Altissima quaeque flumina
minimo sono labuntur.I fiumi più profondi
scorrono con minor rumore.- CURZIO RUFO
Primo giorno alle elementari, ero già più alta delle altre bambine e questo mi faceva notare parecchio.
Ora che avevo le amicizie dell'asilo pensavo che le elementari sarebbero state molto più semplici, ma mi sbagliavo. Potevo contare su Anne ma non eravamo solo io e lei, ero circondata da nuovi compagni che non conoscevo.
Pian piano strinsi amicizia con diversi compagni, i primi anni furono tranquilli. Ci incontravano in piazzetta e dopo i compiti ci divertivamo come pazzi, tra giochi col pallone e la bici. Spesso tornavamo con braccia e gambe sbucciate ma sempre con il sorriso.
La piazzetta era vicino a casa di nonna quindi spesso passavo da lei per stare insieme, potevo raccontare tutte le monellerie che avevo fatto senza che le dicesse a Terri e quando ci facevamo male andavamo sempre da lei che ci medicava e diceva "Divertitevi ma state attente".
Gli anni successivi furono tutti uguali, in terza elementare mi iscrissi a karate, insieme a Travis, giocavamo spesso insieme ma mi batteva sempre, quando iniziai ad andare a karate le cose cambiarono. Mi divertivo ad allenarmi, potevo difendermi da chiunque. Partecipai a diverse gare e diventai brava, riuscivo persino a battere Travis.
Dopo più di un anno di karate mi rendevo conto che spesso non riuscivo a stare in piedi, non avevo energie. Mi capitava spesso di svenire, si pensava fosse calo di zuccheri, io sapevo che non era quello il motivo ma nessuno sembrò preoccuparsene.
Spesso Terri e Jim litigavano, passai alcuni giorni a lavoro con Jim, adoravo viaggiare con lui. Potevo ascoltare musica a tutto volume, cantare, ballare, essere me stessa senza sentirmi in imbarazzo.
Nel camion di Jim c'era sempre una radiolina che io mi divertivo a usare, lui mi diceva che con quella potevo parlare con le persone che guidavano gli altri camion, così mi divertivo a raccontare loro delle barzellette o delle storie divertenti. Quelli erano i pochissimi momenti in cui mi sentivo libera di essere me stessa. Adoravo quegli attimi, mi sentivo una persona più felice.
Stare con Jim mi divertiva, eravamo solo io e lui, avevo così dei bei momenti da poter raccontare ma nessuno li riteneva importanti e speciali quanto me. Vedere posti nuovi, fare a gara superando le macchine, provare a indovinare i cartelli stradali. So che ero solo una bambina su un camion, ma le cose viste da lì erano molto più belle; tutto il mondo lo era.
Il problema poi era tornare a casa, sempre litigi e incomprensioni, inoltre lui a casa c'era sempre meno. Col tempo crescevo e portarmi con sé era sempre più difficile, così mi toccava rimanere a casa. Tra karate e i viaggi finiti iniziai a mangiare sempre meno, a cena Jim non c'era quasi mai e quando c'era era sempre scontroso, a me passava la fame.
C'è stato un periodo in cui mi obbligavano a mangiare, consideravo mangiare quasi una tortura e spesso scappavo in bagno per eliminare ciò che avevo ingerito.
Pian piano questo diventò un problema serio; svenimenti sempre più frequenti, stanchezza e debolezza continua, non riuscivo più a tenere il ritmo con gli allenamenti di karate. Le uniche volte che mangiavo era quando andavo da nonna Maggie, lei mi faceva sempre il mio piatto preferito e qualsiasi cosa cucinasse era ottima perché lo faceva con tanto amore.
Mentre nonna riposava stavo con Rachel, lei stava sempre studiando e mi raccontava quanto fossero belle le materie che faceva, era diplomata all'ex Istituto magistrale. Ricordo che tentava di fare i test per l'università con domande di cultura generale e io mi divertivo ad aiutarla.
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Vivere militare est.
General FictionL'opera narrativa parla della vita di una giovane ragazza di nome Erin, partendo dalla sua nascita fino al compimento dei vent'anni. Il racconto si svolge inizialmente nel suo paesino di origine, per poi spostarsi dopo il diploma in città. L'obietti...