12-conoscenze

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Sapevo già l'indirizzo dei Cullen quindi sapevo perfettamente dove andare.
Trovai anche facilmente il vialetto di casa Cullen. Durante il viaggio mi ero ripresa e ora ero pronta per affrontare la cosa è divertirmi. Partii a tutta velocità lasciando dietro di me una scia di polvere. Quando ero poco vicino alla casa nel poco prato che c'era di fronte vidi molte persone. C'erano Rosalie e Emmet seduti che guardavano una ragazza correre con un uomo sui 25 che non staccava gli occhi da lei, avevo già capito tutto, poi c'era Edward che abbracciava una donna poco più grande di lui di età. C'era anche un'altra coppia: una donna con i capelli corti color corvino e vestita alla moda con il suo compagno che era biondo i capelli un poco più lungo del solito per un uomo e molte cicatrici di morsi.
Frenai di colpo davanti e tutti si girarono a guardare. Edward già rideva. Con nonchalance scesi con gli occhiali addosso e li tolsi. Avevo tutti gli occhi puntati addosso. Rosalie giró gli occhi, gli seccava che gli ribassi la scena.
<Beh è così che si accolgono gli ospiti?> chiesi più rivolta a Edward.
<Quelli indesiderati sì> disse ridendo. Negli anni il nostro era diventato questo. Feci finta di essere offesa però incoerente gli corsi in braccio. Ovviamente mi alzò lui era alto per me. Uscirono di casa anche Carlisle e Esme che ovviamente mi avevano sentito.
<Anne!> urlò Esme felicissima. Tutti tranne chi mi conosceva mi guardava stranissimo. Esme mi abbracciò fortissimo mentre Carlisle molto professionale mi salutò e basta, ma si vedeva la felicità nel suo viso. Erano tutti felicissimi di vedermi, quasi. Non potei far a meno di farmi prendere in braccio da Emmet mentre Rosalie storse gli occhi quando la salutai ridendo.
<Ok. Vedo che sono tutti molto felici di vederti, ma chi sei?> mi chiese la ragazza con i capelli color corvino.
<Mi chiamo Anne e sono una vecchia amica di Carlisle> non ero sicura se già dire tutto. Qualcuno scelse per me.
<Diglielo> mi disse Edward serio ma con il sorriso.
<Sono una Cullen anche io> dissi sorridendo imbarazzata. La tipa mi corse e mi abbracciò, doveva essere la più dolce e peperina. Quando si staccò riuscì a dire
<Io sono Alice e lui è mio marito Jasper> e mi indicò il ragazzo che metteva in soggezione. Però io ne avevo incontrata di gente strana.
Gli tesi la mano.
<Anne> dissi. Ricambiò la stretta e disse sereno <Jasper> all'improvviso l'aria era più tranquilla e serena. Sapevo che non era normale, come l'abbraccio di quella Alice. Lo pensai e guardai Edward. Lui rise.
<Alice vede il futuro e ha visto che sarete amiche inseparabili mentre Jasper vede e controlla le emozioni e evidentemente ha visto che sei tesa e ha rallegrato la atmosfera> disse.
<Ok. Questi sono più strani di me> dissi e feci ridere tutti. Edward chiamò con un cenno la ragazza che correva e la vampiraa attaccata a lui.
<Anne permetti che ti presenti mia moglie e mia figlia> mi disse maledettamente serio. "Non te lo permetto" pensai ironica e lui tratenne a stento una risata.
<Bella la compagna di Edward> mi disse quella attaccata a lui. Era di statura normale, capelli marroni lunghi con i riflessi rossi.
<Anne, come avrai capito> e strinsi la mano che mi aveva porso e sorrise. Senza che Edward mi disse niente spostai lo sguardo su l'altra ragazza. Capelli ramati come quelli di Edward con una nota di marrone simile a quello di Bella e i suoi stessi occhi di quando era umano, pelle candida, guance rosee, sangue che scorre nelle vene e cuore che batte. Sapevo bene cosa significasse. Edward mi guardò come se dovessi aver avuto una reazione esagerata da un momento all'altro.
L'unica cosa che dissi però fu <Come ti chiami?> usai il tono dolce di Esme.
<Renesme> mi disse sicura con una nota di imbarazzo.
<La tua mamma biologica è Bella?> gli chiesi.
<Sì> mi disse un po' stupita di quello che gli chiesi.
<Ti fidi di me?> gli chiesi era un po' per Edward e un po' per lei. Lei annuì curiosa del perchè della domanda, guardai Edward per avere il suo consenso, e annuì leggermente anche lui. E rifeci una piccola magia che mi veniva fuori molto bene con il mio potere.
<Siediti per terra> gli dissi. La ragazza lo fece e io mi misi un po' in diagonale a lei, ma sempre vicina.
<Guarda avanti e soffia nella mano> gli dissi con un sorriso, certa solo io del risultato. Intanto muovevo le mani per raccogliere le energie.
<Ora pensa al freddo> gli dissi.
<Fatto> mi rispose.
<Apri la mano> gli dissi pronta. Lei lo fece e io nello stesso istante scagliai la mia palla di aria fredda nel punto davanti a me, e la vegetazione divenne bianca. Bianca e azzurrina, come la neve e il ghiaccio che la ricoprivano. La ragazza era alquanto stupita si alzò di corsa e andò a giocarci con il suo amico licantropo.
<Come hai fatto?> mi chiese Edward.
<Non ho mai avuto il potere del teletrasporto, ma dell'aria> dissi sorridendo. Erano tutti alquanto stupefatti.
<Ti rendi conto di quanto fantastico sia?> mi chiese Bella stupefatta dalla calma con cui avevo fatto tutto.
<Perchè non hai problemi con la bambina e con Jacob?> mi chiese Edward.
<Ehm...beh a New York ci vivo con un'ibrida, Charlotte, e un licantropo che ha avuto l'imprinting con lei, Jack> a quel nome il licantropo, a quanto sembrava Jacob, si girò.
<Lo zio di mio padre? Fratello di Emphrain Black> mi chiese.
<Si lui> gli risposi.
<Wow, uno di questi giorni ti porterò da mio padre> mi disse. Era una constatazione non una domanda.
<Anne hai un messaggio> mi disse Alice.
<Cosa? No non ho ness...> e il cellulare suonò <tu vedi il futuro> dissi. Alice fece una risatina alzando le spalle. Guardai il cellulare. Il messaggio era dal signor Greene.

Ciao cara Anne, fra qualche giorno sarà il compleanno di mio figlio. Mi chiedevo se visto la simpatia che nutro nei suoi confronti, avesse voglia di venire.

Non sapevo cosa rispondere così spensi il cellulare.
<Ci andrai?> mi chiesero Edward e Alice.
<Non lo so> dissi solo.
<Perchè sei venuta?> mi chiese Edward. Aveva capito che c'era qualcosa di strano.
<Non posso?> chiesi, ma pensai "ti dico dopo"
<Certo che puoi dovresti farlo più spesso> mi disse Emmet alzandomi ancora da terra.
<Hai trovato qualcuno che ti sopporti?> mi chiese Rosalie. Simpatica come il solito.
<Gne> fu tutto quello che dissi.
<Edward se è nostra sorella, perchè non me ne hai mai parlato?> chiese Alice.
<È perchè non l'hai chiamata per testimoniare?> disse Bella.
<Cosa? No no no no no. Io c'ero> dissi derivando la domanda di Alice.
<Che? No non ti abbiamo vista> disse Bella un po'arrabbiata.
<Che non mi avete vista non significa che non c'ero> risposi ovvia <Carlisle non poteva non chiamarmi, anche perchè mi sarei arrabbiata venuto a saperlo. Solo che anche io vivo con una ragazza che è un ibrido e non mi sono esposta per metterla a rischio. Ma io c'ero> risposi fiera di me.
<Hai deviato la mia domanda> disse Alice.
<Non è importante> dissi fredda. Corsi vicino a Emmet.
<Ho rotto la mano a uno di quinta> dissi sorridendo.
<Tu sì che sei mia sorella. Come mai?> disse mentre rideva.
<Mi dava fastidio> dissi.
<Come è avvenuto lo scontro? Devi dirmi tutto> disse eccitatissimo.
<Più che altro aveva caricato tutta la sua forza per tirarmi un pugno e io ho messo la mano e lui se le rotta> dissi.
<Fantastico> disse lui un po' deluso dalla dinamica.
<Allora oltre a Alice e Jasper chi altro a un potere?> chiesi ero curiosa di tutte quelle persone.
<Io sono uno scudo mentale> disse Bella. Non era una a cui piaceva stare al centro dell'attenzione.
<Avrai frustrato parecchio Edward> dissi ridendo a crepapelle. Proprio non ce la facevo a non prenderlo in giro. Edward sbuffò, ma rise.
<Io posso far vedere i ricordi> disse Renesme.
<Wow è bellissimo. Cosa mi fai vedere?> gli chiesi dolce. Lei mi appoggiò la manina nella guancia e delle immagini mi invasero la mente. La prima volta che aveva visto sua mamma, come considerava Jacob e il modo in cui ci teneva, quanto gli piaceva che il suo papà la prendesse in braccio. Gli presi la mano staccandola e gliela ridiedi.
<È bellissimo, sai io conosco una persona come te. Solo che lei vede il passato> gli dissi. Era stupita.
Vidi Edward trascinato da Bella in casa, silenziosissima come solo io sapevo fare lì seguii.
<Perchè non mi hai mai parlato di lei?> disse Bella in po' arrabbiata.
<Non ce n'era motivo> gli disse Edward.
<Edward fa parte della tua famiglia non puoi escluderla, non lo hai mai fatto con nessuno. Quindi perchè?> disse Bella stava per scoppiare.
<È complicato Bella> disse Edward non sapendo cosa fare.
<Spiegamelo dall'inizio. Perchè non me lo hai detto?> urlò quasi. Basta era il momento di venire fuori questo casinò era colpa mia.
<Glielo chiesto io> me ne uscii fuori.
<Scusate se stavo ascoltando, ma questo casino è colpa mia> dissi tutto d'un fiato sotto lo sguardo sbalordito di Edward e Bella.

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