto?" chiese  Eren incuriosito dal gesto del comandante, "Mi ha detto di andare nel suo ufficio per discutere della disposizione di domani, vuole qualche mio consiglio, pranzerò insieme a lui, o almeno così mi ha detto..." rispose il biondo per poi allontanarsi dai suoi due amici e dirigersi verso le scale. Il trio divenuto coppia pranzò tranquillamente nella sala per poi dividersi, Mikasa voleva riposare ancora un pò mentre Eren voleva camminare in giro. Dopo essersi separato dalla sua amica il ragazzo iniziò a gironzolare per il quartier generale finchè non incrociò per sbaglio il capitano Levi, il castano fece finta di niente e andò avanti ma l'uomo lo blocco al muro e gli riferì in tono freddo:" Quando passi accanto ad un tuo superiore va salutato col massimo rispetto, non lo si ignora mai... capito?", "E va bene" affermò  Eren, "già che ci sei vieni nel mio ufficio... subito! Ti devo parlare" ordinò Levi. Il  ragazzo non se lo fece ripetere due volte ed entrò nell'ufficio. Si sedete su una sedia davanti a Levi e aspettò che l'uomo rompesse il ghiaccio, ma ciò non accadde. Il capitanò continuò a guardarlo stizzito, quasi come se Eren fosse entrato lì di sua iniziativa", stancatosi di quel silenzio il ragazzo chiese gentilmente:" Signore perchè mi ha voluto portare nel suo ufficio?", "Perchè dici?mmhhh... fammici pensare.....Ah si ora ricordo. Ho una semplice domanda da farti moccioso... Se un nostro soldato ci tradisse tu... lo ammazzeresti?" rispose o meglio domandò il capitano, "E' una domanda insolita signore... non ho mai ucciso nessun umano... anche se stavo per farlo devo ammetterlo. Comunque non credo che i nostri soldati ci tradiranno. Al massimo scapperanno dalla paura se qualcuno dovesse morire ma non ucciderebbero mai un loro compagno d'armi..." disse Eren pensieroso, "Forse non hai capito la domanda... Devi rispondere di si o di no... lo uccideresti?!" urlò l'uomo perdendo i suoi modi composti, "Si signore! Lo ucciderei signore! Anche se sarebbe molto difficile ma lo farei signore!" gridò il castano quasi d'impulso, si era sorpreso dal gesto del capitano, "Bene... puoi andare" sussurrò Levi, ora di nuovo calmo e freddo. Il ragazzo si avviò verso la porta e la aprì, prima di chiuderla alle sue spalle però sentì l'uomo pronunciare un "non morire" mentre teneva lo sguardo basso, avrebbe voluto rispondergli ma ormai era troppo tardi, rientrare solo per quello sarebbe stato inutile e imbarazzante. "Chissà cosa starà facendo Armin... se non ricordo male è nell'ufficio di Erwin. Vediamo cosa stanno combinando quei due..." pensò Eren, in teoria l'ufficio del comandante era allo stesso piano di quello del capitano. Dopo aver controllato varie etichette Eren trovò quella che cercava, era quella che indicava la stanza di Erwin. Il castano bussò due volte, appena sentì un "avanti" da parte del comandante aprì la porta. Nella stanza vi erano solo due sedie e un grande tavolo che le separava, su di esso vi era appoggiata una grossa mappa, era piena di segni e cancellature. Appena  Erwin si rese conto di chi era entrato diventò dubbioso per un attimo e poi disse "Va bene puoi restare. In fondo tu sei la nostra arma principale. Hai il diritto di sapere un pò dove saranno gli altri.", detto questo Eren si avvicinò al tavolo e osservò attentamente la mappa, era piena di quadrati cerchi, triangoli, non ci capiva niente insomma, "Ehm... Io chi sono?" chiese il castano, "Tu sei il cerchio" affermò Armin, il cerchio era posizionato davanti a tutti, "Ma perchè ci sono altri quattro cerchi?" domandò il ragazzo, "Perchè c'è la possibilità di incontrare Reiner, Bertholdt , Ymir e il gigante bestia, non sappiamo se è un umano ma lo consideriamo un titano dall'intelligenza quasi uguale alla nostra" rispose questa volta il comandante. "Allora immagino che voi siate i quadrati?" ipotizzò Eren, "Esatto. I quadrati rappresentano solo i soldati più forti, dato che non potevamo disegnarne tanti." disse il biondo, il ragazzo notò i nomi di Mikasa e Froste, insieme a qualche altro nome di sua conoscenza. I due precedentemente citati si trovavano sul lato destro. "Ci sparpagliamo di nuovo?" chiese Eren sbuffando, non gli andava a genio il fatto di non poter controllare la corvina. "Certo mi sembra ovvio" rispose Armin, poi continuò: " La disposizione è la stessa della precedente missione visto che  sembra essere buona". " Se lo dici tu " concluse il castano, non poteva farci niente, Mikasa sarebbe stata al sicuro con Shawn, o almeno è quello che sperava. "Sei diventato un ottimo stratega Armin. Sono sicuro che darai un contributo importante alla nostra squadra con la tua abilità." affermò il ragazzo all'amico biondo, che rispose con un sorriso e un sonoro "grazie". Detto ciò Eren uscì dalla stanza e continuò il suo vagabondaggio, ora mancava solo parlare con la corvina e avrebbe concluso la sua lista.

Freddo come il ghiaccio, freddo come Froste {Eremika}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora