10-musica

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Durante pranzo non parlammo granché: secondo Jack avevo fatto bene e quel ragazzo che mi era venuto addosso non aveva niente a che fare con i Greene, mentre secondo Charlotte mi ero esposta troppo fermando il pugno e che quel Thomas aveva troppe cose che coincidevano con il figlio di Martha. Non che mi importasse granché solo che se avesse messo insieme anche lui i pezzi avrebbe notato che ero identica a 13 anni fa.
<Ora cosa avete?> a interrompere i miei pensieri fu la voce di Jack.
<Musica> risposi e mi alzai. Charlotte dava segni di volersi alzare, ma non voleva lasciare Jack. Nonostante fossi un vampiro la pazienza non era la mia prima qualità.
<Deciditi ti alzi o no?> gli dissi in fine ero ancora nervosa per i due accaduti di oggi.
<Arrivo. Due secondi> mi disse seccata che l'avessi interotta. Anche se spesso avevamo questi piccoli scontri stavamo bene in casa. Era solo la presenza di umani che mi rendeva agitata mentre rendeva Jack prudente.
<Muoviti> gli dissi. Lei si alzò e ci avviammo verso l'aula di musica. Durante le ore precedenti i professori ci avevano sempre fatto sedere vicine. Quando entrammo salutammo il prof che ci firmò il permesso. Stavamo per sederci sul banco da due che era libero ma il prof ci fermò.
<No in quel banco c'è un ragazzo, ritardatario come sempre. Charlotte vai vicino al signor Kayla mentre tu Anne siediti pure lì> Ci disse il prof. Dopo tutto Charlotte era solo nel banco dietro di me. Pensavo a come avrei fatto a sopportare il ragazzo vicino a me visto che mi avrebbe fissato per la mia bellezza, quando arrivò Thomas.
<Scusi prof> disse ridendo sotto baffo.
<Si si in ritardo come sempre> lo sbolognò il prof  <vatti a sedere vicino alla tua nuova compagnia di banco> cosa? No no no no. Io...lui...il suo sangue...il mio autocontrollo. Mi irrigidii e Charlotte dietro di me se ne accorse.
<Calmati non succederà niente> mi disse.
<Perchè? Ha una cotto per Thomas?> disse l'imbecille del suo compagno di banco. Perfetto non bastava il fatto che il suo sangue avesse un buonissimo odore, ma gli stupidi umani pensavano che avessi una cotta per lui.
<Perchè tu sei così imbecille da sparare cazzate a nastro senza saperne il motivo?> gli dissi. Il mio autocontrollo stava andando alle Hawaii stavo per ringhiere quando Thomas si sedette vicino a me e Charlotte mi disse.
<Datti un contegno, ringhi e occhi neri non vanno bene. Qui> sottolineó il qui per non dire umani. Iniziai a trattenere il respiro. Thomas mise a posto tutte le sue cose e iniziò a fare, come un qualsiasi umano, conversazione.
<Ciao> mi disse. I miei occhi erano ormai neri con la poca lucidità rimasta mi girai verso di lui e feci un cenno con il capo come saluto. Tremavo quasi, lui se ne accorse e disse per lui sottovoce
<Va bene> mi squadró ancora un po' come se gli sembrasse strano che non lo badassi. Probabilmente era uno di quei ragazzi a cui le ragazze sbavavano dietro, ma io avevo visto molti vampiri e sapevo che quella era una sfaccettatura della bellezza. Comunque nel suo genere era bello. No ok Anne levati questi pensieri, lui è solo un semplice umano con per di più con un buonissimo odore. Come se non lo avessi pensato un'altra folata di vento con il suo odore mi investi in piena faccia. Non avrei resistito a lungo, strinsi il pugno e mi misi una mano davanti al naso. Lui pensò di aver un cattivo odore e si annusò, non sapeva di quanto stava sbagliando. A distrarmi un po' fu il professore.
<Allora chi di voi sa suonare uno strumento?> chiese. Io, Charlotte, Thomas e un'altro ragazzo sconosciuto alzando la mano.
<Prima le signore> disse il prof. Iniziò Charlotte.
<Io so suonare violino e sto imparando la batteria> disse. Gli altri la guardarono stupiti, ok avrei detto per ultima. Il prof mi fece di parlare, ma io con il dito feci segno di dopo.
<Ok Thomas?> disse il prof.
<Chitarra> rispose. Semplice, schietto. Anche Thomas Greene sapeva suonarla.
<Michael, tu cosa suoni?> chiese il prof a un ragazzo in angolo con l'apparecchio e un taglio di capelli a scodella.
<Il piano, ma anche la pianola> disse lui sputacchiando. Ah ora era il mio turno.
<Anne dicci, visto che seivoluta essere l'ultima, che strumento suoni?> disse il prof. Era un tipo strano. Strumento...pf con 88 anni di notti in bianco avevo imparato a suonare un solo strumento.
<So suonare: pianoforte, violino, chitarra e basso. Qualche volta mi capita di cantare anche> dissi. Dietro di me a Charlotte scappò un risolino mentre a tutta la classe un oh di stupore. Insomma se avessi avuto 17 anni imparare a suonare perfettamente 4 e cantare sarebbe stato difficile.
<È lì sia suonare tutti bene?> mi chiese il prof dubbioso.
<Ovvio> dissi anche un po' acida. Il prof mi guardò il segno di sfida.
<Quale ti riesce meglio?> mi disse riducendo gli occhi a due fessure.
<Il pianoforte> con Edward in casa che lo suonava avevo avuto un sacco di elezioni gratis extra. Io non riuscivo a comporre ancora volendo dedicarmi anche a altri strumenti, ma a suonare ero solo un po' meno brava di Edward.
<Ci vuoi fare sentire come lo suoni?> era ovvio. Cosa potevo pretendere da un banale umano ignaro di tutto? Invece di rispondere mi alzai e mi dire sei verso il piano che c'era in classe. Certo non era il pianoforte a coda nero intagliato a decorazioni bianche che avevo a casa, ma si poteva fare. Era semplice e marrone ma comunque di una buona marca. Mi sedetti e pensai a cosa suonare. Mi venne in mente la ninna nanna che Edward aveva composto per la sua compagna. Me la aveva fatta sentire e così gli chiesi lo spartito.
<Hai bisogno dello spartito di una canzone?> mi chiese il prof.
<Non ce nè bisogno> risposi e iniziali a far scivolare delicate le dita sui tasti mentre la canzone prendeva forma. Charlotte chiuse gli occhi perdendosi in vecchi ricordi; molti mi guardavano stupiti e abbagliati da quella musica; il ragazzo che sapeva suonare il piano diventò rosso per la vergogna al confronto mentre Thomas sembrava ricordarsi di quella canzone. Non ci badai troppo dovevo umiliare il professore. Conclusi anche l'ultima strofa e finii. Il professore mi guardava sbalordito.
<Certo puoi tornare a posto> mi disse imbarazzato. Tornai sentivo che ero più rilassata e probabilmente i miei occhi erano di nuovo gialli.
<Sei bravissima> mi disse ammaliato Thomas. Non me lo aspettavo, perchè lui faceva cose impreviste.
<Grazie> dissi leggermente in imbarazzo.
<Sai suonare così anche gli altri strumenti?> mi chiese. Ecco anche questo non mi aspettavo.
<Circa. Un po' meno> sorrisi leggermente e ascoltai la lezione.
Il resto della giornata passò velocemente senza troppi intoppi. Alla fine della giornata andammo a dare tutte le carte firmate dei professori e ce ne tornammo a casa.

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