10. "M"

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La mia espressione, prima più che confusa, era diventata impaurita, mentre Zayn lasciava la maniglia scura per avvicinarsi a grandi falcate al moro in piedi alla fine del letto di Liam, in quel momento sconvolto quanto me. Le mani di Zayn volarono alla stoffa della felpa verde bottiglia di Louis, per afferrarlo e spingerlo violentemente contro il muro, digrignando i denti.

Sembrava un animale all'attacco.

Mi avvicinai velocemente e provai a tirare Zayn via, urlando più volte il suo nome, sentendo successivamente anche la porta aprirsi, girando il viso per trovarmi davanti agli occhi il padre di Liam, che divise definitivamente i due ragazzi. Liam ci osservava con sguardo gelido, più confuso di me. Trascinai di peso Zayn fuori la stanza, fino all'ascensore, premendo poi il bottone dopo averlo lasciato, girandomi verso di lui con sguardo più che arrabbiato, incrociando le braccia sotto il seno.

"Cosa cazzo ti prende? Sei per caso impazzito?" sbraitai di colpo nel corridoio deserto, rompendo il silenzio.

"Niente" biascicò appena, incrociando a sua volta le braccia al petto, picchiettando la suola della scarpa sul pavimento chiaro, aspettando l'apertura delle porte dell'ascensore.

Una volta dentro l'ascensore premetti il bottone dell'ultimo piano, incrociando le braccia sotto il seno subito dopo.

"O parli, o mi farai incazzare ancora di più" mormorai lievemente, mentre l'ascensore scivolava su silenziosamente.

Si era sempre fidato di me, mi aveva sempre raccontato tutto quello che gli succedeva, nessuno nascondeva nulla all'altro.

"Scommetto che c'entra il fatto che vuoi tornare a casa, invece di restare in quel college"

Sospirai appena notandolo abbassare lo sguardo vero le sue scarpe, in imbarazzo come un bambino trovato a rubare delle caramelle. Appena le porte dell'ascensore si aprirono, il vento freddo mi colpì sul viso,insieme alla luce che inondava l'intera terrazza.

Camminai fino alla ringhiera lentamente, poggiando poi le mani su di essa, osservando sotto di me una volta ferma, deglutendo appena facendo un passo indietro subito dopo, pentita della mia azione.

Zayn mi aveva affiancata, e con nonchalance accese la sigaretta che si era portato alle labbra in precedenza.

"Dennise" mormorò poi, nel silenzio, tenendo lo sguardo sulle luci delle strade davanti a noi.

Arricciai lievemente il naso, spostando lo sguardo dalla vista al suo viso, inclinando appena il mio leggermente confusa.

"Con lei non è finita due anni fa?" una piccola nuvoletta di fumo uscì dalle sue labbra,mentre chiudeva lentamente gli occhi, lasciandosi sfuggire un lieve sospiro dalle labbra.

"Quel ragazzo è quello che mi ha fatto rinunciare a lei, però non viveva qui prima, e il vederlo li, come insinuato nella mia vita, mi ha fatto scattare come una molla. Ma comunque volevo già farlo da molto tempo, mi sono tolto la soddisfazione." mormorò lievemente, mentre teneva lo sguardo davanti a se. Quindi Louis era il ragazzo tanto odiato che aveva fatto star male mio fratello

Zayn scosse lievemente la sigaretta con il pollice, facendo così cadere giù la cenere, nel vuoto.

Nascosi il viso nella sciarpa pesante, seduta sulla panchina logora della fermata dell'autobus, tenendo lo sguardo fisso sulla strada deserta. Il vento freddo soffiava, persino troppo forte per quella mattina primaverile, facendomi ringraziare una delle poche volte mia madre, che mi aveva obbligata a mettere guanti e cappello prima di uscire. Alla vista dell'arrivo del bus mi tirai su, rabbrividendo appena al sentire il vento sulle gambe, fasciate solo da un jeans leggero. Appena le porte si aprirono entrai di corsa, raggiungendo i sedili in fondo mentre sentivo il corpo scaldarsi lentamente, per il calore nell'ambiente chiuso. Poggiai lo zaino tra le mie gambe e dopo essermi seduta sfilai il telefono dalla tasca, per controllare i messaggi. Dal giorno dell'uscita di Liam dall'ospedale, avevamo iniziato a sentirci di più, volevo sempre essere al corrente della sua situazione, e lui non si era rifiutato. Però, nonostante questo contatto perenne non avevo ancora trovato il modo di parlargli, ma sentivo di doverlo fare. Lui si comportava alla stessa maniera di prima, facendo finta che nulla fosse accaduto, pur perfettamente conscio che non poteva ignorarlo per sempre.

"Buongiorno piccoletta" Louis si lasciò cadere seduto vicino a me, ancora mezzo addormentato, e con lo zaino tra le braccia. Ecco, Louis, avevamo già parlato di Zayn e di lui, e apparentemente sembrava tutto risolto, ma c'era qualcosa che non andava, e lui sapeva che me ne ero resa conto.

"Buongiorno a te, ancora nel letto eh?"mormorai ridendo appena, notando il suo viso pallido e assonnato nascosto dietro la grande sciarpa di lana scura.

"Magari, con questo freddo, neanche posso fare più assenze, ho quasi raggiunto il limite massimo" alzò le gambe e incrociò le caviglie dopo aver poggiato i talloni sul sedile libero davanti a lui.

"Potevi pensarci prima invece di restare a dormire il lunedì mattina, caro" risi piano seguendo i suoi movimenti, imitandolo poco dopo.

"Prendi meno per il culo tu, il lunedì è traumatizzante! Comunque, sei pronta per scienze?" girai il viso vero di lui leggermente confusa, trovandomi due occhi chiari divertiti davanti. "non ti sei ricordata del test di chimica, vero?"

Test? Quale test?

"Louis, il test è la settimana prossima, il nove" mormorai divertita, inclinando appena il viso mentre il ragazzo portava una mano alla tasca. Prese il telefono e lo giò verso di me. Deglutì lievemente alla vista della data, passandomi poi una mano sugli occhi.

"Porca puttana"

Passai tutto il resto del tragitto con il libro tra le mani, facendomi ripetere le nozioni da Louis, senza grandi risultati, non avrei mai ricordato un cazzo. Il test era in terza ora, quindi avevo le prime due ore per ripassare, se riuscivo a raggiungere gli ultimi banchi. Arrivai rapidamente al mio armadietto e lo spalancai, posando i libri superflui mentre ripassavo le poche lezioni che avevo assimilato.

Chiusi l'anta con una botta e sistemai i libri tra le braccia, facendo un paio di passi svelti senza guardare avanti. Alzai il viso al sentire due grandi mani prendermi dalle spalle,fermando così la mia corsa.

"Attenta a dove vai" un paio di occhi verdi dietro un paio di lenti trasparenti mi osservavano dall'alto, mentre il ragazzo che mi teneva dalle spalle sorrideva lievemente "se cammini cosi potresti finire addosso a qualcuno di meno amichevole la prossima volta"

"Scusami, è che è una brutta giornata" mormorai lievemente tirandomi su con il busto, sorridendo poi gentilmente al ragazzo.

Il ragazzo tolse le mani dalle mie spalle e le infilò nelle tasche della giacca, con sopra ricamato il logo della squadra di lacrosse della scuola.

Ah, bene.

"Devo andare" farfugliai mentre gli giravo intorno, dopo averlo ringraziato un'ultima volta. Iniziai a camminare, lasciando il ragazzo lì, riaprendo intanto il libro.

"Non posso neanche sapere il tuo nome?" sentì urlare da dietro di me, e riconoscendo la voce del ragazzo, mi girai di nuovo, trovandolo vicino il mio armadietto, proprio dove l'avevo lasciato.

Ci pensai su qualche secondo, per poi urlargli il mio nome, prima di scappare in classe, ormai in ritardo per prendere un posto in fondo.

Continuavo a giocherellare con la matita mentre tutti intorno a me scrivevano rapidamente sul foglio. Arricciai appena le labbra e portai lo sguardo verso il mio, totalmente vuoto, per poi portarlo nuovamente intorno a me. Niall era al primo banco, e Louis vicino a lui. Anche nell'aula vicino si sarebbero accorti che stavano facendo il compito insieme, ma la Merfols teneva i suoi raggelanti occhi grigi fissi su di me, sorridendo. Sapeva che non ero pronta. Abbassai lo sguardo sul foglio nuovamente, mordendomi piano il labbro facendo battere la matita sul piano un paio di volte. Alzai il viso verso la porta al sentir bussare alla porta, sorridendo appena alla vista prof di arte entrare con un mucchio di scartoffie tra le mani. Appena le poggiò sul piano, sentì una sedia strusciare e dei passi verso la cattedra. Già il primo che consegna, porca troia. Chiusi gli occhi e sospirai lievemente, riaprendoli al sentire la porta chiudersi. Aggrottai leggermente le sopracciglia alla vista di una piccola pallina di carta sul mio foglio, alzando poi il viso. Il ragazzo del corridoio stava poggiando il foglio sulla cattedra, davanti la professoressa. Girò lievemente il viso e sorrise, sistemandosi gli occhiali prima di uscire dalla porta velocemente e lasciarla chiudere alle sue spalle. Aprii il foglietto, e scossi appena la testa sorridendo, copiando rapidamente le risposte sul mio foglio. Al suono esatto della campanella infilai il foglietto nella tasca e consegnai il foglio, uscendo poi rapidamente, guardandomi intorno. Non trovando nessuno sfilai il foglietto dalla tasca posteriore dei jeans, aprendolo subito dopo.

Sul fondo della carta chiara, c'era una piccola M.

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