13-decisioni

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<Perchè?> mi chiede Bella. Guardai Edward e pensai "posso?" lui in risposta annuì.
<Tu hai mai fatto un errore grosso. Grosso da dimenticare?> gli chiesi.
<Puoi dirgli tutto è una persona affidabile> gli disse Edward.
<Si> rispose Bella <ma cosa c'entra?>
<È successo lo stesso> gli dissi.
<Che non capisco?> diss Bella. Io annusato profondamente l'aria e schizzai in camera di Edward. Frugai un attimo e sul libro di Romeo e Giulietta trovai la foto. Tornai giù con la foto e la diedi a Bella.
<Siete voi?> mi chiese. Ovvio che eravamo noi.
<Sì> dissi io.
<30 luglio 1931> completò Edward.
<Era il mio secondo compleanno da vampira e Edward mi regalò la prima edizione di Romeo e Giulietta> dissi ricordando il momento.
<È bellissimo, ma non capisco cosa c'entri> disse confusa Bella.
<Nel 1933 dopo la trasformazione di Rosalie me ne andai pensando di essere innamorata di Edward. Qualche anno dopo mi teletrasportai nella spiaggia di La Push per sbaglio e, beh, Edward mi baciò e ci mettemmo assieme. Io pensavo davvero di essere innamorata, ma mi dava fastidio quando mi baciava. Sempre baci a stampo eh> dissi per rassicurarla <Però un giorno sentii dei ragazzini parlare riguardo a una relazione tra dei loro amici e capii che io e Edward eravamo nella stessa condizione. Io non amavo Edward, ma gli volevo talmente tanto bene che non volevo perderlo; mentre lui non voleva me ne andassi di nuovo e quindi aveva finto per me. Quando me ne riandai gli dissi io di non dire nulla alla sua futura compagna. Sapevo che se no sì sarebbe sentito in dovere di farlo> dissi concludendo.
<Non capisco. Se vi siete lasciati perché non dirlo?> chiese Bella.
<Perchè sono sua sorella> dissi. Bella continuava a non capire, ma non fece più domande era sicura.
<È notte> disse felicissimo Emmet.
<E quindi?> gli chiesi.
<È quindi ora che tutta la famiglia è riunita si fa una bella battuta di caccia> disse leccandosi i denti e ghignando.
<Dipende> dissi.
<Da?> chiese Emmet.
<Da se non vi rubo tutte le prede io prima perchè sono la più veloce> dissi in tono di sfida da qualcuno che sapevo la avrebbe raccolta. E difatti...
<Ma per piacere> esclamò Edward. Mi girai verso di lui.
<Han si. Vogliamo vedere?> lo sfidai.
<Cosa scommettiamo?> disse raccogliendo più che certo la sfida.
<Se vinco voglio una macchina nuova> dissi.
<Un'altra ne hai già due> disse scocciato.
<Non è per me è per Charlotte scemo> dissi.
<Va bene, ma se vinco voglio che tu vada a quella festa> disse non sapendo dell'esito che io sapevo già.
Alice rise e Edward non dice niente; poi Alice rise di nuovo e questa volta Edward disse <Meglio>
<Allora iniziamo si o no> disse Emmet. Adorava le sfide soprattutto quelle che riguardavano Edward.
<Su chi hai puntato Emmet?> gli chiesi.
<Su te ovviamente, ma Jasper continua a credere che scommettere su Edward sia meglio> disse Emmet ridendo.
<Edward è il più veloce tra noi> disse Jasper. Era sempre così serio?
<Vedremo> sussurai.
<Emmet regole e percorso> chiese Edward.
<Cinque giri intorno alla casa, punto di arrivo e partenza la porta di casa principale e niente regole solo Anne non vale usare il teletrasporto> disse Emmet affascinato da quella cosa.
<Va bene> dissi.
<Allora ai posti di partenza> disse Jasper. Io e Edward ci posizionammo io ero in piedi rilassata mentre Edward era pronto a scattare.
<Pronti> esclamò Rosalie <Partenza> la mia mente incominciata a prepararsi <Via!> Urlò Rose.
La velocità con cui partì Edward fu impressionante, ma appena io partii lo raggiunsi subito. Mi adagiati alla sua corsa per me un po' lenta.
<Allora ti arrendi?> gli chiesi come ultima possibilità.
<No. Mai> ringhiò.
<Uff; va bene allora> detto questo partii alla mia velocità. Lo sorpassai con niente, ma la leggerezza che sentii mi fece pensare alla sensazione simile di un ballo; nella mente mi apparve l'immagine di io che ballano con...con Thomas. Cosa no no no no! Mi riconcentrai subito sulla corsa e sfrecciai. Non ci misi molto a fare i cinque giri. Quando arrivati per prima all'arrivo Emmet mi prese in braccio e mi spaccò un timpano dicendomi <Siiiiii! Alla faccia tua Jasper questa nana vince sempre. Wooohooo!> Jasper sbuffò, ma ci pensò subito Alice a rallegrarlo. Attesi Edward all'arrivo.
<Beh dov'è l'auto?> gli chiesi.
<Ma come fai?> mi disse stupito.
<Uno dei tanti vantaggi di avere il potere dell'aria> risposi.
<Allora ci vai alla festa> disse. Ma quello che mi preoccupò fu che era un'affermazione.
<No, ho vinto io> gli dissi.
<Ma ho visto a cosa hai pensato e Alice ha visto che andavi> mi disse malizioso.
<Beh vi sbagliate> dissi infine scocciata.
<Allora andiamo a caccia?> disse Emmet sapeva sempre come sdramattizzare.
<Non aspettavo altro> disse Jasper e corse verso la foresta, a ruota lo seguì Alice, Emmet e io e poi tutti gli altri. Con il mio olfatto più sviluppato degli altri riuscii a prendere 2 puma, 3 alci e per pura curiosità un gufo. Il sangue degli animali qui era più sano come, mi piaceva. Correvo tranquilla e aspettavo gli altri e mi andai a sedere sul ramo di un albero.
<Beh ti piace qui?> mi disse Alice interrompendo il mio silenzio. Stavo pensando a Thomas, ma perchè continuavo a pensare a lui?
<Si> dissi sospirando, mi mancava casa.
<Ma?> mi chiese Alice dubbiosa.
<Ma mi manca casa> dissi infine.
<Anche qui sei a casa> disse lei. Sapeva benissimo cosa intendevo. La guardai come dire "sei seria?"
<Ti manca casa o chi c'è a casa?> mi chiese infine.
<Tutt'e due> dissi infine scendendo dall'albero.
<Mi accompagni a fare shopping?> mi chiese Alice.
<Certo> gli risposi entusiasta. Adoravo fare shopping.
<Dove mi porti?> gli chiesi con un sorriso.
<Oh, ma tu sei un dono del cielo. Nessuno viene a fare mai shopping con me tranne qualche volta Rose> disse seccata da quel fatto <Comunque pensavo di portarti a Port Angeles. Lo so non è un granché rispetto a New York, ma ci sono molti negozi carini con abiti da sera> disse entusiasta Alice. Anche lei...
<Alice ti ci metti anche tu?> gli dissi stufa.
<Io, no. Ma sembra che tu abbia già deciso> mi disse innocente.
<IO!> esclamai indicandomi.
<Già, sai come funziona il mio potere?> chiese. Io scossi la testa <Io vedo il futuro in base alle scelte delle persone. Io ho visto, un po' sfocato, che tu sarai a quella festa. Quindi tu hai scelto di andare> disse ovvia.
<Ok andiamo a prendere quel vestito> dissi infine. Non sapevo se fossi andata a quella festa, ma nel frattempo avrei accontentato Alice.

<Soddisfatta?> mi chiese Emmet una volta arrivati a casa.
<Sì, qui il sangue è più come dire selvaggio e naturale. Più dissetante> conclusi trovando la parola adatta. Erano quasi le 8 del mattino.
<Allora siamo pronti?> esclamò Alice tutta contenta.
<Mi metto a posto un attimo e arrivo> dissi calma. Volai in bagno e mi pettinati i capelli e mi sistemai i vestiti togliendo qualche fogliolina che si era attaccata mentre eravamo in giardino.
<Ecco sono pronta> dissi. Alice mi aveva fitto indossare dei suoi vestiti. Una maglia bianca corta che lasciava un po' l'ombelico scoperto e dei jeans neri attillati, ma mi lasciò le mie scarpe.
<Andiamo> disse Rose e salimmo nella porche gialla di Alice. Direzione Port Angeles.

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