7.Right Now

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Sgranai gli occhi di colpo e feci istintivamente un passo indietro, facendo così dividerere le nostre labbra, prima di guardarlo con un espressione sbigottita e piuttosto confusa. Il suo sguardo era confuso quanto il mio , ma ben più imbarazzato. Indietreggiò rapidamente anche lui, evitando il mio sguardo, tenendo il suo fisso a terra.

"Liam, cos'era?" la voce mi uscì dalle labbra come un sussurro soffocato, parlai così piano che non fui ben sicura che mi avesse sentito. Era una delle ultime cose che mi aspettavo potesse accadere quella sera, da lui, soprattutto.

In tutto quel tempo nessuno dei due aveva mai ammesso i sentimenti, o almeno la grande attrazione, che provava verso l'altro, e ora che era successo quel qualcosa, entrambi ci stavamo pentendo di tutto.

"No, no nulla, non era nulla" biascicò cosi velocemente che feci fatica a sentirlo. Le guance gli erano diventate lievemente più colorite, sul rossiccio leggero, proprio come le mie probabilmente, anche se non me ne rendevo bene conto.

"Che avevi intenzione di fare con quella cosa?" mi pentii subito delle mie parole e del mio tono, che risultavamolto più allarmatodi quello che era, che a occhi esterno era parso a Liam soprattutto accusatorio.

"Io? Nulla, Paige, ho detto nulla." mi lanciò un' occhiata di sbiego prima di girare i tacchi e andare a passo sostenuto verso la portafinestra, tentennando un istante prima di fare il passo sulla soglia, per entrare, e sparire dietro di essa.

Piegai il braccio verso il mio viso e sfiorai lentamente con i polpastrelli il mio labbro inferiore, con lo sguardo perso nel vuoto e la mente distante.

Miele. Le sue labbra sapevano di miele, dolce e avvolgente, come il suo profumo,solo più amplificato.

Scossi la testa come per mandare via quei pensieri dal cervello.

Sapevamo sia io che lui che era sbagliato tutto, ma non avevamo il coraggio di ammetterlo, ne la voglia di soffrire più nel poterci guardare ma nel restare effettivamente lontani.

Iniziai a camminare a passo svelto, per quanto i tacchi potessero permetterlo, e tornai al piano di sotto dove la festa stava continuando ad andare avanti, apparentemente senza problemi.

Cercai Liam con lo sguardo tra la massa di persone che scorrevano rapide davanti i miei occhi, ma non fui così sorpresa di non trovarlo da nessuna parte, probabilmente stava già tornando a casa.

Ringraziai di sfuggita le persone che mi facevano gli auguri mentre passavo per la sala, infilandomi e sguasciando tra i corpi che si muovevano a ritmo di musica.

Raggiunta la cucina sbuffando, raccolsi uno dei pochi bicchieri rossi ancora puliti rimasti, e ci versai abbondantemente del gin,con un movimento secco. A quanto pare gli alcolici erano andati via come acqua, sul tavolo erano rimaste appena tre bottiglie mezze piene, constatai, mentre mandavo giù il liquido caldo. Adagiai il bicchiere ancora mezzo pieno sul ventre e mi appoggiai con il bacino al piano in marmo mentre cercavo qualche volto conosciuto attraverso la porta lasciata aperta, che dava sulla sala. Mi tirai su con i fianchi e iniziai a camminare a passo svelto verso la porta avanti a me alla vista di una testa bruna familiare. Louis era di schiena rispetto a me ma lo riconobbi dalla postura curva delle spalle, leggermente inclinate verso il basso. Gesticolava animatamente con il braccio destro e teneva nella mano dell'alto un bicchiere pericolosamente pieno di un liquido colorato, mentre sorrideva felice, raccotando probabilmente una delle sue innumerevoli avventure da rincoglionito. Vicino a lui c'erano un paio di ragazzi e una ragazza che lo ascoltavao attenti, presi dal racconto. Arrivai alle sue spalle e posai una mano sulla sua schiena, coperta dalla maglietta chiara, leggera.

Si fermò dal raccontare e si girò verso di me, tendendo le labbra in un sorriso dolce.

"Piccola festeggiata! Come sta andando? Ti piace la festa?"

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