"Buongiorno principessa" sussurra una voce familiare accanto al mio orecchio, svegliandomi dal mio dolce sonno.
"Ancora un pochino, mamma" supplico con la voce impastata dal sonno.
"Non sono la mamma" insiste.
Lentamente mi metto seduta e mi strofino gli occhi per poter mettere a fuoco la figura davanti a me: due fantastici occhi oceanici mi fissano, ma non sono quelli di Nash. È il mio piccolo fratellino Hayes.
Immediatamente balzo giù dal letto e lo abbraccio forte.
"Quando sei arrivato?" Chiedo in preda alla gioia.
"Poco fa, ma dormono quasi tutti"
"Come quasi tutti...- volgo uno sguardo verso l'orologio e quando vedo l'orario mi sale una certa voglia di strozzare questo ragazzo- Mi sembra ovvio, Hayes, sono le 8:00 del mattino." Alzo il tono della voce.
Sospiro per mantenere la calma.
"E non sapevo chi altro svegliare" sorride con la lingua tra i denti.
"Che ne so, tuo fratello?"
"Lui è già in piedi" dice con fare ovvio.
"Ah" mi blocco.
Nash è già sveglio? Non mi sembra neanche vero. Non mi aspettavo che fosse mattiniero.
Di solito i ragazzi sono più pigri dei bradipi e se solo ti azzardi ad alzarli presto, ti urlano dietro... Ci ho provato una volta con Shawn, per fare una camminata mattutina... E non è finita bene.
Alzo le spalle e seguo la peste giù per le scale, fino al salotto.
L'altro fratello è seduto sul divano a farsi i fatti suoi; gli passo affianco senza degnarlo di uno sguardo, continuando a camminare verso la cucina.
Poco prima di entrare nella stanza affianco sento un 'buongiorno' a bassa voce, quasi inesistente e uno stupido sorriso beffardo si fa spazio sul mio viso. Lo ignoro e vado avanti.
Alla fine è sempre lui a cercarmi.

Mi avvicino ai fornelli e inizio a scaldare il latte e il caffè per tutti, mentre Hayes si siede sulla cucina, accanto a me.
"Allora come sono andati questi ultimi giorni?" chiedo senza distogliere lo sguardo dal pentolino.
"Bene, sono andato con gli zii in montagna, mi hanno fatto camminare tantissimo... Poi mi hanno fatto visitare Pisa e Firenze, ho un sacco di souvenir nella valigia"
"Wow... Io l'anno prossimo desidero visitare Milano... Anzi voglio visitarla, non me ne frega niente, ci vado anche da sola. Ma io esigo di andarci" dico scoppiando a ridere, insieme a lui.
Subito dopo sento una terza risata unirsi alla nostra.
Mi giro immediatamente e vedo Nash con una mela in mano che si siede al tavolo con un ghigno stampato in faccia.
"Non ti lasceranno mai andare da sola" ridacchia alzando un sopracciglio, quasi come se avesse ragione.
"Non sono fatti tuoi" gli faccio l'occhiolino.
"Ma voi la smetterete mai di bisticciare?" Irrompe all'improvviso Hayes.
"Ma noi non bisticciamo tesoro... In fondo ci vogliamo bene, no?" sputo con una mezza risata isterica.
Nash subito si blocca e volta lo sguardo dall'altra parte, mentre io, nervosa, ritorno con gli occhi sul latte.
"Boh... Credo... Non chiederlo a me" dice ad un tratto lui, rompendo il silenzio imbarazzante che si era appena creato.
L'ha detto veramente? Io so bene quando scherza e dal suo tono di voce era abbastanza serio.
Io, dopo questa, potrei non rispondere delle mie azioni. La mia pazienza ha un limite.
"Ma sei serio? -dico mentre mi giro lentamente. Lui alza le spalle -Va bene, ora basta. Mi hai proprio stufata, tu e i tuoi comportamnti di mer-"
Sputo con rabbia, ma non riesco nemmeno a finire la frase perché lui si alza ed esce dalla stanza sbattendo violentemente la porta.
Non volevo che Hayes sapesse che succede qualcosa tra noi due, so già che continuerà ad impicciarsi ogni volta e vorrà sapere ogni dettaglio... E, cosa più importante, non volevo dirle veramente queste cose a Nash ... Almeno non in questo modo... Ma non riesco a sentirmi in colpa, perché quando è troppo è troppo e io non riuscivo più a tenere tutto dentro.
Volgo uno sguardo verso Hayes, che in questo momento è fin troppo confuso per parlare, tiro un respiro pesante e torno al mio lavoro.

Verso le dieci iniziano a svegliarsi anche gli altri che ci raggiungono in cucina per mangiare.
Io ho passato le ultime ore a preparare tutto l'occorrente per una colazione abbondante insieme a Hayes, che intanto mi ha parlato un po' dei suoi problemi, sia della scuola sia della vita sentimentale ed io ho fatto lo stesso. D'altronde ci si aiuta tra fratelli.
Ho scoperto un sacco di cose chiaccherando con lui, del tipo che a scuola viene spesso insultato da alcuni idioti che dicono che non si merita di essere fidanzato con una delle ragazze più belle e di stare con i più 'popolari' della scuola... Mi ha spiegato quanto ci tiene a Sarah; lui è sicurissimo dei sentimenti che prova per lei, che è quella giusta. Poi mi ha anche parlato dei suoi timori: ha un po' paura di innamorarsi sul serio, non sa questo sentimento cosa sia veramente, lo capirà più avanti e ovviamente per ora sta attento, cioè a quello che potrà succedere, a non star male e soprattutto a non far star male anche lei.
Io sono davvero felice che lui mi abbia parlato così liberamente di tutto e lo sono anche perché almeno so che lui sta bene e non soffre molto, com'è solito tra i ragazzi di questa età.
E questa è la cosa più importante.
Dopodiché ha voluto che gli raccontassi io le mie cose. E' stato davvero bello poter parlare con una persona che ti ascolta senza interrompere, che ti capisce sul serio che ti aiuta.
I miei amici non capiscono il rapporto tra me e Nash e per loro è difficile darmi consigli... Invece Hayes vive con noi..
In conclusione devo dire che mi ha fatto davvero bene parlare con lui e non sarà l'ultima volta.
Ho davvero bisogno di mio fratello.

My brother, me and my boyfriend.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora