16-festa e inconvenienti.

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Thomas's pov

Eravamo nel luogo in cui si sarebbe svolta la festa. Era quasi tutto pronto, mancavano gli invitati, il dolce e io. Dovevo ancora iniziare a prepararmi. Oggi avrei compiuto 17 anni, ero eccitato dall'idea di avere una festa così grande, ma anche dal fatto che avrei ricevuto un regalo da parte di mia madre anche se era morta. Mio padre mi aveva detto qualche giorno prima che mia mamma gli aveva consegnato prima di morire una scatola contenente delle cose che mi avrebbe dovuto dare quando sarei diventato maggiorenne. Tutto ciò mi rendeva felice, ma niente mi rendeva così allegro e spensierato come il fatto che Anne avesse accettato di venire allla mia festa-ballo con me. Era una cosa che mi rendeva leggero e sprizzante di gioia da tutti i pori. Anne era una ragazza stupenda. Aveva la pelle bianca diafana e fredda, lunghi capelli castano chiaro che mi sembravano miele quando le ricadevano morbidi sulle spalle, gli occhi leggermente a mandorla e color del topazio erano un luogo in cui perdersi e la sua statura minuta e bassa la rendevano ai miei occhi così delicata. Ora dovevo solo sperare che accettasse il mio regalo. Il festeggiato ero io, ma quello che provavo era così forte che mi aveva spinto a prenderle io un regalo. Quando mancava poco per fortuna andai a prepararmi. Niente di più semplice di una bella doccia calda. Mi vestii con jeans, camicia bianca, giacca e poi le nuove nike che mi aveva regalato mio padre. Mi misi solo un po' di profumo. Quando scesi erano arrivati già 4 invitati. Ragazze. A scuola ero un ragazzo conosciuto in quanto la posizione che ricopriva mio padre e per il mio aspetto fisico. Molte ragazza impazivano per me, ma nessuna mi interessava. Per settimane da quando avevo distribuito l'invito, gruppi di ragazze mi avevano tormentato chiedendomi se andassi con loro e se avessi già qualcuno con cui andare. Dopo poco la stanza si riempì e il DJ che avevo ingaggiato mise la musica. Arrivarono tutti gli invitati tranne lei. Lei non arrivava. Ok la festa era incominciata ufficialmente da 10 minuti, ma il fatto che non arrivasse mi infastidiva. Che avesse trovato un altro? Per quanto ne sapevo non aveva il ragazzo, ma perché non arrivava. Quando scocco la mezza nella sala si levarono degli "oh" di ammirazione. La cosa doveva essere così bella che il DJ mise della musica dolce e qualcuno abbasso le luci puntandone una sola su una figura perfetta. Dunque non aveva cambiato idea. Era una veduta paradisiaca. Anne scese le scale senza la minima difficoltà nonostante i tacchi. Era vestita con un abito che la fasciava in modo dolce e elegante senza nascondere le sue forme. I capelli erano raccolti in uno chignon con dei ciuffetti davanti fuori divisi da un cerchietto.  I tacchi altissimi la rendevano poco più bassa di me. Mi accorsi con piacere che aveva il collo completamente libero, perfetto. Mi avvicinai alla scala e quando stava per fare l'ultimo scalino la presi per mano.
<Ciao> gli dissi, dovevo sembrare uno scemo perchè la stavo guardando a bocca aperta per la bellezza che irradiava. Lei riddacchiò e sorrise. Dio che splendore.
<Ciao, cavaliere muto> disse ridendo.
<Scusa, non riesco a trovare le parole per descriverti> dissi senza imbarazzo, lei abbassò lo sguardo. Doveva essere imbarazzata, ma non arrossiva mai quindi non potevo dirlo con certezza.
<Sei semplicemente magnifica. Stupenda> gli dissi dolce e sensuale. Un tono che di solito non usavo con le ragazze, perchè mi davano fastidio e facevo di tutto per tenerle lontane.
<Vuoi ballare o vuoi vedere il posto> gli chiesi gentile.
<Ti va se balliamo?> mi chiese. Anne aveva uno strano tono di parlare. Era sempre abbastanza sicura, come se sapesse cosa non doveva dire. E in più era sempre un po' all'antica.
<Certo> dissi. Andammo al centro della sala. All'inizio sembrava non sapere come fare per ballare, ma una volta che io la presi per i fianchi non ebbe esitazioni e allacciò le mani dietro al collo. I nostri sguardi si unirono e ci fissavammo intensamente senza imbarazzo. Il colore dei suoi occhi sembrava così liquido in quel momento. Restando in quella posizione per un po' fino a quando non pensai fosse arrivato il momento giusto.
<Ti va di andare fuori?> gli chiesi. Io e altri miei amici avevamo allestito tutto minuziosamente. Clark mi aveva aiutato a capire come comportarmi con le ragazze visto che si considerava "esperto". Simon aveva messo a punto gli impianti stereo e luci, mentre Lee, beh Lee si era occupato del cibo.
<Si> disse solo. Incerto la presi per mano e la accompagnai fuori. Nell'uscire incontrai Clark che alzò le soppraciglia maliziosamente. Ah che stupido. Uscimmo e portai la mia piccola principessina nella zona che avevamo allestito.
<Wow> sussurrò meravigliata. Era una piccola radura piena di fiori di tutti i tipi, al centro c'era una sorta di gazebo in metallo decorato da riccioli e cose varie. Salimmo sulla pedana coperta dal gazebo, anche da lì si sentiva la musica, però noi ci sedemmo.
<Simpatico il tuo amico> disse divertita.
<Lascia stare. Clark pensa di sapere tutto sulle ragazze> dissi io imbarazzato. Cazzo se aveva pensato male a causa di Clark lo avrei ucciso. Invece rise e basta. La sua risata cristallina fece sorridere anche me.
<Perché siamo qui?> mi chiese seria. Non era affatto stupida nonostante fosse bellissima.
<Ti volevo dare una cosa. E mi seccava farlo davanti a tutti> gli dissi dolce.
<Cosa?> disse lei intendendo che non avessi strane intenzioni.
<Chiudi gli occhi> gli dissi e lei lo fece. Tirati fuori dalla tasca la scatolina contenente la colonnina. La tolsi dalla confezione e la aprii. Gira i intorno a Anne e gliela chiusi intorno al collo. Mi risedetti davanti a lei. Era un incanto.
<Posso aprirli?> disse sorridendo.
<Si> dissi. E lei aprì i suoi stupendi occhi e si guardò ciò che le prendeva dal collo. La collana che le avevo regalato era piuttosto semplice. Era la parte della collana vera e propria in argento più un ciondolo con un cuore intrecciato a un'infinito. Quello che provavo per Anne era complicato. Era soprattutto attrazione fisica, ma lei aveva anche una bella testolina. Avevamo gusti molto differenti, ma non sembrava creare problemi.
<È magnifica, ma non dovevi> disse.
<Sei tu il festeggiato non io> disse. Io alzai le spalle <Grazie> mi disse stupefatta. Mi abbracciò da seduta e io mi alzai e la feci volteggiare come quando aveva detto di sì alla mia proposta. La misi giù e lei stette ancora attaccata, non che mi desse fastidio, e mi annusò. Lo faceva spesso a quanto vedevo, ma giusto una piccola dose, anche lei aveva un buon odore. Sapeva di latte, miele e lampone: tipo una cheesecake. Però a differenza del solito che mi annusava e sospirava questa volta si irrigidì. Riannusò e si staccò.

Anne's pov

Ero estasiata dalla bellissima colonnina che mi aveva regalato Thomas. Ero ancora abbracciata a lui quando annusai il suo magnifico odore. Annusai, ma al mio naso oltre l'odore di Thomas mi arrivò un'odore dolce. Troppo dolce. Mi irrigidii di colpo. Cazzo. Riannusai per esserne sicura, ma il mio naso non sbagliava mai. Aveva ragione, vampiro, lo conoscevo, ma non troppo bene e si nutriva di umani. Mi staccai da Thomas di colpo e cercai di capire da dove veniva l'odore.
<È tutto ok?> mi chiese. Che cosa cavo o gli dicevo adesso.
<No> dissi cupa. Ora era una caccia e i miei occhi probabilmente si stavano progressivamente andando al nero.
<Che succede?> mi chiede preoccupato.
<Fa parte di quelle cose che non ti posso dire> gli dissi. Non fece in tempo a ribattere.
<Mi servono dei vestiti comodi. Devi portarmi in camera tua> gli ordinai praticamente. Lui annuì poco convinto. Mi prese nella sua mano calda e mi portò in camera sua. Aprì la porta e la richiude dietro di me.
<Mi vuoi dire che succede?> mi chiese scocciato dal fatto che non gli dicevo niente. Io in tutta risposta annusai l'aria e presi i vestiti dai cassetti senza sapere minimamente dove fossero prima di allora.
<Cos? Come facevi a saperlo?> mi chiese. Andai nel bagno che aveva in camera e mi cambiai in pochi istanti. Avevo preso una maglia a mezze maniche e un paio di jeans che avevo arrotolato. Thomas mi prese per il polso.
<Non ti lascio andare> disse maledettamente serio, protettivo e preoccupato.
<Ti prego> dissi.
<No, e pericoloso vero?> chiese.
<Per me no> dissi scuotendo la testa.
<Qualsiasi cosa ci sia stai attenta> mi disse protettivo.
<Tu stai chiuso qui, ok> gli dissi. Lui in risposta annuì. Feci per andare via, ma senti il suo sbuffo agitato e preoccupato. Tornai indietro e gli presi le mani, io guardai le nostre mani intrecciate mentre lui mi strofinava il suo naso contro la mia fronte, intanto ero più bassa di lui perchè avevo preso le sue scarpe da ginnastica.
<Ti prego stai attenta> disse.
<Si> dissi solo. Alzati la testa verso i suoi occhi, mi alzai sulle punte dei piedi e appogiai le mie labbra sulle sue, nient'altro.
<Ora devo andare> dissi lasciandogli le mani. Annuì. Aprì la porta e scesi nella grande sala. Scesi e annusai l'aria. Eccolo di nuovo quell'odore dolce, doveva nutrirsi di umani e essere molto anziano. Seguii la scia che mi portò vicino al portico mi deviai la scia e la seguii a distanza. Io mi nascosi dietro una colonna quando la vidi. Piccola, bionda e letale...Jane. Stava per usare il suo potere sull'umano di fronte a lei. Attivai il mio potere trasportando l'aria in un altra direzione, Jane sentì così il mio odore e si girò verso di me. Mi guardò arrabbiata e con il dito gli feci no, in risposta lei scappò; la seguii. Se ne andò in giardino.
<Jane> dissi a mò di saluto.
<Anne> ricambiò lei seccata.
<È da tempo che non ci si vede> gli dissi gentili.
<Già quasi 70 si direbbe> disse acida e io annuii  <Aro mi aveva mandato a controllare la situazione dei Cullen, ma visto che c'ero ho pensato di farti visita> disse.
<Mi fa piacere> gli dissi sorridente.
<Solo sai che questo è il mio territorio e vorrei evitare casini>
<Oh certo, ma ti stai mettendo nei casini da sola facendo amicizia con questi umani> disse sprezzante.
<Jane cosa sei venuta a fare?> avevo capito che non era venuta per una semplice visita di controllo.
<Sai Aro parla ancora spesso di te. E non mi piace questa cosa> disse sorridendo <Con l'occasione che hai infranto le regole sono venuta a fare ciò che non ho fatto 67 anni fa> disse e scattò nella mia direzione sapendo che il suo potere contro di me era inutile. Non me ne accorsi in tempo e mi prese e scagliò contro un albero. Ovviamente non mi feci niente, ma se qualcuno avesse ci sto sarebbe stato un bel casino. Mi alzai e la attaccai scagliandola nel cuore del bosco, iniziò a correre. Mi girai verso la casa e con dispiacere vidi Thomas affacciato alla finestra.
<Mi dispiace> sussurai e corsi nel buio della notte a prendere Jane.

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