Si torna a casa! -07-

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POV ESTERNO (EREN)

"Che bella mangiata" pensò soddisfatto Eren massaggiandosi la pancia, si ricordò la cena di ieri, la selvaggina nei dintorni aveva una carne molto tenera e deliziosa, resa più gustosa  dal precedente "momento appartato" con Mikasa che aveva messo il castano di buon umore. Non aveva avuto tante occasioni per parlare da solo con la ragazza, anche se per poco gli ha fatto piacere osservarla da vicino e scambiare qualche parola. Il ragazzo però aveva ancora un sacco di cose da dirgli, ormai la spedizione per il recupero del Wall Maria era alle porte, in un'operazione così rischiosa chiunque poteva morire, meglio quindi chiarire subito le questioni in sospeso. "Sarebbe  bello conversare con Mikasa prima della missione" affermò Eren . Dopo questa affermazione  un ragazzo biondo  invitò il castano a sedersi al suo tavolo, non si era manco accorto di essere arrivato nella sala grande.  "Buongiorno Armin" disse il ragazzo mentre si sedeva su una sedia lì vicino, "A te Eren" rispose il biondo con un sorriso, al coetaneo pareva strana tutta quella felicità ma non ci fece caso.  Dopo un pò al tavolo si aggiunse anche Mikasa, salutò gli altri due e si mise su uno sgabello vicino ad Eren. "E Shawn?" chiese il castano, non aveva visto il suo tutor da quando si era trasformato in gigante, "Starà dormendo" disse la corvina indifferente, sembrava più concentrata sul suo cibo che alla domanda. "Come mai siete tutti così strani oggi?" domandò il ragazzo sospettoso, "Come... Non lo sai? Eppure hanno appeso un messaggio a caratteri cubitali davanti all'entrata della sala, oggi si torna al Wall Rose... si torna a casa!" concluse il biondo. Ora Eren capiva il perchè di tanta eccitazione, anche se per lui casa sua era il distretto di Shiganshina quindi gli risultava indifferente stare a Sud o a Nord. "Ottimo, allora mangiamo e apprestiamoci ad andare" affermò il castano. Finita la colazione i tre prepararono i loro purosangue e aspettarono  il segnale del comandante Erwin per partire insieme all'esercito. "Strano che Shawn non si sia fatto ancora vedere " disse a se stesso il ragazzo, il suo tutor non gli stava tanto simpatico ma era comunque un suo compango, e poi aveva aiutato Eren a padroneggiare le emozioni.  Salutato momentaneamente i suoi due coetanei scese dal cavallo e iniziò a girare un pò per il villaggio di Hokkaido alla ricerca di Froste. Quando lo trovò notò che il ragazzo era intento a maneggiare dei cocci mentre stava su un mucchio di macerie. Il castano aveva già capito quale era il problema ma comunque chiese se andava tutto bene, "Oh ciao Eren. Si certo! Ero solo un pò cupo nel vedere la mia città mezza distrutta. L'importante però è che le persone stiano bene, le abitazioni sono solo oggetti dopo tutto..." rispose tristemente il tutor, "Ma cosa ti passa per la testa?! I luoghi in cui viviamo per molto tempo sono quasi come persone, fanno parte di noi e sono anche loro a influire sul nostro essere. Mi sembra giusto che tu sia venuto a vedere lo stato di salute del tuo distretto, anche Shiganshina è stata distrutta come ben sai. E casa mia è un cumulo di macerie come questa qua. Sono furioso anche io con i giganti ma col tempo ho imparato che arrabbiarsi non fa altro che diminuire la lucidità, di conseguenza per colpa della disattenzione coloro che ti stanno accanto rischiano la vita" ribattè con passione Eren, credeva molto in ciò che aveva detto, fare un discorso del genere lo fece sentire quasi come un comandante, un pò come Erwin anche se i suoi erano sicuramente molto più efficaci. "Capisco... ciò che dici è molto bello. Grazie, ora mi sento meglio" affermò Shawn, stava continuando a scavare tra le macerie mentre parlava, tutto ad  un tratto si fermò, prese un oggetto da terra  e se lo mise in sacca per poi girarsi verso il castano "Sono pronto... Andiamo!" continuò raggiante. sorpassò il coetaneo e si avviò verso il suo cavallo. Eren notò che l'amico aveva la sacca non totalmente chiusa, si poteva intravedere una foto molto polverosa e con una spaccatura sul vetro, erano distinguibili tre figure, forse quattro: "un uomo, una donna, un bambino molto simile a Froste e forse un'altra persona". Al ragazzo non ci volle molto a fare 1+1, mentre Shawn continuava a camminare lui gli urlò una frase che non si aspettava di pronunciare:"Shawn non sei solo...ci siamo noi qui con te! Tutti abbiamo perso qualcuno di caro, e vinceremo questa guerra anche per loro!", Froste si girò di scatto, i suoi occhi emanavano stupore, fece un piccolo cenno di assenso e si voltò di nuovo per montare sul cavallo. Eren fece lo stesso. Raggiunse quindi i suoi due amici lasciati precedentemente. Mentre tornava ripensò alla foto di Shawn, se la teoria di Eren era giusta quel mucchio di macerie era la casa del tutor, probabilmente i suoi genitori sono morti durante la battaglia di ieri... "Se fosse così avrebbe avuto una reazione troppo ottimista per quello che era successo. Insomma... chi non reagirebbe almeno un pò male davanti alla morte dei suoi genitori? Ci deve essere dell'altro in mezzo..." pensò il castano dubbioso, una volta raggiunti Mikasa e Armin si concentrò solo sul viaggio di ritorno. Era diventato mezzogiorno e il sole già iniziava a nascondersi tra le colline, "Ci accamperemo qui per la notte" annunciò Levi, Erwin poi continuò il discorso :"Insieme cercate legna e cibo per questa sera, l'importante è che tutti contribuiscano alla cena ".  Eren vide Shawn avvicinarsi a Mikasa subito dopo l'annuncio ma venne preso per un braccio da Armin che gli disse in maniera frettolosa:"Vieni con  me Shawn, non ci siamo mai parlati molto, mi farebbe piacere conoscerti meglio", detto questo i due scomparirono lasciando il castano e la corvina da soli. "Ehi Mikasa andiamo a tagliare la legna noi? Come facevamo da piccoli ricordi?" propose il ragazzo palesemente in imbarazzo, pensava che lei avrebbe trovato infantile un pensiero del genere, inaspettatamente invece rispose con un "si" molto eccitato e si avviò senza aspettare in una piccola foresta lì vicino. Eren la seguì a ruota, era vero che appena iniziava  a calare il sole i giganti si fermavano, ma era comunque rischioso andare per una foresta da soli. Appena entrati nelle profondità del bosco i due si fermarono per guardarsi intorno, lo spettacolo che li si parava davanti era così bello e ipnotico, la poca luce che passava attaraverso gli spazi delle piante emanava un calore molto piacevole. Trovato un'albero pieno di grossi rami la coppia iniziò a tagliarli. "Il tempo passa ma raccogliere la legna mi fa sempre schifo!" esclamò il castano ridendo, anche Mikasa accennò una risata, cosa rara da parte sua, avere questi piccoli momenti divertenti durante una guerra infinita era il massimo. "Eren stai attento mentre ti arrampichi sull'albero, potresti cadere" urlò la corvina da giù, "Si certo tranquillaaaaaooo...", manco il tempo di dirlò che il ragazzo precipitò dalla pianta, stava per toccare il suolo ma venne preso in braccio dalla coetanea. Gli ci vollero un paio di secondi per capire in che situazione imbarazzante si trovasse, appena compreso ciò si divincolò  dalla presa di Mikasa e si rimise in piedi, "Ehm grazie... ma avrei preferito spaccarmi un osso piuttosto che questo" disse scocciato Eren, un'altra dimostrazione del fatto che lui sia più debole della corvina, "Eren la mia priorità è proteggerti. L'ho promesso a tua madre. Devo molto a tutta la tua famiglia e a te, che mi hai salvata." affermò decisa la ragazza, "Quindi il tuo è solo un voler ripagare il tuo debito? Lo fai solo per questo?" chiese triste il castano, "No Eren come ti viene in mente, non è solo per questo. Cioè ti sono debitrice per avermi salvata e per avermi dato una nuova vita ma... dopo aver vissuto tanto tempo con te ho capito che il mio è un affetto sincero, non un semplice obbligo" rispose Mikasa in modo affrettato, era raro vederla impanicata in questo modo, "Sul serio? Grazie Mikasa. Anche io ti devo molto. Mi hai sempre protetto e poi avere qualcuno con cui condividere le mie sofferenze mi ha aiutato molto a diventare maturo. Quando ho visto cosa era successo  a casa tua sono venuto ad aiutarti perchè volevo che almeno qualcuno si salvasse da quei malfattori, non potevo lasciarti là dopo che avevi perso tutto. Non ho alcun rimpianto per quello che ho fatto quel giorno, anzi sono contento di aver rischiato la mia vita per la tua" disse il ragazzo con un sorriso raggiante, appena finita la frase si accorse di essere stato abbracciato da qualcuno  con molto forza, tanto da farlo cadere a terra, fortunatamente aveva la schiena sul busto dell'albero che attutì il colpo. "Grazie Eren... ma non dire mai più queste cose, non voglio che rischi la vita per me.." mormorò Mikasa con voce soffocata dato che aveva il viso sul petto del coetaneo, questo ultimo cominciò a toccarle gentilmente i capelli passando  le dita tra ogni cuoio nero cenere, erano lisci e delicati. Il ragazzo provava una strana sensazione, era bellissimo sentire la testa della corvina sul suo petto, da piccoli raramente si sono abbracciati, forse questa era la prima volta che accadeva, il castano ricambiò l'abbraccio e insieme alla ragazza si addormentò sotto quel mastodontico albero che gli faceva riparo, "Fanculo la guerra. Fanculo i giganti. Anche essere mangiati in questo momento non sarebbe male. Qualunque  cosa in questo momento mi sembra bella" pensò Eren mentre veniva catturato dalle braccia di Morfeo.

Freddo come il ghiaccio, freddo come Froste {Eremika}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora