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"Ciao, Paige" un paio di labbra sfiorarono il mio orecchio lentamente, insieme al fiato caldo della persona dietro di me. Socchiusi per un istante gli occhi, sentendo la voce vagamente familiare, prima di fare un passo avanti, tirandomi su, e girarmi su me stessa, guardando faccia a faccia il ragazzo che prima era dietro di me.

Tesi le labbra in un sorriso leggero e turbato alla vista del ragazzo che avevo trovato a chiacchierare con Louis appena un'ora prima, la differenza è che ora era notevolmente più ubriaco e meno in se stesso. I capelli prima sparati in aria in un ciuffo perfetto ora ricadevano confusamente sulla sua fronte, a coprire la pelle ambrata, gli occhi erano arrossati e le pupille molto dilatate. Sbatteva le palpebre in modo leggermente irregolare mentre stringeva nella mano destra un bicchiere di plastica rosso, leggermente piegato, traboccante di un liquido scurastro.

"Andy, giusto?" chiesi spostando il peso da una gamba all'altra mentre facevo scorrere ogni tanto lo sguardo fino alla porta, cercando qualcuno con lo sguardo.

La casa era praticamente deserta.

"Esatto, bambolina" bambolina? Bambolina?! Ma che nomignolo di merda è?

Alzai un sopracciglio in un espressione confusa e accigliata, trattenendo una risata. "Come scusa?"

"Bambolina ho detto, non ci senti?" si girò con il busto a posare sul pianoalla sua destra il bicchiere, dopo aver dato due abbondati sorsate, quasi svuotandolo, prima di rigirarsi e iniziare a fare dei passi verso di me.

Inidietreggiai di un paio di grandi falcate alla vista del suo avanzare, imprecando mentalmente sentendo il bordo freddo del lavandino premuto contro la base della mia schiena. Si bloccò avanti a me tenendo lo sguardo fisso nel mio, posando poi le mani sui bordi di metallo del lavabo, intrappolandomi tra le sue braccia, in una gabbia umana. Sentivo il suo fiato caldo sul collo, prepotente, a scontrarsi con la mia pelle diafana, mentre premenvo il corpo contro il mobile come a voler essere assorbita da esso. Aveva indiscutibilmente bevuto più di un paio di birre, l'odore di un distributore di alcool ambulante sarebbe stato seriamente migliore.

Si sentiva solo un flebile vociare proveniente dal giardino, dei pochi invitati ancora presenti, nella casa non c'era quasi nessuno e io non avevo la più pallida idea di come pararmi il culo.

Ottima situazione di merda Paige, complimenti davvero, solo tu potevi finire così.

Il suo braccio si alzò lentamente e mi trovai le sue dita umidicce a sfiorare la mia guancia, mentre trattenevo il respiro per non sentire l'odore che emanava, preferivo tenermi il poco cibo che avevo mangiato nello stomaco.

Provai a spostarlo da me con una spinta delle mani, ma era irremovibile, mi sovrastava e più gli istanti passavano e più mi sentivo soffocare. Ma neanche due secondi dopo il ragazzo era schiena a terra, e avanti a me ce n'era un altro che mi dava la spalle, il busto fasciato da una maglietta chiara e i capelli scuri leggermente scompigliati.

Zayn copriva il mio corpo con il suo mentre urlava contro il ragazzo steso ancora a terra,unamano posata sul mio ventre, apprensivamente. Non colsi nessuna delle sue parole perché fui trascinata via rapidamente,trascinata dal braccio.

Niall mi lasciò solo una volta giunti nel giardino, ormai deserto. Erano andati via tutti.

Provai a tornare in casa ma Niall me lo impedì, tenendomi ferma davanti a lui dalle braccia.

"Cosa vuoi fare? Che stava succedendo? Che stava facendo?" chiese improvvisamente con un tono di voce indagatorio e allarmato, cercando il mio sguardo, continuando a tenermi ferma, allentando appena la presa. Le sue domande facevano crescere ancora di più la mia ansia, provai a liquidarlo con un paio di stupidaggini ma non cedette. Visto che lui non avrebbe mollato, non lo avrei fatto neanche io.

"Perché Zayn ha reagito cosi male al vederlo cosi contro di me?" silenzio totale.

Evidentemente era la domanda più scomoda che potevo tirare fuori in quel momento.

Bingo.

"Cosa c'è sotto, Niall?" i suoi occhi chiari incontrarono i miei in una tacita richiesta di silenzio, evidentemente non poteva parlare, ma avrebbe dovuto farlo. La sua presa dalle mie braccia scivolo lentamente via, fino a lasciarmi libera. Sapeva che non sarei tornata dentro, era molto più interessata allo stare fuori ora.

Sospirò piano passando la mano sulla sua fronte per poi farla scivolare tra i capelli chiari, alzati in un ciuffo leggermente sconvolto.

"Non posso, Paige, ho giurato"

"Sono la tua migliore amica Niall, mi hai sempre raccontato tutto quanto" dissi con tono stizzito, guardandolo con un sopracciglio alzato. Ma scherziamo?

"Lo so, ma Zayn si fida di me, non puoi sapere nulla di questa storia" liquidò la conversazione con un gesto della mano, per poi indicarmi con un cenno del capo la strada.

"Andiamo a casa ora piccolina, ti acompagno" mormorò prima di iniziare a camminare con le mani nelle tasche anteriori a passo lento, senza aspettarmi.

Questa storia mi puzzava, e anche parecchio. Iniziai a camminare dietro di lui, affiancandolo, per poi fermarlo dal braccioprima di farlo voltare verso di me.

"Devo salutare Louis, è sparito e non l'ho neanche ringraziato" Niall scosse la testa, mordendosi il labbro per trattenere una risata.

"Lascia perdere, probabilmente in questo momento è impegnato, andiamo ora" liberò lentamente il braccio dalla mia presa leggera e mi fece un cenno con il capo verso la strada, prima di girarsi e ricominciare a camminare, battendo le suole di gomma delle sue scarpe sportive sull'asfalto. Lo raggiunsi a passo svelto, sbuffando sommessamente, infilando poi le mani fredde nelle tasche del giacchetto, alla ricerca di calore. Era impossibile poter tornare dentro ormai.

"Non possiamo lasciare qui Zayn, lo sai vero? Quello è ubriaco marcio e potrebbe finire male" Niall fece un cenno del capo e tese le labbra in un leggero sorriso, tenendo lo sguardo avanti a se.

"Sai meglio di me che sa cavarsela perfettamente in questo genere di situazioni"

"Questo non significa che non farà cazzate, e lo sai" mormorai acidamente tenendo il viso basso, aumentando la velocità della mia camminata, improvvisamente vogliosa di tornare il prima possibile a casa.

Passammo quasi tutto il tragitto in silenzio, con il tempo battuto solo dalle suole delle nostre scarpe sull'asfalto.

A poca distanza da casa mia ricominciò a parlare

"Cosa ti ha detto Zayn in terrazza?"

"Mi ha raccontato dell'università" non mi sentivo molto propensa e a mio agio a raccontargli del resto in quel momento, sentivo che si stava tenendo dentro qualcosa e che voleva arrivare a quello, inconsciamente.

Non ce la faceva a tenersi tutto dentro, non era colpa sua, era solo fatto così.

"Ah, capito" e il silenzio cadde di nuovo tra noi due, interrotto da qualche sbuffo ogni tanto da parte di entrambi. Avevo tanta voglia di raccontargli di Liam e di quello che era successo, ma non dovevo essere e non sarei stata la prima a cedere, doveva parlare prima lui, e conoscendolo sarebbe durata ben poco la mia agonia.

Intravidi il cancello bianco di casa mia dal fondo della strada e mi morsi il labbro delicatamente, se volevo agire dovevo farlo subito.

"Tu invece hai parlato con Zayn stasera? Ti ha raccontato qualcosa di Seattle?"una volta fermi davanti il cancelletto di casa mia deglutì lentamente e schiuse le labbra per parlare, ma prima che potesse proferire parola posai una mano sul suo petto per fargli fare silenzio.

Socchiusi gli occhi alla vista di una persona seduta sul gradino davanti la porta di casamia, cercando di capire chi fosse. Teneva le mani tra i capelli, a viso basso, e dopo aver scambiato uno sguardo con Niall mi incamminai a passo lento e silenzioso verso il cancello, con lui dietro. Appena abbassai la maniglia del cancelletto, leggermente cigolante, la figura alzò il viso verso di me e incontrai il suo sguardo. Sgranai appena gli occhi e restai con la mano a mezz'aria, perdendo improvvisamente colore dal viso e fiato dai polmoni.

Cosa ci faceva la madre di Liam in piena notte seduta davanti casa mia?

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