5.Birthday

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"Mi piace passare il tempo con te Paige, mi è sempre piaciuto, come quando andavamo all'asilo insieme e ti assillavo per giocare insieme" "Eri una peste assurda da piccolo,i per questo non volevo giocare con te, mi tiravi i capelli!" ridevamo come pazzi, sempre.

"Ma anche tu mi facevi gli scherzi signorina. Una volta mi hai rubato la merenda e te la sei mangiata davanti a me, eri una bambina crudele" neanche lo ascoltavo più ,era così bello quando sorrideva.

Restammo tutta la sera sdraiati sulla sabbia a guardare le stelle e a parlare, parlare e parlare. Amavo parlare con lui, era un ragazzo che sapeva ascoltare e non giudicava mai, potevi parlargli di tutto, e avrebbe provato ad aiutarti in qualsiasi modo. Ci addormentammo insieme sotto le stelle e dormimmo la, vicini, con le nostre mani intrecciate tra loro.Una delle migliori notti della mia vita.

Una gocciolina d'acqua cadde sul mio naso. Due goccioline. Tre goccioline. Oh andiamo non la pioggia. Aprii piano gli occhi e a mia sorpresa trovai un cielo azzurrissimo, senza una nuvola.

E poi c'era il cane enorme che mi stava sbavando addosso e sulla faccia,ovvio. Chissà come mai avevo la senzazione che Niall c'entrasse qualcosa.

Spostai delicatamente quella sottospecie di cavallo da me e mi sedetti strofinandomi gli occhi. Liam mi aveva abbandonato li?

Il cane scodinzolando corse via, andando incontro a due figure che stavano arrivando vicino a me. Assottigliai lo sguaardo per vedere meglio, ma non servii a molto, visto che la fragorosa risata che riusuono per tutta la spiaggia poteva essere solo di Niall.

Mi alzai e passai delicatamente le mani sui pantaloni per togliere tutta la sabbia,anche se ne avevo fino a dentro le mutande. Liam sorrideva felice, dopo tanto tempo. Non lo vedevo così felice da troppo tempo.

Non me ne ero resa conto,ma mi era mancato da morire.

Guardarlo sorridere così mi faceva stringere il cuore, riusciva a distruggerlo e a ricomporlo in un secondo. Anche se non volevo accettarlo mi stava sfuggendo dalle mani come sabbia. Scrollai la testa e corsi verso di loro, mi ero ripromessa troppe volte di non pensare a lui in quel modo, non sarebbe stato giusto ne per me, ne per lui.

"Paige, finalmente ti sei svegliata! Eravamo andati un secondo al bar"

"Mi avete abbandonato sulla spiaggia brutti idioti,potevano uccidermi, o rapirmi"

gesticolavo come una pazza dalla rabbia. ma perchè a me dovevano fare queste cose?

"Ma dai Paige, sei stata sola solo dieci minuti, siamo stati con te sempre da quando sono arrivato, non essere la solita melodrammatica" sbuffai scocciata, la prendeva sempre alla leggera lui.

Liam continuava a guardarsi intorno a disagio vedendo qualche persona passeggiare sul bagnasciuga.

"Ragazzi, possiamo tornare a casa per favore?" il suo tono di voce mi spezzò il cuore. Era così fragile e indifeso. "Perchè? È ancora presto Liam, stiamo ancora un pò no?"

"Niall,preferirei andare" senza pensarci due volte raccolsi tutte le mie cose e sorridendo rassicurante a Liam lo presi per mano e ci avviammo verso la macchina. Non volevo trattenerlo qui sapendo che era a disagio e si vergognava.

"Come ti sembra?" io e Niall camminavamo verso casa sua lentamente, dopo aver portato Liam a casa sua ed essere stati un pò con lui.

"È sempre lo stesso Liam per me, lui si vede diverso, si sente diverso. Sulla spiaggia non me ne ero reso neanche conto,ma ha tanta paura di farsi vedere dagli altri, ha paura di essere giudicato, e lo capisco. Insomma chiunque starebbe come lui, ma vorrei capisse che non deve vergognarsi di se stesso, almeno con noi. È sempre stato timido con tutti, e ora questo ha complicato le cose."

"Per capire come sta lui, bisogna trovarsi nella sua sua situazione, non possiamo capirlo, ma io ci sto provando" se non ci provavo io, chi poteva provarci dopotutto?

Posai i piedi sul soffice tappeto rosa vicino al mio letto e mi stropiacciai gli occhi assonnata. Aprii la porta e iniziai a scendere le scale.

Ma dove diamine erano tutti? Entrai in cucina più addormentata che sveglia e poco ci mancava che mi prendesse un colpo quando dieci persone mi saltarono addosso urlando e facendomi gli auguri.

Un'altra giornata di scuola mi si presentava davanti, e io avevo casa piena di gente.

Ma perchè? Che avevo fatto di male?

"Buon compleanno amore mio" mia madre mi strinse forte, e solo allora realizzai che giorno era. Il giorno che speravo non arrivasse mai. Il mio compleanno.

Salutai e ringraziai tutti per poi scappare su. Che poi non è normale presentarsi alle sette e mezzo solo per farmi gli auguri di compleanno.

Okay che sono diciotto, okay che volete essere i primi, ma io alle sette e mezza di mattina sono un essere impresentabile, come qualunque altra persona normale sulla faccia della terra. Già è tanto che non sia scappata via per paura di terrozzare tutti. Velocemente mi preparai e scappai via da quella mandria di gente per correre alla fermata dell'autobus,deserta. Mi sedetti sulla panchina e infilai le cuffie per sentire della musica mentre aspettavo. Alla vista dell'autobus mi alzai e mi sfilai una cuffietta dall'orecchio. Tanto se non la toglievo me la avrebbe tolta qualcun altro.

Neanche il tempo di posare il piede sull'autobus che sentii una voce chiamarmi, non molto discretamente, dagli ultimi sedili. Sbuffai trattenendo un sorriso e mi avvicinai a passo veloce verso la figura che si stava sbracciando.

"Auguri Paige!" due braccia calde mi avvolsero in uno stretto abbraccio,abbastanza inaspettato. Le mie guance si colorarono leggermente mentre ricambiavo la stretta.

Tutte le persone presenti ci stavano guardando, volevo sotterrarmi. Lo lasciai sorridendo leggermente e mi sedetti sul sedile vicino al suo, posando lo zaino sul pavimento tra le mie gambe.

"Stasera io e Niall abbiamo organizzato una piccola festa, visto che tu non hai organizzato niente. Nulla di che,solo qualche amico, sarà una cosa abbastanza ristretta.Nulla di che, qualche amico, una cosa molto ristretta" oh andiamo, se dico che non voglio festeggiare perchè devono fare l'esatto contrario di quello che dico? Che poi Louis non poteva sapere che era il mio compleanno, quindi tutto si riconduceva ad una sola persona.

Niall. Stupido ed irritante irlandese.

"Dove hai detto che é questa festa?" Camminavamo da un po', allontanandoci sempre di più dalla nostra zona.

Non è che aveva intenzione di ammazzarmi?

"Sei sicuro di sapere dove stiamo andando?" era mezz'ora che camminavamo, e mi iniziavano a fare male i piedi nonostante le scarpe basse.

Non oso sapere come sarei stata con i tacchi.

"La so la strada,sta tranquilla, perché sei così rompi scatole oggi?"

Non ebbi neanche il tempo di rispondergli che ci ritrovammo davanti una villa enorme stracolma di gente e con la musica a palla che si sentiva forte anche da fuori.

Okay, magari non era questa e Niall aveva sbagliato indirizzo. Perchè mi ficco sempre in queste situazioni assurde?

Niall mi tirò verso la porta, che poi aprì velocemente prima di trascinarmi dentro quel caos.

Oh porca puttana , alla faccia della piccola festa.

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