Shawn Froste -02-

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POV ESTERNO (EREN)

Eren rimase stupito nel vedere quel personaggio, era un ragazzo della sua età circa, aveva dei capelli semi-lisci lunghi fino al collo di una specie di grigio spento,  occhi  azzurro scuro che trasmettevano calma, due sopracciglia abbastanza folte e delle labbra piccole, tutto ciò si trovava su un viso pallido simile a quello di Mikasa, solo che a differenza di lei la matricola possedeva un fisico simile a quello di Eren. Indossava la classica uniforme da soldato ma aveva un particolare che lo rendeva diverso dagli altri, il suo collo era ricoperto da una sciarpa candida come la neve, doveva essere fatta da una qualche tipo di pelliccia visto il tipo che indossava. Il capitano Levi scandì queste parole in maniera chiara e ad alta voce così che tutti potessero sentirle: "Oggi ragazzi abbiamo un evento particolare, voglio infatti presentarvi un nuovo membro del gruppo di ricerca, il suo nome è Shawn Froste e viene dal distretto della zona nord nei pressi del wall Maria, in quel luogo le temperature sono molto basse perciò di solito i soldati che escono da un addestramento di quelle parti sono molto promettenti, in particolare  Froste è considerato a tutti gli effetti un vero prodigio nell'uccidere i giganti, tanto da fargli valere il soprannome di lupo dei ghiacci, ora non ho prove concrete sulle sue abilità ma ce le dimostrerà sul campo così da poterlo valutare, ora lascio la parola al diretto interessato, prego" "Ed era anche ora" disse Eren a bassa voce per non farsi sentire, quel ragazzo lo aveva già impressionato col suo solo sguardo, non vedeva l'ora di vedere in azione questo fenomeno, i pensieri del castano furono interrotti da Shawn che con una voce pacata e gentile disse: "Ringrazio il capitano per avermi risparmiato la presentazione, sono molto felice di aiutarvi nella vostra causa e spero di poter diventare utile alla squadra" il suo discorso si concluse con un applauso da parte dell'esercito, la folla si diramò in varie direzioni mentre Shawn fu portato via da Levi, Eren voleva parlargli ma aveva paura ad infastidire ancora il capitano,così si disse che lo avrebbe incontrato dopo durante gli allenamenti. Fra un'ora avevamo l'addestramento quindi Eren poteva anche schiacciare un pisolino in camera sua senza essere disturbato. Entrò nell'abitazione e si diresse in camera sua quando sentii dei rumori provenienti da una stanza, più si avvicinava ad essa e più gli parve di riconoscerla, era quella di Mikasa, fece capolino in fretta e furia dalla porta e quello che vide lo sconvolse, la ragazza era impegnata nell'esecuzione di alcune serie di addominali, Eren diede un'occhiata veloce alla stanza e notò il vassoio vuoto, era felice che avesse mangiato ma non doveva fare esercizio fisico, non era ancora totalmente guarita, il ragazzo si avvicinò a lei e con tono autoritario le disse: "Non dovresti fare le serie di addominali ora, non ti sei ancora ripresa del tutto rischi solo di peggiorare la situazione" la ragazza disse solamente "Grazie per avermi portato il pranzo", Eren era furioso, come mai lei poteva dargli ordini e lui no? Questo atteggiamento gli diede molto fastidio così utilizzo tutte le sue forze per sollevare Mikasa di peso e metterla sul letto, fu così rapido che la corvina non ebbe il tempo di opporsi, rimase stupita ma con tono seccato rispose "Tu non mi dai ordini, decido io cosa fare per me" il castano allora disse con tono acido "Per una volta che sono io a chiederti di fare attenzione alla tua salute rifiuti? Quando mi davi degli ordini io gli ho sempre rispettati anche se con malavoglia", ma alla ragazza non interessava, doveva mettersi subito in forze per continuare a proteggere Eren, fece il gesto di scendere dal letto ma il ragazzo le bloccò le mani e aggiunse: "Tu non ti muoverai da qui fino a quando ci sarò io chiaro? Non voglio vederti ancora in quelle condizioni quindi per favore ascoltami" il castano sembrava avere un tono serio, i suoi occhi verde smeraldo trasmettevano autorità ma anche preoccupazione, Mikasa nel guardare quegli occhi non poteva dire di no, disse un timido "va bene" ma poi aggiunse:"Però all'allenamento di oggi ci sarò, questo non me lo puoi togliere", Eren non era d'accordo ma per lui era già tanto ciò che aveva ottenuto ora, si accorse di avere ancora le mani su quelle della ragazza, anche la corvina doveva averlo notato, infatti si guardarono per un momento e misero velocemente fine a quel contatto, il ragazzo la salutò e si avviò verso la camera per riposare, "finalmente" pensò, ma fu di nuovo interrotto da qualcuno, era Connie. Il ragazzo più basso non lo salutò nemmeno ma gli chiese direttamente una cosa: "Eren devi aiutarmi, è importante, il capitano Levi vuole  che io pulisca tutto il disordine della cucina ma da solo non posso finire tutto prima dell'allenamento, perciò puoi darmi una mano per favore?" il castano sembrava ormai rassegnato al non riposare prima di sera, così accettò di aiutare Connie e insieme pulirono piatti,posate e i vari mestoli. Riuscirono a finire in tempo per l'addestramento e insieme si avviarono al campo dove si sarebbero allenati quel giorno. Appena arrivati i vari caposquadra li dissero di mettersi in coppia perché oggi si lavorava sul combattimento corpo a carpo, secondo loro infatti dopo i recenti avvenimenti bisognava migliorare questo punto dato che l'occasione per scontrarsi con esseri umani non era più divenuta una rarità, anzi proprio il contrario. Eren stava per invitare Connie quando fu preso in disparte da Jean che gli disse con fare provocatorio: "Avanti Jaeger se non riesci a battere me come pensi di poter uccidere i giganti dando valore a quelle morti?", di nuovo, di nuovo gli erano ritornati i sensi di colpa, sembrava essere passata ma quella sensazione di malinconia lo pervase di nuovo, solo che questa volta era diverso, questa volta doveva dimostrare di poter battere chiunque, e per fare ciò doveva almeno stracciare Jean in combattimento. "Ci sto, va bene" rispose Eren, batterlo sarebbe stato una passeggiata, il ragazzo si ricordava di quanto lui si fosse allenato nel corpo a corpo mentre Jean si comportava da nullafacente. Si misero uno di fronte all'altro, Jean teneva il coltello di legno ed Eren avrebbe dovuto toglierlo, prima di iniziare però il ragazzo più alto fece una premessa: "Voglio che tu dia il massimo, devi vedermi come un nemico in grado di ucciderti, dato che tu puoi farti ricrescere gli arti se non mi fermerai ti taglierò le braccia, questo dovrebbe spronarti molto" il castano acconsentì alla richiesta, doveva impegnarsi con tutte le sue energie, non poteva perdere. Jean diede il via partendo alla carica contro Eren che stava studiando i movimenti dell'avversario per bloccargli quell'assalto, non ebbe nemmeno il tempo di pensarci che venne pugnalato, "Questo faceva male"ammise il castano, diede un pugno in faccia a Jean in modo da allontanarlo, quest' ultimo cercò di provocarlo ancora: "Ehi Eren se tiri certi pugni come credi di battermi? Sono migliorato molto mentre tu ti divertivi a fare il gigante", "non poteva dargli torto" pensò Eren, in effetti lui lottava sempre come gigante mai come umano, ma per diventare più forte doveva vincere senza quel potere, Jean con rapidi movimenti si avvicinò al castano e gli diede un'altra pugnalata, "Ora basta" disse quest'ultimo, il suo avversario voleva solo umiliarlo, non era un allenamento per migliorare, con una ginocchiata allo stomaco mandò a terra il nemico e si tolse il pugnale che era ancora conficcato nel suo corpo "Ho vinto" disse soddisfatto Eren, ma Jean si stava rialzando e più arrabbiato che mai iniziò a caricare a testa bassa, in quel momento sentii il rumore di alcuni passi che si avvicinavano, si girò, era Mikasa, sembrava preoccupata e stava probabilmente cercando di salvarlo, solo che era stranamente lenta "E' ancora debole" pensò il castano, poco male, avrebbe dato una bella lezione a Jean, si sarebbe difeso col coltello, lo avrebbe colpito in un punto non mortale,  "Così Mikasa capirà che anche io posso difendermi da solo!" urlò, ormai l'avversario era vicino ed Eren stava per colpirlo, sembrava ormai fatta quando ad un certo punto il ragazzo si trovò a terra dolorante, alzò lo sguardo e vide che anche Jean era accasciato al suolo, riuscì finalmente a capire, in mezzo a loro due si trovava Shawn, non sembrava aver subito danni, era rimasto in piedi,aveva scaraventato due ragazzi senza la minima fatica,doveva essere molto forte. Iniziò a parlare, questa volta la sua voce era molto seria:  "Questi combattimenti sono stati ideati per migliorare le vostre tecniche individuali nel caso in cui un umano dovesse attaccarvi, non è fatto per uccidersi a vicenda", se ne stava tranquillamente andando quando venne fermato da un braccio, era di Mikasa, la sua faccia non era affatto bella da vedere, aveva un'espressione poco piacevole in volto:"Potevi usare dei modi più gentili, Eren rischiava di farsi molto male", ad Eren non piaceva questo suo atteggiamento, stava bene, più o meno, ma sentiva dentro di se che stava per succedere qualcosa di strano.

POV ESTERNO (SHAWN)

Quella ragazza sembrava seriamente molto arrabbiata, dopo la prima frase continuò a parlare:" Vedi di trattarlo meglio altrimenti dovrai fare i conti con le mie lame", sembrava seria e Shawn non voleva verificare se effettivamente lo avrebbe fatto, non voleva fare del male a nessuno,ma qualcosa in lui crebbe,  una sensazione di sfida,  "No, non adesso, non farlo" pensò, ma ormai era troppo tardi,  si toccò la sciarpa e dopo quel gesto un vento freddo travolse tutti i presenti, il ragazzo si liberò dalla presa e si girò verso Mikasa, Shawn sembrava un'altra persona, i suoi capelli ora erano più mossi e di un colore più vivace, non aveva più quell'aria tranquilla che fu sostituita da un sorriso spavaldo in volto ed infine i suoi occhi avevano cambiato colore, erano di un arancione luminoso ed emanavano un'energia immensa, il ragazzo parlò, ma la sua voce era diversa, non era più pacata, anzi al contrario, sembrava quasi arrogante :" Vedo che parli tanto, vediamo se sei così forte come credi, hai davanti l'imbattibile Shawn Froste", invitò Mikasa a seguirlo, la ragazza accettò e arrivarono in una zona del campo abbastanza libera, non era troppo distante da Eren e Jean, i due potevano ancora vederli bene, il primo si alzò, doveva chiamare qualcuno per salvare Froste, esatto, non aveva dubbi su chi avrebbe perito in quello scontro, anche se Mikasa era debole sembrava guarita di colpo,così facendo si allontanò,andando verso il quartier generale. Intanto i due combattenti si erano schierati uno di fronte all'altro, Shawn sembrava tornato normale, "Ormai ha accettato non mi posso ritirare, non credo me lo lascerebbe fare", Mikasa invece chiese se voleva attaccare lui con il coltello o viceversa, il ragazzo disse solo "Prima le ragazze", allora la corvina non perse tempo e si fiondò su Shawn, lui non sembrava intimorito, doveva ammettere però che il suo avversario era veloce, ma non abbastanza, stava per essere colpito ma con indifferenza bloccò la parte laterale del coltello con il palmo e fece volare via l'arma, Mikasa però lo riprese e continuò ad attaccarlo senza mandare un colpo a segno, intanto la mente del ragazzo stava pensando:"Bene ora tocca a te, cerca di essere delicato, è un ragazza" stava per toccarsi la sciarpa quando venne interrotto da un caposquadra (seguito da Eren) che urlò "Ackerman, Froste, l'allenamento è finito da un pezzo,tornate nel quartier generale!" "Il suo cognome è Ackerman quindi..." stava ancora riflettendo su quel cognome quando venne messo a terra da qualcuno, era la ragazza con cui stava combattendo, "Ho vinto" disse con freddezza mentre puntava il coltello al cuore di Shawn, il ragazzo fece un piccolo sorriso, si rialzò e disse:" Brava complimenti, sei davvero forte, è stata una bella sfida" porse la mano aspettando quella di Mikasa che titubante fece avanti la sua stringendo quella del compagno, "La sua mano era fredda anche  dopo quel combattimento"pensò lei , concluse solo un "grazie" a bassa voce e insieme ad Eren si avviò verso il quartier generale, "Caposquadra, come si chiama quella ragazza?" chiese Shawn, "Mikasa Ackermann cadetto Froste, ora andiamo è ora di cena" "Va bene" concluse il ragazzo, mentre si incamminava nella sua mente apparve l'immagine di un sorriso sincero, alzò lo sguardo al cielo e anche lui sfoggiò un sorriso pieno di malinconia e nostalgia.

" stava ancora riflettendo su quel cognome quando venne messo a terra da qualcuno, era la ragazza con cui stava combattendo, "Ho vinto" disse con freddezza mentre puntava il coltello al cuore di Shawn, il ragazzo fece un piccolo sorriso, si rialzò...

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Shawn Froste

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Freddo come il ghiaccio, freddo come Froste {Eremika}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora