Sing Of The Time.

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SING OF THE TIME.

||Non credo che servano tags o rating a questo capitolo.||

Harry abbracciò la sua ragazza, trattenendo le lacrime. I singhiozzi della ragazza riempirono la stanza, rendendoli l'unico rumore ad interrompere il silenzio assordante. Quel silenzio vuoto ma pieno di dolore e sofferenza. Le sue braccia la tenevano stretta. Stretta come se si tiene la propria vita. Anche lei faceva lo stesso, ma la sua di vita, le stava scivolando via, piano piano. E non c'era modo di fermarla. La guancia di lei era premuta sul petto di lui, quello in cui si era rifugiata così tante volte per sfuggire alla realtà. Peccato che però sta volta, non avrebbe funzionato. 

Le lenzuola verdeacqua erano l'unica cosa colorata nella camera, ma ad Harry sembrava tutto grigio. Non riusciva a vedere altro, ogni cosa era inesistente per lui tranne che la sua ragazza. Sapeva che sta volta non avrebbe potuto fare niente per salvarla, poteva solo stare lì, a vedere il tempo passare e la sua ragazza allontanarsi piano piano da lui. 

"Harry-" un singhiozzo uscì dalle labbra di lei, "io-io non vo-glio lascia-rti. N-on voglio mori-morire." le lacrime ormai non erano rilevanti, si stava lasciando andare. 

"Lo so." sussurrò Harry. Non disse altro. Non c'era nient'altro da dire. 

La sentiva piangere. La sentiva piangere per quello che sarebbe successo, quello che la vita lascia accadere. Ma si sa, la vita non favoreggia nessuno.

Lui non poteva fare niente, non poteva cambiare il segno del tempo

Lui non era nessuno, era solo un'altra vittima della realtà. Della sporca, dura, crudele realtà. Lui poteva solo assistere allo show della vita. La sua ragazza era ormai arrivata alla parte finale del suo show e lui poteva solo essere uno spettatore e piangere fino a quando non si sarebbero spente le luci e chiuso il sipario.  

Era arrivata anche la sua ora di essere colpiti dal temuto proiettile. Eppure, in parte, lui non riusciva ad accettarlo.

Voleva andarsene, doveva andarsene, ma la sua vita era lì, sdraiata su quel lettino in quella stanza spoglia.

"Non piangere, andrà tutto bene." sussurrò tremolante. Con quella frase tentò di convincere tutti ed due, anche se sapevano entrambi che era un bugia. 

"Non- non vogl-io m-morire." mormorò di nuovo la ragazza. Lo diceva come se veramente si potesse cambiare il destino così facilmente. Ma piangere non serve a niente. La vita è crudele, non ci sono privilegi. Per nessuno.

E' incredibile come ci si alza alla mattina e il destino decide di sconvolgere la tua vita. Basta un'incidente, una malattia, un malessere, overdose o che altro e si è già segnati. Ognuno ha un segno, la vita lo decide. Non c'è una vera spiegazione a ciò, è soltanto un effetto collaterale per quei pochi anni di vita. Perché si, noi non siamo mai davvero pronti, non siamo mai pronti a morire, ma è la morte a deciderlo.

Sta volta la morte aveva scelto una malattia, per questa povera ragazza. Penserete voi:'E pensare che aveva tutta la vita davanti.' ma la morte non la pensa mai così. 

Leucemia. Già, proprio lei. E lei è soltanto una delle tante armi della morte. 

Non possiamo fare altro che accettarlo, perché si sa, nessuno ne esce vivo da questo gioco. In realtà, la vincitrice è soltanto una. E lo rimarrà per sempre.

E così, rimasero lì, abbracciati come se stessero cercando di trattenere la propria vita nelle proprie braccia. Lui avrebbe dato la sua vita pur di salvarla e la morte aspettava solo quello. Le lacrime erano solo un effetto collaterale, nessuno ci faceva caso. Loro cercavano solo di salvarsi a vicenda. 

Sembrava come se stessero vivendo nell'illusione che tutto si potesse cambiare ma sapevano che niente di tutto ciò si poteva cambiare. Cercavano solo di convincersi. Fingevano di poterlo fare. 

Ma niente può cambiare il destino.

Nessuno può cambiare il segno del tempo.

-Con amore,
A xx.

Immagina- Harry Styles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora