CAPITOLO 10. IL TACCHINO SEMBRA FARE LA DANZA DELLA FELICITÀ

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‹‹Ciao...››‏‏‏ dissi cercando di decifrare il suo sguardo spento.
A guardarlo bene, mi accorsi che era venuto ad aprire con indosso solo il pantalone del pigiama, che a malapena gli copriva quello che avrebbe dovuto nascondere.
La sua pelle color caramello, metteva in risalto quegli addominali che scendevano verso il basso, fino a formare una "V". I suoi capelli erano tutti spettinati, ma di sicuro non stava dormendo. Avrei voluto tanto toccarglieli, ma mi limitai a guardarli.

‹‹Ciao...›› mi rispose, continuando a non staccare gli occhi dai miei. Quei due cioccolatini sembravano non volessero abbandonare le mie due nubi di fumo.

‹‹Ecco io...non riesco a dormire, mi sento in colpa per quello che è successo prima...›› non mi fece neanche terminare la frase che mi tirò all'interno della sua stanza chiudendo la porta alle mie spalle.

‹‹Shh! Sono io che ti devo chiedere scusa. Ti hanno colpito e io...non ho fatto niente per evitarlo›› la sua voce si interruppe mentre abbassava la fronte sulla mia, appoggiando un braccio sulla porta. Ero circondata dalla sua morsa. Potevo persino sentire il suo respiro caldo sulla mia pelle.

‹‹Non ti preoccupare, io sono una tipa forte!›› lo rassicurai con un sorriso, ma lui sembrava non voler ascoltare le mie bugie. ‹‹Senti Josh, non devi sentirti in colpa...hai solo cercato di difendermi. E te ne sono veramente riconoscente››․ Continuava a fissarmi senza dire niente ‹‹e poi volevo chiederti...sì... bene, io...posso rimanere a dormire con te? Non mi va di stare sola, non è un bel momento e io tendo ad autodistruggermi quando sono sola con me stessa e poi...tua sorella si è chiusa a chiave››․

Quelle parole sembravano averlo scosso, riportandolo momentaneamente alla realtà, poi senza dire niente mi afferrò la mano e mi accompagnò a letto.

‹‹Aspetta prendo una maglietta e ti raggiungo›› quando mi diede le spalle, mi accorsi, con grande sorpresa, che il tatuaggio che aveva non si limitata solo a fasciargli il bicipite, ma continuava anche sulla schiena. Purtroppo, la luce della luna, non era sufficientemente forte, da permettermi di capirne il disegno.

‹‹Tutto bene?›› mi chiese guardandomi riflessa nello specchio.

‹‹Si, stavo solo ammirando il tuo tatuaggio. Posso vederlo da più vicino?››. La mia richiesta, sfortunatamente, non fu assecondata. Infatti, in fretta e furia, mise la prima maglietta che trovò nel suo armadio.

‹‹Scusa, non mi va di parlarne è tardi e...inizio ad aver sonno››․ Senza pensarci, gli accarezzai instintivamente il viso.

Avvertivo una certa tristezza nei suoi occhi e non volevo che si sentisse ancora in colpa per l'accaduto. Josh di suo, poggiò la mano sulla mia. Aveva, persino, socchiuso gli occhi, in modo tale, da assaporare tutto l'affetto del mio gesto.
Capimmo entrambi che era arrivato il momento di andare a dormire. Ci distendemmo sul letto ed io scelsi di voltarmi al lato opposto, in modo da dargli le spalle.
Il mio narcisista preferito, che mi aveva difesa da quei ragazzacci, adesso mi cingeva la vita con un affetto che non provavo da tempo. Aveva appoggiato il suo mento nell'incavo del mio collo e prima di addormentarsi mi aveva sussurrato "non lasciarmi mai".
Non sapevo se quelle tre parole fossero rivolte a me o a qualcun altro ma mi diedero quella pace che mi fecero addormentare, proprio come una bambina si rilassa tra le braccia della madre.

Era ormai l'alba e i primi raggi del sole iniziavano già a fare il loro ingresso nella stanza. Il mio cervello ancora non aveva acquisito quella lucidità necessaria, per farmi rendere conto dei movimenti accidentali che stavo compiendo, ma il suo sguardo fisso su di me e la sua mano che accarezzava la mia schiena, mi avevano ricordato che non ero sola.

‹‹Buongiorno Bubble!›› mi sussurrò all'orecchio facendomi contorcere lo stomaco e facendomi mancare di un battito.

Di tutta risposta ero riuscita solo a mugolare qualche consonante. Merda!

All about you- Inferno #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora