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¡PICCOLO ANNUNCIO!

Mi scuso per l'assenza di ieri, ma mi sono sentita male. Mi girava la testa e avevo un dolore forte alla pancia. Oggi mi sento meglio, mi fa male soltanto la gola e poco la pancia, ma non fa nulla, tranquilli.
Vi lascio a questo capitolo un po' più lungo.
Scusatemi ancora 😫♥⭐
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«Mammaa...»Jimin lasciò la presa di Jungkook e, sorpassandolo, si diresse verso sua madre.
«Mamma tu ne sai qualcosa?»sussurrò a ella.
«Certo Jimin!É il nostro nuovo coinquilino!Fate amicizia dai!»disse ad alta voce.
Jimin non aveva amici, e non voleva averne.
Aveva paura che tutti lo avrebbero sottovalutato per la sua povertà, per il suo modo di vestire.
Per i suoi atteggiamenti e per il suo comportamento.
Per il suo modo di spendere i pochi soldi.
Aveva paura di tutto.
«Ehm...se permettete, vado in camera mia..»disse il maggiore in imbarazzo.
«Vostra, vorrai dire!»lo corresse sua madre.
«Ah.Nostra.»concluse, per poi sparire tra il buio della camera.
«É la prima volta che socializza con un ragazzo, perdonalo.Non é molto accogliente...»si scusò.
«Tranquilla signora, non fa nulla.Lo capisco»sfoggiò un sorriso a dir poco fantastico.
«Allora, Jungkook,»disse l'adulta«cosa ti posso offrire?»
«Un bicchiere d'acqua frizzante va benissimo, grazie mille».
«Raccontami cosa ti ha spinto a venire qui.Prego, siediti.»disse dopo aver portato il bicchiere al giovane.
«Allora...da quando sono nato i miei genitori mi trattano come un bambino, e fino a tredicj, quattordici, massimo quindici anni mi andava bene...ma a quest'età non ne potevo proprio più...e ora»bevve in un sorso tutta l'acqua«mi trovo qui».
«Sai una cosa?»scosse la testa Sooyoon.
«Dimmi»
«É capitato anche a me da piccola.I miei a sedici anni non mi lasciavano uscire di casa se non c'era un adulto con me, quindi quando i miei amici, della mia stessa età, uscivano di sera, io rimanevo a casa, rinchiusa nella mia stanza.»
«Quanto mi dispia-»
«Ma poi sono andata a vivere da sola e mi hanno lasciata stare.»sorrise.
«ahum...bene...»
«Mamma ho fameeee..».
Jimin uscì dalla stanza e si diresse penzolando verso sua madre.
«Guarda nella dispensa...ci dovrebbe essere qualcosa.Tu Jungkook?Hai fame?»
«Nono, grazie»agitò la mano davanti a sé«ho mangiato qualcosa prima di venire qui»
«Jimin, fai fare a Jungkook un giro della casa?»
Il maggiore si girò verso i due seduti al tavolo, e con la bocca piena di biscotti, annuì leggermente.
«Vieni.»disse dopo aver ingoiato il cibo.
«Allora...»sbuffò«questa é la nostra camera»
Poi andò in un'altra stanza.
«questa é la camera da letto di mia madre»
«e tuo padre?»chiese Jungkook curioso.
«Eh..mio padre..»guardò le sue scarpe.
Aveva le lacrime agli occhi, ma non pianse.
Non pianse, non voleva apparire debole.
«Perdonami, non volevo..»si inchinò per scusarsi.
«Tranquillo, va tutto bene...»
Invece no.
Non andava nulla bene.
La verità é che a Jimin non andava mai nulla per il verso giusto, mai.
Ogni volta commetteva un errore diverso, ed ogni volta perdeva qualcosa, qualcuno.
Ma ormai era rassegnato a questo, lo sapeva benissimo che sarebbe successo altre troppe volte, ma ci aveva fatto l'abitudine, e non ci dava troppo peso ogni volta.
Bhe certo, ci stava male, ma dopo poco si rassicurava di non commettere più lo stesso errore.
Sì rassicurava da solo, perché non aveva nessuno che poteva farlo per lui.
Era solo.
Totalmente solo.

***

«E questo é il bagno...»concluse.
«Grazie mille, Jimin»
«Di nulla»sorrise.
Jimin stava camminando verso camera sua, quando Jungkook lo interruppe con una domanda.
«Ti piace disegnare?»
Jimin si bloccò a mezza strada, girando il capo verso il minore.
«No, mi sembra una cosa inutile.Non serve a nulla.»si rigirò e riprese a camminare.
«Invece é bello disegnare.Disegnando si esprimono le emozioni interne, sfogandosi contro una tela e-»
«Senti.Tu mi hai fatto una domanda, io ti ho risposto.Mi lasci stare?»
«Sì...scusa»
Jimin andò in camera sua, e Jungkook uscì di casa, per riflettere un po' sul suo nuovo "fratello".
Mise le mani in tasca e, a testa bassa, camminò per circa tre chilometri buoni.
In questi tre chilometri rifletté su Jimin,e sul suo comportamento non molto amichevole.
Ma tralasciando questo.
Jungkook trovava Jimin un ragazzo molto carino, non troppo gentile, ma carino.
E per Jungkook andava più che bene.
Tornando a casa si ricordò del regalo che aveva fatto sua madre, qualche settimana prima di traslocare, e che non aveva ancora dato alla destinataria.
Ovviamente non aveva nessuna intenzione di darglielo ora.

***

«Jimin?Posso entrare?»chiese con l'orecchio attaccato al legno freddo della porta.
«Aish..Se devi "rompere" anche no.»rispose freddo.
«Darti una cosa sarebbe "rompere"?»
«Entra.»
Il ragazzo aprì la porta e si ritrovò faccia a faccia con Jimin.
«Non guardarmi così, smettila.»disse un tantino imbarazzato.
«Oh si...scusa..»
Jimin si accostò da un lato della porta, per fare entrare il minore.
«Cosa vuoi darmi?»chiese il maggiore, sfregandosi le mani.
«Questo»tirò fuori una piccola scatolina color oro, con un fiocco rosso.
La porse a Jimin, che in un secondo la aprì.
Jungkook strinse i denti sperando di avere una risposta positiva da parte del suo Hyung, dato che di teneva tanto.
«Bello questo bracciale...mi piace.»
«Davvero?»
«Davvero.»sorrise.
«Oddio, sono così felice!»si buttò tra le braccia di Jimin.
'Che bello', pensò il minore.
«Ehm..sì okay adesso staccati...grazie»disse Jimin, rosso come un pomodoro.
«Scusa..»
Jungkook si trattò la nuca, imbarazzato da quella situazione.
«Vuoi giocare ad un gioco?»Jimin si sedette sul letto.
«Che tipo di gioco?»si sedette a sua volta, ma a terra, con le gambe incrociate.
«Il gioco della verità, quella cosa di plastica dove metti la mano, uno ti fa una domanda è tu devi rispondere.Se hai risposto bene non ti fa nulla, se invece hai risposto male, ti dà la scossa.Per me é una cavolata, però é divertente.»spiegò.
«Ci sto.»
«Lo vado a prendere, sta in cantina.»
Jimin si alzò, e uscì dalla camera.
«Wow...»
Jungkook aveva adocchiato una foto, impolverata, dove si poteva notare Jimin e una ragazza, suppone sia sua sorella.
«Ecco, sono tornato.»
Il 'piccolo' non riusciva a staccare gli occhi da quella foto.
«Cosa guardi?»gli chiese Jimin, girandosi per guardare nella sua stessa direzione.
«Ho notato quella foto.É tua sorella quella?»
«No»ridacchiò amaramente«Quella era la mia ragazza..»
«Era?»
«Morta.»
«Mi dispiace, non volevo Jimin...»si scusò.
«Giochiamo dai..»
E passarono un pomeriggio a giocare a quel gioco, prendendo qualche scossa, e qualche urlo da parte di tutti e due.

S/A

Ayo polpette🌟
Come state?
Io abbastanza bene, dai.
Volevo chiedervi una cosa.
Per voi quale giorno é meglio che io aggiorni la storia?(rispondete é importante)
Se volete parlare, molto probabilmente sarò con il telefono in mano.
Detto questo vi saluto.
Un bacio ⭐
E nulla,
ANNYEONG!

-Haneul, x

→russianroulette❇00jikook [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora