Capitolo 6

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"Zoë alzati dobbiamo andarcene" incito la mia amica "ma ci siamo appena sedute ! Dove vuoi andare ? Stai lì tranquilla." Rifiuta continuando a degustare la sua bevanda.
"Zoë per favore andiamo prima che .." non faccio in tempo a finire la frase che vengo interrotta "ehi Charlotte! Che ci fai qui!?"
Troppo tardi
"Bryan ! Ma che piacere vederti ...." controbatto nel modo più falso possibile .
Zoë mi guarda insospettita mentre seguita a bere e ascoltare la nostra terribile conversazione.
"Sei in vacanza ?" Mi domanda il biondino.
"Sì. Lei è Zoë la mia amica " gliela presento indicandola.
"Bel nome! Io sono Bryan, ho conosciuto Charlotte una mattina in spiaggia." La informa sorridendo come se ne andasse fiero; mio Dio ho già il latte alle ginocchia.
"In spiaggia eh ... non lo sapevo sai,  non me ne ha mai parlato prima!"
No Zoë non iniziare anche tu per favore ...
"Bene Bryan ora noi dobbiamo andare. Buona serata!" Prendo per un braccio la mia amica trascinandola giù dallo sgabello.
"Avete bisogno di un passaggio?" Urla il ragazzo.
Ma perchè tutte a me ? Non capisce proprio che non lo voglio tra i piedi.
"No grazie ce la caviamo beniss..."
"Oh si certo ci sarebbe davvero utile!"  Mi interrompe la rossa beccandosi una gomitata nei fianchi da parte mia facendola imprecare.
Ci incamminiamo tutti e tre all'automobile di Mr TiRovinoLeSerate e una volta arrivati ci accomodiamo al suo interno.
"tu allora resti nei sedili posteriori?" Mi domanda la mia amica mentre si aggiusta il trucco specchiandosi negli specchietti della macchina.
"Assolutamente si." Rispondo scocciata.
"Dove alloggiate ?" Chiede Bryan mettendo in moto.
"All'Imperial Hotel " comunica l'olandese con tono mieloso.
Potrei vomitare da un momento all'altro se continuano a comportarsi così.
Dopo 15 infiniti minuti di strada e soprattuto di flirt mal riusciti di Zoë arriviamo a destinazione.
"E qui le nostre strade si dividono... ciao Bryan" gli volto le spalle senza nemmeno guardarlo in volto mentre lo saluto incamminandomi verso le scale della Hall; non mi pongo nemmeno il problema di aspettare Zoë e salgo subito in camera togliendomi quegli abiti scomodi e soprattuto impregnati di sudore; ho bisogno di tre docce come minimo.
Inizio a far scorrere l'acqua e struccarmi con le apposite salviettine umidificate facendo attenzione a non irritarmi troppo gli occhi. Entro in doccia godendomi l'acqua fresca che scorre sul mio corpo e iniziando a far scivolare il bagnoschiuma sulla pelle e massaggiando il capo con il mio shampoo preferito; dopo una decina di minuti sento la porta della camera aprirsi e annunciare il ritorno della mia amica. Finisco velocemente di risciacquarmi in modo tale da lasciare il bagno agibile per Zoë; acconcio i capelli in un turbante utilizzando una salvietta fornita dall'hotel e infilo l'accapatoio per asciugarmi il resto del corpo ed esco dalla toilette trovando la rossa distesa sul letto indaffarata a smanettare con il suo Samsung nuovo "se vuoi andare a lavarti il bagno è libero" la informo mentre prendo un completo intimo da indossare per la notte. "Originale il nome Charlotte devo dire." Sospiro sapendo che sarebbe  arrivato il momento di darle spiegazioni nonostante sperassi di rinviare la faccenda al giorno seguente.
"Mi ricorda tanto una cheerleader della scuola che frequentavo, la classica bionda sempre amata dalla scuola." Mi deride alzandosi dal letto e venendomi incontro.
"Perché non sa il tuo vero nome ?" Domanda curiosa.
"Perché una mattina sono svenuta in spiaggia e lui mi ha trovata facendomi rinvenire ma credo che prima di soccorrermi abbia frugato  nella mia borsa per cercare un documento che dichiarava chi fossi e quella mattina avevo un documento falso per iscrivermi alla biblioteca ed ecco come sa il "mio nome" . Soddisfatta ?"
Sintetizzo al massimo la vicenda e la oltrepasso andando a vestirmi nella cabina armadio situata di fianco al letto.
"E pensi di continuare a fargli credere di chiamarti così ?" Continua parlandomi dall'altra stanza.
"Assolutamente dato che confido nel fatto di non rivederlo mai più ."
Affermo uscendo dalla cabina e infilandomi sotto le fresche lenzuola bianche.
"E dato che lo detesto dal primo secondo che l'ho visto. Notte Zoë" Termino spegnendo la luce e affondando la testa nel cuscino.
"Perché lo detesti ?! È così carino e simpatico!" Protesta riaccendendo la luce "occhi verdi, capelli biondo cenere , sorriso smagliante .... avrà sicuramente anche un bel fisico. Tutto ciò che hai sempre sognato Abigail!" Sbuffo alle sue parole e ribatto nervosamente  "Perché è troppo appiccicoso ! Sembra un diavolo di cagnolino bavoso tutto rose e miele sempre pronto a fare quello che gli dicono pensando di far contento il suo padrone. E sai quanto mi diano fastidio questi comportamenti !"
Non penserà davvero che mi possa piacere uno così ?? È evidente che forse non mi conosce ancora.
"Ah wow allora cercati uno stronzo che non si ricorda nemmeno il tuo nome e che ti metta 27 corna alla volta. Geniale davvero." Ironizza
"Non ho detto che voglio uno stronzo anzi non ho proprio accennato l'idea di volere qualcuno ! E sai cosa ? Credo di non volere mai nessuno con me."
Mi volto dall'altra parte ignorando ogni singola parola da lei proferita dopo la mia ultima affermazione cercando di prendere sonno il più velocemente possibile.

-

La mattina seguente mi alzo alla buon ora nonostante la serata precedente; noto che Zoë sta ancora dormendo e decido così di lasciarle un bigliettino dicendole che sono uscita per fare un giro in città.
Il clima mattutino di Cancún è perfetto per una passeggiata tra i negozi del posto o anche semplici bancarelle allestite lungo il viale principale che a mio parere sono le migliori; dopo una mezz'ora di strada giungo ad un edicola che presenta le testate dei giornali messicani e non più famosi e scrutando più da vicino leggo un titolo riguardante un certo Dr.Brown e la sua trasferta vacanziera proprio qui a Cancún.
Di fretta e furia cerco il mio iPhone andando sulla casella di posta di mio padre per vedere se si tratta della stessa persona che tempo a dietro analizzò il caso di mia madre; dopo qualche istante riesco ad accedervi e "Bingo" sussurro tra me e me costatando di aver trovato la persona che stavo cercando.
"Quanto le devo?" Chiedo al proprietario prendendo il quotidiano interessato. "Venti pesos" mi informa "accetti anche i dollari ?" Annuisce col capo e io gli porgo la valuta corrispondente portando via con me il giornale.
Mi accingo ad una panchina non troppo distante e sedendomi inizio a sfogliare finché non giungo all'articolo prescelto; "il Dr.Brown alloggerà per una settimana al Golden Palace di Cancún accompagnato da sua moglie e le sue due figlie " leggo iniziando ad inserire il nome dell' hotel su Google maps che mi spedisce immediatamente all'indirizzo digitato segnalandomi che l'albergo si trova a 10 minuti di cammino dalla mia postazione.
Inizio a muovermi verso il mio obiettivo a passo felpato e come previsto una decina di minuti più tardi giungo al Golden Palace; faccio il mio ingresso dirigendomi alla reception chiedendo informazioni sul medico "il Dottore sta effettuando la sua prima colazione in questo momento, se vuole posso farla attendere nella hall e quando il signore avrà terminato potrò farla ricevere." Mi comunica.
Non ho tempo di aspettare , devo parlare con lui adesso.
"Non posso soffermarmi per molto tempo, le dica che la sta cercando Abigail Shayn. Adesso." Ribatto con tono fermo.
L'impiegata annuisce e sgambetta fino al tavolo del suo cliente che una volta ricevute le informazioni si alza velocemente venendomi incontro.
"Buongiorno Dr.Brown io sono Abigail Shayn, la figlia di Konnor e ho assolutamente bisogno di parlare in merito al caso di mia madre Victoria Davis." L'uomo si passa una mano tra i capelli e preoccupato mi porta in un angolo non troppo affollato dell'edificio.
"Signorina Shayn è un piacere incontrarla di persona, suo padre mi ha parlato molto di lei." Sorride cercando di alleviare la tensione.
"Mi fa piacere ma ora arriviamo ai fatti per cui sono qui; prima di qualche settimana fa io non sapevo assolutamente nulla al riguardo della morte di mia madre e ho sempre creduto che il suo decesso fosse dovuto ad un attacco di cuore ma un giorno rovistano tra mille carte e infinite mail scoprii che fu avvelenata con dell'Arsenico e che il caso su affidato a lei. Quello che voglio sapere è " lo fisso intensamente negli occhi facendogli intendere quanto sia importante per me che mi dica tutto quello che sa al riguardo "lei sa chi è l'assassino ? "
Un lungo silenzio da parte del dottore si interpone tra noi e la fatidica risposta portandomi ad un battito cardiaco molto accelerato.
"No, non so chi sia , ho passato giorni interi a cercare ogni traccia e l'unica cosa che ho trovato è stato un po' di sporco sotto le unghie di Victoria rilevando una parte di DNA maschile che non apparteneva a vostro padre. Nulla di più , solo questo. Ma potrebbe essere chiunque e magari quell'indizio  non si riferisce nemmeno al delinquente. Mi dispiace non esserle d'aiuto ma è tutto quello che so e che sono riuscito a rilevare." Scuoto il capo in segno di disapprovazione ma lo ringrazio egualmente "Non si preoccupi dottore, ha fatto quello che poteva. Buona continuazione e scusi per il disturbo." Inizio a scendere le scale dell'hotel quando sento il sig.Brown richiamarmi. "Signorina Shayn ! Non ne faccia un ossessione come fece suo padre all'epoca ! Dio saprà come punirlo un giorno !" Cerca di distogliermi dalla mia imminente caccia all'uomo ma vanamente; troverò quel figlio di puttana e gliela farò pagare, fosse l'ultima cosa che faccio.

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