"Impazzirai, lo so che impazzirai
Perché non ci basta il tempo
Perché nulla basta mai"
Era notte fonda quando il suo sonno venne disturbato. Serena rimase immobile, cercando di capire cosa l'avesse svegliata. Delle voci concitate provenivano dall'altra stanza. In assoluto silenzio scivolò fuori dalle coperte, un'occhiata a suo fratello che ancora dormiva dall'altra parte della camera e in punta di piedi oltrepassò la porta. Era tutto buio in casa e lei rimase indecisa sul da farsi. Solo uno spiraglio di luce filtrava dalla camera di mamma e papà, dove i genitori stavano discutendo. Ma da quella posizione non riusciva a vedere niente, perciò passò davanti alla porta della loro stanza, veloce come un'ombra, e si arrampicò sulla scala che portava in soffitta per poi sedersi sul fondo di uno scalino; abbastanza nascosta per non essere vista, nella posizione giusta per vedere e sentire quello che stava accadendo all'interno della stanza.
La mamma era in piedi da un lato del letto e le dava le spalle, il papà invece era dal lato opposto e continuava a andare avanti e indietro, portando vestiti verso il letto.
-Aaron, sono le quattro del mattino.- disse Haley, come se quella fosse una scusa più che sufficiente.
-Haley ne abbiamo già parlato, questo è il mio lavoro.- rispose in un sospiro stanco Hotch.
-No, invece! Tu ne hai parlato, ma non hai mai ascoltato la mia versione.-
-Che cosa staresti insinuando?- adesso l'uomo aveva un cipiglio severo. Serena si strinse le gambe al petto dopo averle circondate con le braccine, sicura di essere al sicuro.
-Ti era stato offerto un lavoro d'ufficio, con orari fissi.- l'uomo non rispose, sapeva dove quel discorso andava a parare –Ma tu hai preferito continuare ad andare e venire.-
-Lo sai bene quanto tenga a questo lavoro.-
-E a noi Aaron? A noi quanto tieni? Più o meno del tuo stupido lavoro?-
-Non c'è niente che mi importi di più di te e i bambini.-
-Davvero? Perché non è quello che sembra.-
-Che vuoi dire?-
-Svegliati Aaron! I tuoi figli stanno crescendo con un padre che c'è un giorno sì e tre no. Non lo vedi come ti si attaccano quando ci sei? Hanno bisogno di un padre.-
-Io ci sono per loro.- rispose Aaron con tono pacato, Haley diede in un risolino di scherno.
-Sì, come no! Dall'altra parte del mondo.-
A seguire un lungo momento di silenzio. Serena sentiva solo il suo respiro solleticarle le manine, gli occhi incapaci di distogliersi da quella scena.
-Devo andare.- Aaron afferrò il borsone che aveva preparato.
-Certo vai. Loro sì che hanno bisogno di te.-
-Haley...-
-Aaron basta!- mamma non gridava quasi mai, tantomeno con papà –Non farmi apparire come un mostro.- silenzio; e singhiozzi.
-Tesoro, mi dispiace. Credimi se ti dico che sto facendo tutto quello che posso per passare più tempo possibile con te e i bambini.-
-E' solo...- mamma stava piangendo -...non voglio che un giorno tu possa svegliarti in una qualunque città e scoprire di non conoscere i tuoi figli.-
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Hotch invisible to his Daughter
Fanfiction"Quando hai accettato la tua vita e sei pronta ad affrontare il tuo futuro. Quando ti senti abbastanza forte, credendo che il passato non potrà mai tornare a farti del male. ...E poi arriva uno psicopatico a smontare il tutto." *** Mi chiamo Serena...